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Il mental coach nei momenti di difficoltà: come tornare ad essere campioni

Creato il 14 febbraio 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Jury Chechi, mental coach di naturaIn quest’ultimo periodo sto dedicando quasi interamente il mio tempo allo Sport Coaching… e ne sono felice :-)

Prima da atleta e ora da mental coach amo stare “in campo” e affrontare le sfide: quelle stagionali che portano con sé gli obiettivi per i quali è stata costruita la squadra, quelle settimanali che si susseguono nei match con gli avvesari del campionato o delle coppe, e quelle quotidiane che mi attendono ogni giorno in palestra.

Soprattutto verso la fine della mia carriera da atleta ho imparato a riconoscere l’importanza di queste ultime: le sfide che ti ritrovi ogni giorno in allenamento.

Per un atleta o per una squadra, la vera parte complessa infatti non è vincere un campionato, una coppa o una partita: questi sono “solo” risultati, le conseguenze dirette di qualcos’altro.

Questo “qualcos’altro” lo troviamo proprio nell’allenamento quotidiano. Non starò qui a motivarti sull’importanza della qualità dell’allenamento: è un punto fondamentale e in cui credo fermamente… e tutti lo sanno! Quello che semini in allenamento è ciò che ti ritrovi in gara: se “alleni” l’errore ti ritroverai l’errore, se alleni gesti e comportamenti di qualità ti ritroverai a giocare bene!

Oggi voglio affrontare con te invece quelle sfide che ogni giorno ci ritroviamo in palestra: possono essere problemi fisici che non ti permettono di giocare come vorresti o che magari ti stanno relegando in tribuna, possono essere difficoltà tecniche che non riesci a comprendere come superare oppure sensazioni negative di scoraggiamento perché non vedi via d’uscita da una situazione… insomma tutte quelle situazioni che, in alcuni periodi, capita di doversi portare con sé quotidianamente ma che nessuno vorrebbe e soprattutto che nessuno ci insegna come affrontare.

Ti faccio un esempio: nell’ultimo periodo sto lavorando con un atleta che “ha fatto la storia” nel suo sport. Un idolo assoluto e campione riconosciuto da tutti! Purtroppo con l’età che avanza, quelli che un tempo erano solo “acciacchi” fisici, iniziano oggi a diventare per lui situazioni “più serie” a cui prestare attenzione particolare.

Ciò che sta accadendo è che questo campione, che ha sempre contato tanto sulle proprie doti fisiche per abbattere gli avversari, è entrato in grande crisi perché il suo corpo non sta reggendo alle sue richieste esigenti: non riesce a sprigionare tutta la velocità, la potenza e la resistenza che vorrebbe e che gli servirebbero per gareggiare come ha sempre fatto.

Questo è uno dei classici casi in cui il focus mentale fa la differenza. Se stai ascoltando Sempre al Top sai perfettamente di cosa parlo e come poter cambiare immediatamente una situazione del genere.

Infatti l’attenzione dell’atleta non è dove dovrebbe essere. Questo campione si sta concentrando su ciò che non può fare con le risorse che non ha a disposizione in questo momento. E ciò gli crea frustrazione e rabbia furiosa (classica risposta soprattutto in questo tipo di agonisti).

La cosa utile da fare, in questi casi è così semplice quanto efficace. È importante chiedersi: cosa posso fare con le risorse che ho a disposizione ORA per gestirmi al meglio (ed eventualmente vincere) in questa situazione?
Ci sono volte in cui “il pareggio fuori casa è come una vittoria”, in cui è importante contenere le perdite, minimizzare i possibili danni per poi attaccare (o ri-attaccare) in un secondo momento. Come direbbe il mio caro amico Luca (amante di Sun Tzu), è come un generale che pianifica una strategia per vincere una guerra: mette in preventivo di perdere qualche battaglia e non si dispera quando capita.

Qualche anno fa ho lavorato con una pallavolista di serie A1 che, al suo esordio nella massima serie, si è fratturata il metacarpo (ossa della mano) ed è dovuta rimanere ferma per qualche settimana. Vedendosi sfumare questo appuntamento sognato da tanti anni mi ha chiamato disperata chiedendomi cosa potesse fare… mi ricordo di averle risposto “cura la mano e prepara la testa in modo da ricominciare dallo stesso punto in cui sei ora (o addirittura più avanti) quando rientrerai!”.

Il mio obiettivo era che non si lasciasse prendere dallo scoraggiamento e dalla sfiducia (che sono i veri nemici da sconfiggere in questi momenti).
Ogni atleta, anche se non è facile ammetterlo, sa che può incorrere in un infortunio lungo la propria strada ed ovviamente nessuno ci vuole pensare (neppure io!!!)… ma è risaputo che spesso proprio dopo un infortunio gli atleti riescono ad esprimere il meglio di sé (magari questo concetto lo approfondiremo in un altro articolo).

Il classico pensiero “Oddio, ora torno e devo recuperare tono muscolare” o “chissà se il mister avrà fiducia di me” o “non sarò pronto fino a quella partita e non possiamo perdere” o “chissà se tornerò mai più a questi livelli”…o addirittura arrabbiarsi con il ginocchio o la caviglia “maledetta” (come se rispondessero :-)) non funziona e, anzi, fa spesso grandi danni!

Quindi, se c’è qualcosa che ti blocca o ti rallenta inizia a farti domande diverse:
- Cosa posso fare con le risorse che ho ora a disposizione? E fallo.
- Su cosa posso concentrarmi di diverso per migliorare? E miglioralo.
- Come posso allenare la mia mente affinché mi supporti quando ritorno al 100%? E allenala, qui hai tanti strumenti.

Oppure ancora, in caso il tuo fisico non ti stia supportando totalmente e magari sei ancora al 50% della condizione, chiediti: come posso fare questo gesto in modo diverso per aumentarne l’efficacia ora? E cerca, guarda, sperimenta finché non trovi una soluzione diversa… si può fare punto in tanti modi diversi… puoi addirittura cambiare il tuo gioco…

Nel famoso video che avevo postato qualche tempo fa nel mio articolo sulla “responsabilità”, Velasco ricorda che “… se la palla è alzata bassa, il cervello dello schiacciatore deve aprire il file intitolato palla alzata bassa e lì troverà la soluzione… che sicuramente NON è schiacciarla come se fosse alta!

Come diceva sempre il mio primo allenatore quando ero ragazzino, “Alle Mora, poche scuse: se non hai il fisico devi usare la testa”… parole sagge :-)

Alessandro Mora
Di Alessandro Mora


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