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Il mediatore sociale non c’è più

Creato il 02 febbraio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Come devono vivere persone e famiglie schiacciate dalla crisi economica e sociale? In alloggi popolari dove il riscaldamento nemmeno si accende se il termostato non passa i 22 gradi e stenti a parlare con la madre perché i figli tossiscono continuamente. Appartamenti vecchi, edifici fatiscenti. Dalle finestre si vedono garages su cui il tetto di eternit si sgretola. Mentre un gruppo di indignati manifesta contro altri indignati e tutti sono Cremona ma contro altri cremonesi, nelle palazzine popolari di via Giuseppina 6, come in altre, il mediatore sociale non c'è più. Da più di un anno il suo contratto è scaduto e il Comune non l'ha rinnovato per una delle scelte che hanno reso grande la giunta Perri e imperitura: la nuova amministrazione non ha sinora rimediato. È ancora affissa sulla porta d'ingresso condominiale, dalla parte interna, visibile a chi esce, la relazione di un'assemblea tenuta dal mediatore Andrea Tronco, che segnala la conflittualità fra i residenti e i problemi che ne derivano. Una pagina che riferisce e spiega. Ora le famiglie e i singoli fanno da sé, come possono, se possono. I servizi sociali soffrono a loro volta, diversi dipendenti per anni sono stati esposti a difficoltà incessanti. La crisi economica ha causato effetti disastrosi "che si potevano e dovevano prevedere, perché nessuna colpa possono avere i bambini che si trovano in queste situazioni" (Vittore Soldo, segreteria regionale Pd), eppure lo stato sociale è stato indebolito e ancora viene minacciato dalla debolezza del bilancio dello Stato.


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