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Il Martirio del Bagolaro: Quando la Storia Incontra il Mistero

Creato il 19 marzo 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Floriana Manciagli 19 marzo 2014 leggere, letteratura Nessun commento

Il martirio del bagolaro è l’opera prima, pubblicata nel 2012 da Carthago Edizioni, di un giovanissimo autore siciliano: Rosario Russo. Un misto di storia e mistero, ambientato ad Acireale, la città dalle cento campane, emblema della staticità isolana, scossa da una morte apparentemente naturale, ma che si rivela non essere tale trascinando il lettore in un giallo appassionante e coinvolgente. Chi ha ucciso il barone Lionardo Mancini? Nella ridente cittadina sicula si dipanerà l’intricata matassa, una vera e propria congiura ordita dagli “acitani” che affollano il racconto.

Filippo, un servitore, rompe il silenzio del palazzo della famiglia Mancini: il barone è morto. Tutti accorrono sconvolti e increduli. La morte viene definita un incidente, ma il giovane Nardo, nipote del barone, verrà avvisato del contrario, attraverso un bigliettino di avvertimento. Questo riaccenderà vecchi rancori tra famiglie nobili, ma soprattutto tra Acireale e Catania, due facce della stessa medaglia sempre in lotta e competizione tra loro. Amori, delitti e cospirazioni si alterneranno tra antichi palazzi, maestose chiese e mascheroni barocchi, simbolo della Sicilia orientale.

Il Martirio del Bagolaro: Quando la Storia Incontra il Mistero

La scrittura di Rosario Russo aiuta l’incalzante andamento del racconto e riesce a non annoiare anche durante le parti prettamente storiche. Tante, infatti, le descrizioni di luoghi, ad esempio Stazzo e Santa Maria la Scala, delle usanze, soprattutto in occasione delle ricorrenze e festività pagane e religiose come San Sebastiano, il Carnevale e la Pasqua, e delle vicende storiche. Nulla è lasciato al caso. Mentre la Storia con la S maiuscola, soprattutto le vicende riguardanti il 1848 e i moti di indipendenza siciliani, incontra cospirazioni, amori e misteri frutto dell’immaginazione dell’autore, il lettore gode delle bellezze dei particolari portati sulla scena. Il mare, il vulcano, il vociare cittadino, le urla, il sapore dei baccaficu o della granita. La Sicilia nelle sue caratteristiche, che diventano a volte cliché, è rappresentata con dovizia e passione. Alla fine, però, l’eleganza e la solennità della narrazione si perdono in un salto al futuro, che si tinge di toni melodrammatici e smielati in una lettera che rappresenta l’epilogo del romanzo. Superflua, forse il modo più semplice per dare un senso alla vicenda, che avrebbe potuto benissimo concludersi subito dopo l’atteso colpo di scena.

Il Martirio del Bagolaro: Quando la Storia Incontra il Mistero


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