Domenica undici settembre, ho vissuto assieme alla mia famiglia, una delle giornate più singolari e divertenti degli ultimi decenni! Alcuni giorni prima, a mezzanotte e zero zero,(né un minuto di più, né un secondo di meno!),ci siamo iscritti a”RIUTILIZZARE: L’USATO DOMESTICO IN POLVERIERA”. Dopo un paio di giorni abbiamo appreso di essere stati accettati. Facevamo parte degli altri 169 espositori, rigorosamente privati, hobbysti, collezionisti o facenti parte di associazioni Onlus, ma tutti rigorosamente privati. Le domande pervenute sono state più di seicento, solo i più veloci con l’uso della tastiera e con una giusta dose di fortuna, hanno avuto la meglio! Peccato per gli altri “colleghi”, speriamo si possano rifare nel prossimo appuntamento dell’undici dicembre. Oltre ad aver fatto un ripulisti non indifferente di oggetti e biancheria, elettrodomestici, che a noi non a servivano più, ma ancora in buon stato e perfettamente funzionanti, oltre ad aver imballato qualcosa come una decina di casse, abbiamo avuto la soddisfazione, di vendere tutto quanto a dei prezzi naturalmente stracciati. A fine giornata, stanchissimi e per il gran caldo umido e per le vendite, che hanno proseguito a ritmo serrato per quasi tutto il giorno, ci siamo ritrovati a riportare a casa soltanto i cavalletti con le assi, ed il gazebo, che non abbiamo voluto vendere! Serviranno per la prossima volta ed eventualmente per un altro mercatino dell’usato. Vorrei rendere partecipi i gentili amici reggiani, dei diversi stati d’animo, tutti gradevoli e positivi, che ho provato: primo tra tutti, quello di aver aiutato con la vendita di una pentola a pressione o di abitini invernali dei miei figli (oramai grandi!), tantissime persone extra comunitarie. Per questo motivo, mi sento felice di aver potuto contribuire a rifornire armadi e dispense, di altre persone, che non possono permettersi di acquistare nemmeno un paio di scarpe invernali per i loro bambini. Vi assicuro che i non Reggiani e i non Italiani, sono stati molto educati e cortesi, hanno dimostrato umiltà e senso pratico nell’acquistare solo ciò di cui abbisognano veramente. Tenendo a mente che sono loro, le persone che contrattano maggiormente sul prezzo, cercando di ottenere la maggior quantità di merce al minor prezzo, credo ci sia molto da imparare da loro, in questo senso! Chi di noi era lì ad esporre, non provava vergogna o non si sentiva sminuito, sebbene molti miei vicini di bancarella, fossero persone altolocate e bene in vista nella nostra città. Anzi! Tutti quanti eravamo orgogliosi di esserci: si è creata complicità, risate, qualcuno cantava, abbiamo fatto le fotografie, ci siamo scambiati forbici, scotch e altro. Uno dei momenti più umani ed emozionanti è stato quello del pranzo, quando abbiamo diviso, con i nostri vicini di gazebo, le leccornie che ognuno di noi aveva preparato e rigorosamente portato da casa, dentro al frigo da picnic! Ricordi d’altri tempi, quando bastava una tovaglia a quadri bianchi e rossi, stesa su di un prato, un pollo allo spiedo con le patatine e una bottiglia di lambrusco a farci sorridere e a farci trascorrere una giornata all’insegna dell’amicizia e dell’allegria!
Risposta del dottor Nitrosi Davide:
Vendere ciò che non ci serve non è umiliante. Sdoganiamo i mercatini dell’usato, sono una lezione di vita:ci insegna a non buttare via nulla e ci fa uscire dalla spirale senza fine del consumismo. Grazie per l’esempio e per l’entusiasmo!
Reggio Emilia, 15/09/2011.