Il Marocco resisterà all’ondata di ribellione che sta infiammando il Maghreb dopo la rivoluzione tunisina ? Se i movimenti sociali sono qui una realtà oramai acquisita, spetta alle autorità il compito di prevenire eventuali turbamenti . I marocchini stanno seguendo in queste giornate e in queste ore, con molta attenzione, gli accadimenti dei loro vicini maghrebini : tentativi di suicidi con il fuoco, alcuni andati a segno, scioperi della fame in Algeria, mobilitazioni di massa e richieste di giustizia pressanti, uccisioni e coprifuoco. Ma, la calma regna sovrana nel reame. Perchè il Marocco non è nell’onda della rivolta. Tante proteste si sono succedute in questi anni, anche virulente, in alcuni casi proprio a causa di aumenti indiscriminati dei prodotti alimentari senza pero’ mai arrivare alle conclusioni di questi giorni. I disoccupati qui in Marocco protestano regolarmente da anni davanti al Parlamento di Rabat e si puo’ affermare che il Marocco è pioniere su questo piano. Le prime associazioni di giovani diplomati-disoccupati hanno visto la luce negli anni ’90. Si sono strutturati in movimenti con sit-in, cortei di protesta pacifici e in alcuni rari casi sono stati inscenati tentativi di suicidio. Secondo il quotidiano arabofono Assabah, il ministero degli Interni marocchino ha chiesto alle autorità locali di ”non provocare i cittadini alfine di evitare che qualcuno si spinga ad immolarsi seguendo l’esempio tunisino“. Istruzioni sono state date a riguardo della vendita di benzina ”a persone che non sono motorizzate” e infine, il Marocco ha lanciato una commessa per l’acquisto di importanti quantità di cereali per evitare eventuali aumenti di prezzi sui prodotti basici (farina, orzo, ecc…). ”L’animo degli arabi è solcato dalla povertà, la disoccupazione e l’abbassamento dell’indice di sviluppo”, ha dichiarato il 19 gennaio il presidente della Lega Araba, Amr Moussa, durante il summit dei 22 membri dell’organizzazione consacrata alle questioni economiche e sociali, a Charm el-Cheick (Egitto). ”I cittadini arabi sono in uno stato di collera e di frustrazione senza precedenti “, ha aggiunto. Il Marocco, nel caos attuale maghrebino, ha una enorme opportunità, quella di dimostrare al mondo intero che la via intrapresa dal re Mohammed VI, dalle istituzioni e dai poteri forti, è quella giusta e che non necessita di rivoluzioni. Negli ultimo 10 anni lo sviluppo di questo paese è incalcolabile; infrastrutture, lotta alla povertà, alfabetizzazione, elettrificazione e acqua distribuite capillarmente su tutto il territorio, leggi importanti come quella sulla famiglia, sulla corruzione, sullo sviluppo economico, hanno creato un clima di fiducia e di collaborazione nei cittadini che, non dimentichiamolo, credono senza se e senza ma al loro re, incondizionatamente, anche criticandolo quando è il caso. Cosa che non è successa con Ben Ali’ e oggi con Mubarak. Certo, la democrazia di questo paese non è ancora a pieno regime ma basta sfogliare alcune testate di giornali progressisti per verificare che la critica è accettata, raramente censurata,vedi gli ultimi fatti di Layoune nel Sahara occidentale o le denuncie di corruzione che hanno saltare molte e importanti figure politiche e amministrative del paese. Quindi, rispondendo alle tante email che ricevo, e telefonate, sono convinto che il Marocco proseguirà sulla via dello sviluppo e delle riforme senza cavalcare l’onda di ribellione che sta infiammando il Maghreb.
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