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Il mercato del pesce ed il social commerce

Creato il 16 maggio 2012 da Pippoferrante

Il mercato del pesce ed il social commerceIl mercato del pesce, almeno dalle nostre parti, tempo (ma tempo) addietro,  si svolgeva in due modi possibili:

  • attraverso la cosiddetta asta all’orecchio: il prezzo veniva comunicato, vista la partita di pesce,  all’orecchio dell’astatore che alla fine chiamava colui il quale aveva fatto il prezzo più alto per permettere di comunicarlo a tutti;
  • attraverso la vendita all’asta pura: ognuno offriva il suo prezzo che viene superato dalle offerte maggiori che mano mano si susseguono.

Il tutto avveniva, avviene ancora in alcuni paesi, nel luogo dove era fissato il “mercato”: o sul molo al momento dell’attracco delle barche, oppure in un luogo definito, coperto e con strutture adeguate. 

Certamente era presente l’aspetto commercio tout court, ma c’era anche una dinamica tra persone, chi ha partecipato ad un evento del genere lo confermerà. Certamente era una vendita molto esperenziale, occorreva conoscere le regole, rispettarle, ma era (è) una forte esperienza personale. Il ruolo dell’astatore era fondamentale, non solo applicava le regole e le faceva rispettare,  ma il compito maggiore era quello di “custode del mercato” del pesce. Era l’interfaccia necessaria al mercato.

Più passa il tempo e più mi rendo conto che certe analisi che oggi sono Italy Trends (come li definisce Twitter) e ci riferiamo al Social Commerce non fanno altro che confermare che molte cose già erano presenti in specie nel commercio tradizionale, quello di mia nonna per intenderci (che il cluetrain manifesto lo conosceva benissimo).

Ho trovato ispirazione nello scrivere dal post di @Gluca di minimarketing

Foto| La vucciria di Renato Guttuso



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