Ben prima di Lutero -continua Lottieri su Il Giornale- il mercato capitalistico si era imposto in varie parti d’Europa, e certamente sono medievali e tardo-medievali anche alcune tra le riflessioni teoriche più interessanti sul tema. A detta di vari studiosi – da Raymond de Roover a Murray Rothbard – uno degli autori che più ha favorito la comprensione dell’economia libera è stato proprio un santo, Bernardino da Siena, di cui è stata ora pubblicata una raccolta di scritti:“Antologia delle prediche volgari. Economia civile e cura pastorale nei sermoni di San Bernardino da Siena” (Cantagalli 2011). Soprattutto in Italia e negli Stati Uniti è emersa una nuova storiografia, che rovescia i cliché weberiani.
Bernardino mette in guardia dalla tentazione di amare i beni della terra più di quelli del Cielo, ma questo non comporta una perdita di interesse per l’esistenza: è solo un invito a viverla con una diversa intensità. Da qui discende pure una specifica etica degli affari (legata al rifiuto di mentire all’acquirente o contraffare le merci), insieme a un modo davvero peculiare d’intendere la società. È allora in errore chi considera il capitalismo cattolico come un capitalismo «indebolito», solo perché in questo quadro tutto quanto l’uomo possiede, in ultima analisi, è di Dio stesso e da ciò discende una decisa responsabilità morale a carico dei possidenti.