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Il marziano che cadde sulla Terra

Creato il 27 agosto 2010 da Ilgrandemarziano
Il marziano che cadde sulla TerraVi ho mentito. Anzi no. In realtà ho semplicemente omesso di dirvi che, nel periodo di congiunzione tra Marte e la Terra, non me ne sarei stato ad arrostire nel bel mezzo di un cratere, ma avrei preso uno di quegli shuttle low cost last minute low budget all inclusive, e sarei venuto a trovarvi di persona. Non sono cose che noi marziani, riservati per natura, sbandieriamo volentieri. Ci piace viaggiare in incognito, non dare nell'occhio, insomma, truccarci e mescolarci, per osservarvi e capirvi meglio. O per lo meno tentare di farlo.
Così ho abbandonato la confortevole e rassicurante distanza imposta dal mio telescopio e, un po' come l'angelo de Il cielo sopra Berlino, mi sono tuffato in mezzo a voi umani, con le vostre regole e la vostra pioggia, i vostri centri commerciali e i vostri negozi di souvenir, le vostre salsicce e la vostra storia, i vostri muri (crollati e non) e i vostri paesaggi (così privi di rosso). Era chiaro però che non avrei scelto l'Italia, come mia meta. Dopo tutti questi mesi ad analizzarvi, voi italiani, volevo qualcosa di diverso, un posto dove un marziano non era mai giunto prima. Così ho scelto la Germania.
E ora che sono tornato sul mio pianeta, che la congiunzione è finita e che posso distillare i ricordi e le esperienze, separandole dalle emozioni, posso dire che la scelta è stata giusta. Perché un viaggio degno di questo nome non è riposo, sdraio, ombrelloni e tintarella, bensì esperienza, cultura, cambiamento, confronto, prova. Ogni tanto, insomma, mettere il naso fuori dal nostro giardino (o cratere) può fare solo bene. Ma non si deve andare troppo distante, nel qual caso riconoscere le differenze culturali e di pensiero sarebbe scontato, facendo così rientrare l'esperienza nell'ovvio e quindi prendendo il tutto troppo poco sul serio nella misura con noi stessi.
Il marziano che cadde sulla TerraPerché alla fine sono sempre coloro che vediamo dalla finestra, quelli più interessanti. Quelli che sono diversi da noi, ma non troppo (o invece molto più di quello che sembra?). Hanno gli stessi nostri negozi, ma si ingolfano di bratwurst. Si vestono più o meno come noi, ma guidano come tanti soldatini. Hanno avuto i romani, ma parlano a quadretti. Perché confrontarsi con i propri simili significa fare un esame della propria cultura, delle proprie idee, del proprio modo di essere. Scendere dal piedistallo del proprio orizzonte e mettere in discussione la propria visione del mondo (personale, civile, sociale, morale, ecc.), per scoprire che forse non è poi così giusta, o che forse non è poi così sbagliata, o solo che una diversa concezione ha sempre e comunque diritto di cittadinanza.
Così, non avendo avuto la possibilità di aggiornare il blog in tempo reale durante il percorso, i prossimi post saranno i pensieri, le idee e le osservazioni a trecentosessanta gradi che questa esperienza mi ha lasciato. Nel frattempo ho risposto ai vostri interventi sui miei precedenti Libri Marziani. Dunque ben ritrovati tutti, cari vecchi e nuovi lettori. Il viaggio ricomincia.
/continua

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