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Il mattino ha l’oro in bocca ma non se n’è accorto e l’ha sputato.

Creato il 30 giugno 2010 da Bloggergeist

Nel frattempo che aspetto la lunga masterizzazione di un dvd video mi sono ricordato che giorni fa ho visto il film Il Mattino ha loro in bocca di Francesco Patierno… La frase “sciaininghiana” del titolo non si sa bene cosa c’entri col resto del film, non ho letto il libro e paragonare un libro a un film è una follia, ma la noia e la superficialità con cui viene “esplicata” la vita della spalla di Fiorello, Marco Baldini, è sconcertante.

Apparte che c’è da ripassare un’attimo il senso di “vita vissuta pericolosamente” tramutato in commedia sulle fesserie di un uomo, uno che in breve e senza molte spiegazioni passa da una radio locale a radio deejay (che immotivatamente alla faccia della consecutio temporum ha stampato sulla porta della sede milanese il suo nuovo marchio e non quello degli anni ’90 in cui il film è ambientato). Ok diventa dj, dj di radio dj, però ha il problema del gioco. Dei cavalli soprattutto. Prima vince, si fa amici i vecchi allibratori che gironzolano nelle sale per scommesse finchè non comincia ad avere dei debiti enormi (con sti vecchi che tanto minacciosi non paiono) che non vengono spiegati più di tanto.

Ha perso troppo ma non l’abbiamo fatto vedere che sennò perdiamo la linea divertente-commedia all’italiana-che fa ridere-però poi ci rifletti-anche se hai riso. Ah già, il patetico toscano di Elio Germano dimenticavo… non mi dispiace come attore, mi è dispiaciuto però in questo film. Inutile e ininfluente (strano) la sciatta partecipazione di Martina Stella, chissà che ci sta a fare. Ah già ci doveva ricordare che il buon Baldini, nonostante la figa, era troppo concentrato sulle scommesse, sul gioco d’azzardo e insomma a farsi fregare i soldi in qualsiasi maniera. Missione fallita.

Cosa c’è di buono nel film? La Chiatti… un personaggio non approfondito e di contorno come il padre, la madre, la sorella e un pò tutti gli altri personaggi della vicenda. Simpatico Vergassola… non in questo film eh, dico in generale. Insomma cosa possiamo salvare? Forse l’inizio in cui si tenta di far rivivere allo spettatore l’atmosfera degli anni 90… che sparisce però alla prima esterna. Insomma tutto questo per dire che le masterizzazioni sono lunghe e che il film non è niente di meglio e niente di peggio di quello che offre il nostro panorama filmico.

Vabbè prossimamente, cari 4 lettori, vi parlerò di altri film come “Invictus” del buon vecchio Clint e “Colour from the dark” dell’italiano Ivan Zuccon, film horror indipendente italiano (ovvero indipendente sta per: realizzato tra mille fatiche-coi capelli bianchi alla fine-perchè in Italia i film di genere non vengono più prodotti-perchè non ci stanno i soldi anche se poi andiamo a girare alle Maldive con troupe ridotta-però poi c’è lo zio del regista, la cugina dello sceneggiatore, la escort del produttore che visto che ci stanno si fanno una vacanza e paga la produzione) che non vedo l’ora di vedere, perchè almeno qualcuno ci prova a far sembrare le idee degli autori italiani meno sciatte e prive di motivazione, anche con film di genere e tra mille ostacoli, qualsiasi sia il risultato almeno che premiassero il tentativo. L’Androide paranoide vi saluta.



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