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Il maschilismo nella burocrazia

Creato il 16 gennaio 2012 da Wanderer @Inneres_Auge
Il codice penale italiano deve essere aggiornato: quante volte l'abbiamo sentito dire? Un testo che risale agli anni '30, in un'epoca decisamente diversa da questa attuale e fatto da legislatori che dovevano tener conto dei dettami del fascismo. Perché vi parlo di codice penale in questo blog devoto a Santa Passera da Lecco?
Molto semplice: stavo facendo zapping spaparanzato sulla poltrona e ho beccato qualcosa di interessante; l'intervista al magistrato nonché procuratore Gian Carlo Caselli nel programma "Ma anche no". Caselli rispondendo a una domanda del conduttore tentava di spiegare dove finisce l'errore giudiziario (in riferimento ai processi in cui il giudizio cambia a seconda del grado) e dove comincia l'equivoco. Ha portato un esempio lampante: il codice penale alla voce OMICIDIO VOLONTARIO recita testualmente "chi cagiona la morte  di un uomo" mentre alla voce omicidio colposo abbiamo "chi senza dolo cagiona la morte di una persona". Ovviamente non serve una laurea in lettere e filosofia per capire la differenza tra i due concetti.
Caselli ha continuato "per l'omicidio volontario se un giudice applicasse la legge alla lettera, l'uccisore di una donna non sarebbe perseguibile". In sostanza, il reato dovrebbe essere derubricato a omicidio colposo il che significa meno tempo in carcere ecc. Mettiamo il caso che il signor Ciro e la signorina Ernestina siano conviventi. Ciro scopre che lei lo tradisce: medita il modo di ucciderla, prepara una trappola e alla prima occasione buona ammazza Ernestina. Ciro però lascia impronte dappertutto, risponde in modo poco convincente agli inquirenti pur dichiarandosi innocente. Il processo sembra doversi concludere in un unico modo; ovvero la condanna dell'omicida per omicidio volontario, perché lui voleva ucciderla e non ci sono indizi che facciano pensare a un incidente. Al processo il suo avvocato difensore tira fuori il cavillo "signor giudice, ai sensi del... visto il... chi cagiona la morte di un uomo. Signor giudice, il mio assistito è accusato dell'omicidio di una donna. " A quel punto decade l'accusa di omicidio volontario e Ciro viene condannato per omicidio colposo ma una parte se ne va per l'indulto, un'altra viste le attenuanti generiche e un'altra ancora perché non ci vede bene da un occhio. Così l'uomo torna da cittadino modello in libertà, si rifa' una vita e dopo qualche anno stermina tutta la sua nuova famiglia e si suicida.
Quel rigo del codice penale rende evidente di come ai tempi del fascismo le donne vivessero peggio di oggi (pensateci ma è la verità) quindi anche quella parte andrebbe modificata. Del resto si tratta di buon senso, se ammazzi una donna fai schifo invece la legge in un certo senso ti dà una medaglia. Ascoltando questo passaggio dell'intervista a Caselli mi è venuto in mente l'ultimo post di Sassicaia Molotov perché parla proprio della cultura del patriarcato, quella che ha generato questi assurdi cavilli, quella che per esempio fino a 30 anni fa permetteva il "delitto d'onore" (in cui l'onore vai a capì dove stava...). Il codice penale dovrebbe cambiarlo la famosa "classe politica" (e vai a capì dove sta la classe) meglio conosciuta come cricca-casta-associazione a delinquere finalizzata a mettertelo tra i fondelli che in Italia non è in grado neppure di far rattoppare una buca di 20 cm in mezzo alla strada. Ora il ministro della giustizia è una ministra ma nel tempo ci sono state varie donne al governo e anche penso che l'ex sottosegretario in quel dicastero, tale Roccella Eugenia, sia una donna. Avete mai saputo se una di queste gagliarde rappresentanti del genere femminile adottasse delle misure o prendesse delle vere iniziative per modificare l'articolo del codice penale in materia di omicidio volontario?
Mi sa che la domanda cadrà nel vuoto. Anche Santa Romana Ecclesiae è rimasta immobile, del resto per loro le donne non sono degne manco di professare la parola del capo. Io ammazzo una donna e ho comunque una scusa: ci pensi onorevola tal de' tali!

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