Magazine Cultura

Il martedì di follia del Marassi

Creato il 14 ottobre 2010 da Wordsinsound
Il martedì di follia del Marassi
Giusto ieri mi trovavo a parlare con un amico che sosteneva quanto il calcio fosse uno mero strumento per controllare le masse. Apparentemente può sembrare vera questa affermazione, ma è stato commesso un enorme errore di partenza: se un giorno un potente signore dovesse decidere di controllare gli uomini intorno a lui, non azzarderebbe scegliendo il metodo che ritiene più efficace, ma andrebbe sul sicuro. Il calcio è lo sport che attira più persone in Italia? Bene, allora sceglierebbe il calcio. Se lo sport più popolare fosse il tennis, o il basket, o il cricket, la scelta sarebbe sicuramente diversa. Il calcio preso di per sè, quindi, non è un interesse più basso di qualsiasi altro, e va rispettato in quanto tale. Il controllo della massa dipende dalla coscienza dei dominati, non dal mezzo attraverso cui esso viene esercitato.
Ora, per quanto questo discorso rappresenti sicuramente un buono spunto di riflessione, l'argomento primario di questo post è un altro. La premessa mi è servita infatti per far capire come anche il calcio di cui tanto si abusa per i fini più empi abbia una propria dignità, che è direttamente proporzionale all'enorme interesse che esso suscita nelle persone. Perchè la preminenza della gente non è rappresentata da coloro i cui comportamente sfociano nella sottomissione mentale o all'opposto nella violenza, ma da appassionati che traggono puro divertimento da ogni incontro.
Posto ciò, dunque, è una vera vergogna che si verifichino eventi come quello dello scorso martedì allo stadio Marassi di Genova durante il match Italia-Serbia. Un'enorme vergogna non solo per il comportamento folle e da censura di una schiera di idioti, per l'allarme procurato nella città e nella nazione intera, ma soprattutto per la mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone. Persone che si erano recate allo stadio con le famiglie per seguire da vicino l'incontro, persone che si erano ritrovate nelle case e nei bar per passare una serata all'insegna del divertimento ma anche all'insegna del "patriottismo", perchè sono le partite della nostra nazionale di calcio che uniscono gli italiani sotto un'unica bandiera più di qualsiasi altra cosa.
Che i serbi si vergognassero, ma che ci vergognassimo noi alla stessa maniera, e i francesi, e i giapponesi, e i messicani, perchè in tutto il mondo, da Nord a Sud e da Est a Ovest, non dovrebbe esistere un solo essere schifoso in grado di privare l'uomo di uno dei suoi diritti fondamentali: quello alla felicità. Può sembrare un'iperbole ma quello di martedì sera è stato in realtà un passo verso l'abolizione di questo diritto naturale. E tanti passi fanno un lungo percorso che può e deve essere ostacolato solo sul nascere.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :