L'anno scorso, più o meno di questi tempi, in piena discussione su spending review, abolizione delle province e accorpamento dei piccoli comuni, mi sono messo a lavorare su uno spunto che mi sembrava interessante. Sull'
isola di Salina, una delle "sette sorelle" delle Eolie, ci sono ben tre diverse amministrazioni comunali. Nel resto dell'arcipelago c'è un solo altro comune, Lipari, 11mila abitanti distribuiti su sei isole. A Salina invece nessuno dei tre comuni – Malfa, Santa Marina Salina e Leni, in ordine di grandezza – raggiunge i mille abitanti, e in tutto sull'isola i residenti sono 2.500 circa. Mi intrigava l'idea che in caso di obbligo all'accorpamento (perché inferiori ai 5mila abitanti) tre comuni non proprio in rapporti idilliaci tra di loro dovessero mettersi insieme. E allora cercai di parlare, a ridosso di ferragosto, con i sindaci di quei paesini. Mi rispose uno solo, dicendomi che prendevano atto di quella situazione e che comunque "tocca alla popolazione esprimersi". Dunque mettevano in conto un referendum popolare. Senza tralasciare che in realtà, in virtù dello statuto autonomo, avrebbe dovuto occuparsi della questione la Regione, in quel momento con un presidente dimissionario, Raffaele Lombardo, e ancora in attesa del rinnovo elettorale che sarebbe poi arrivato a ottobre. Insomma, mi rispose quel sindaco, "al momento non facciamo nulla e non posso dirle nulla" proprio perché si scaricava sulla Regione quell'incombenza. Per inciso, la giunta di
Rosario Crocetta avrebbe, sette mesi dopo, decretato l'abolizione delle province.
Un anno dopo quel mio tentativo e quell'articolo mai scritto, il campanilismo di Salina torna d'attualità. La splendida isola è nota – oltre che per i capperi e la
malvasia – soprattutto per essere stata il set de
Il Postino con Massimo Troisi e Maria Grazia Cucinotta, del 1994. In sostanza, Troisi sta a Salina come
Roberto Rossellini sta a Stromboli. A quasi vent'anni dalle riprese del film (e dalla morte prematura e triste di Troisi), il comune di Santa Marina Salina ha intitolato un lungomare all'attore napoletano. Il problema è che il sindaco di Malfa, Salvatore Longhitano, non l'ha presa affatto bene: «Non ho compreso che ci azzecca Santa Marina Salina con il film. Lo scenario dell'opera è quello del mio comune: Pollara, la strada che Troisi percorreva in bici, la casa rosa...». E così pure la buonanima di quel grande artista che era Troisi viene tirata in ballo nelle beghe di cortile, anzi di strada, estive. Longhitano accusa poi il collega di Malfa, Massimo Lo Schiavo, di averlo avvertito e invitato solo il giorno prima.
La casa del Postino in località Pollara
C'era anche la messinese Cucinotta alla cerimonia. La cosa divertente è che l'attrice ha soggiornato nello stesso albergo, il Signum, che la ospitò 19 anni fa. E l'hotel Signum è a Malfa. Longhitano promette grandi manifestazioni l'anno prossimo per il ventennale, con tanto di intitolazione del viale di
Pollara a
Massimo Troisi. Ecco perché non gli è andato giù lo "sgarbo" di Lo Schiavo: «Non voglio innescare polemiche, né voglio litigare con il sindaco di Santa Marina. È libero di fare quello che vuole, ma qui si tratta di cattivo gusto». La toponomastica è roba seria.
Povero Mario Ruoppolo, postino comunista, oggetto di contesa tra un sindaco vicino al centrodestra, Longhitano (la cui lista si chiama "Democrazia", testuale), e un altro, Lo Schiavo, della
nouvelle vague autonomista (prima Mpa di Lombardo, poi il Partito dei Siciliani che stava con Micciché alle regionali). Povero Mario, che diceva che «la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve...». Se avesse saputo che pure il nome suo, cioè quello di Massimo, «è di chi gli serve...»...