Ieri su IMille è uscita la prima lezione sotto forma di intervista a Carlo Ratti, per me ingegnere e architetto e per i fanatici del tempo un mediaguru del Terzo Millennio.
Nei commenti in calce in molti hanno urlato alla fuffa e vorrei intervenire anche su questa “incapacità” che abbiamo di fronte alla speculazione scientifica quando essa è visione accessibile e non solo technicality incomprensibile e per questo apparentemente applicabile.
In questa chiacchierata con Carlo Ratti, forse ho dato per scontate troppe cose che, forse come ingegnere, mi sembravano più che scontate.
Quando salite su un treno o su un aereo nello stesso momento sulla stessa linea e sulla stessa rotta si mettono in moto altri treni ed altri aerei. Voi non lo sapete, ma dietro sopra di voi ed intorno a voi c’e’ una rete tecnologica che gestisce tempi di attesa, di decollo e di eventuali fermate. Il tempo e lo spazio sono variabili che vengono incrociate sono la scacchiera su cui si muovono i mezzi. In termini tecnici si chiama “rete logica”. Per “calarlo” sulla gestione del traffico nessuno lo sa forse ma la gestione dei tempi dei semafori incrociato con gli altri semafori in base ai flussi e’ un algoritmo complesso ma producibile. La gestione di semafori nella notte in base al passaggio di vetture evita le lunghe attese o il passare con il rosso e magari rischiare. L’invio di sms a chi si registra al portale di Roma sul traffico in base alla sua posizione consigliando un percorso alternativo magari differenzato e che viene calcolato in base al percorso casa lavoro caricato e’ una piccola rivoluzione. Mettere in rete persone che fanno percorsi simili in un social network dei trasporti diminuisce le macchine presenti contemporaneamente per la strada. E’ chiaro che dobbiamo tendere a 3 fattori congiunti: più gestione ed efficienza, più servizio pubblico anch’esso gestito secondo una rete “logica” e meno macchine. Meno macchine significa avere bisogno di meno parcheggi e quindi avere più spazio per le ciclabili. Per esempio. Ed ancora: gestire varchi e parcheggi a pagamento con criterio. Incentivare le aziende a favorire il car pooling. Usare il digitale per “aiutarci” a trovare cio’ che cerchiamo più vicino, promuovendo la vita del quartiere spesso sconosciuta.
E’ vero che questa “registrazione” collettiva puo’ mettere paura in termini di rinuncia alla privacy, ma puo’ aiutarci a vivere meglio, a farci perdere meno tempo chiusi in scatolette a favore di ambiente e salute.
Questa più che fuffa mi sembra il futuro…basterebbe avere una classe politica che si imbarchi in questa opera monumentale, una di quelle opere del terzo millennio: intangibile, ma di forte impatto. Insomma quella “rete” per me è il Colosseo del futuro in termini di “impatto” sulla città ed è lo stesso principio per cui fate un click e in cucina accendete il fuoco senza nemmeno farci più caso invece di perdere mezz’ora di tempo con la pietra focaia.