Scrivo. Mi spingo ad affermare di essere in dirittura finale, se non fosse che è un rettilineo molto molto lungo, ed anche un po' in salita... un falso-piano insomma.
Scrivevo di musica alla fine degli anni '70 ed all'inizio degli '80, soprattutto su Il Mucchio Selvaggio di Max Stéfani, allora la più autorevole rivista italiana di musica rock. Ho scritto nei '90 per Feedback, un'ottima rivista con Marco Denti e Mauro Zambellini che non ricorda nessuno perché è vissuta "solo un giorno, come le rose". Sono stato uno dei primi autori ad approfittare del web, dal 1986 con un sito dal nome di Texas Tears on line, fino all'attuale BEAT blog, che mi ha dato soddisfazioni come seguito di lettori, ma che "professionalmente" non porta nessun guadagno in tasca - e come è noto non si vive di sole soddisfazioni. Un'appendice a BEAT è infine arrivata su FaceBook, che ha rimpiazzato il vecchio sistema dei commenti del blog.
Da un anno a questa parte mi è piaciuto tornare anche ai "vecchi" media, vale a dire alla carta stampata, grazie anche alla collaborazione con Eleonora Bagarotti. Per ora si tratta della parte musicale della rivista SUONO, storica testata di hi-fi da molti decenni (ci avevo già collaborato quando la rubrica musicale si chiamava Music Box). A Giugno si aprirà poi una nuova avventura, sotto forma di una rivista in parte su carta ed in parte elettronica, che rappresenta una bella scommessa di questi tempi in cui leggere non pare essere più una necessità.
Ma la mia personale priorità è diventata quella dei libri. Probabilmente per il desiderio nato con gli anni di lasciare una testimonianza un po' più solida, perché se "verba volant, scripta manent" un po' volatili sono anche le parole che pubblichiamo sui giornali... who wants yesterday papers, cantavano gli Stones, nobody in the world...
Di questi libri sono vicino al traguardo del primo, che è di gran lunga il più corposo. Il titolo non lo posso ancora rivelare, ma si tratta alla fin fine di una storia del rock, o meglio della mia testimonianza alla storia della musica e della cultura della mia generazione. Niente di palloso né di enciclopedico: mi è piaciuto dare un taglio un po' cinematografico a questa storia, o a queste storie. Di romanzarlo un po' il rock, insomma. Certo c'è un sacco da raccontare perché di musica ne è stata suonata dal 1954 al 2013.
La prima stesura è finita, sono al secondo passaggio, quello che tappa i buchi che avevo lasciato (una groviera), e seguirà la correzione definitiva.A lavoro terminato l'idea è infine di non cercarmi un editore ma di autopubblicarmi (al plurale, perché è parte dell'impresa anche Eleonora Bagarotti, che ha già stampato in modo tradizionale ben otto libri di musica rock). Un'idea un po' scomoda quella della pubblicazione autarchica(o indie), ma di questi tempi percorribile. Certo, consegnare il manoscritto finito all'editore è più comodo e segna il momento conclusivo di un lavoro, gratificato persino da un modesto anticipo, mentre autoprodursi è solo l'inizio di un secondo lavoro con tante incognite, ma mantenere il controllo totale sul proprio libro mi sembra un vantaggio per cui valga la pena di sforzarsi.
Abbiano poi trovato un nome così bello alle edizioni (che saranno sia in e-book che su carta, magari non distribuite in tutte le librerie ma solo in alcune selezionate) che varrebbe la pena di provarci solo per quello.
Il libro sulla "storia del rock" è solo il primo di quattro progetti in cantiere, tutti in fase avanzata di preparazione, come pure in dirittura finale è il romanzo di Eleonora (di cui non vedo l'ora di poter svelare l'intrigante titolo) che ha in fila altre due cose: un libro sul rock femminile (inteso come artiste ma anche come donne che hanno gravitato attorno ai musicisti)e la riedizione, riscritta e ampliata, del suo Diario di una Groupie.
I miei libri successivi saranno: una raccolta più lieve di storie sul rock, spesso più dalla parte dell'ascoltatore che da quella del musicista. L'idea mi è venuta leggendo Alta Fedeltà di Nick Hornby, mentre stavo riflettendo sulla misera audience dei libri rock e sulle deboli prospettive di vendita. Alta Fedeltà è stato un best-seller, sia pure più all'estero che in Italia, per cui: "se lo ha fatto lui, perché non posso io?". Se non crediamo noi nei nostri mezzi, chi lo farà? Io sono il mio fan #1 ;-)Seguirà una storia motociclistica (la mia altra passione), che odora di asfalto, di sterrato, di benzina ma anche di filosofia...
Da ultimo uno zoom all'indietro su tutto: Blue Motel, parole di una generazione di ex-giovani, non solo musica, non solo moto, ma anche tutto il resto, compresi, perché no, politica, amore, sesso...Spero di essere in grado di rispettare i miei buoni propositi già dalla fine dell'estate, ma ora mi scuserete perché devo riprendere a scrivere. Non è facile quando non ci si può permettere di farne il proprio lavoro, ma la scrittura deve necessariamente prendere ogni ritaglio, strappando tempo al riposo, passeggiate, giri in moto e ronfate al sole sulla sdraio:
"il mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in bocca
il mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in boccail mattino ha l'oro in bocca..."
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