Autore: Joe Abercrombie
Titolo: Il mezzo re
Anno di pubblicazione: 2014
Pagine: 300
Editore: Mondadori
Genere: Fantasy
Formato: cartaceo/ebook
Trama:
Yarvi non aveva mai pensato che sarebbe potuto salire al trono. Nato con una mano deforme è inadatto al combattimento e, nel disprezzo del padre, il re del Gettland, il suo destino è diventare uno dei “ministranti”, l’ordine di potenti sacerdoti consiglieri della corona. Ma, proprio la notte che precede l’ultimo esame, Yarvi e la sua maestra, Madre Gundring, sono raggiunti dalla notizia: il padre e il fratello di Yarvi sono morti, uccisi in un agguato ordito da Grom-gil-Gorm, sovrano del Vansterland, regno confinante e nemico. Adesso il re è lui. O mezzo re, per lo meno. Ma la sua vendetta dovrà essere intera. Spinto anche dal volere della madre, la bella e inflessibile Laithlin, Yarvi giura che farà giustizia contro gli assassini di padre e fratello e parte per Vansterland, pronto a dare battaglia. Ma subito cade vittima di un’imboscata e, salvatosi miracolosamente in mare, viene portato al mercato degli schiavi. Qui viene venduto per prestare servizio sulla nave capitanata da Shadikshirram, mercantessa dal cuore nero e la lingua affilata. Solo, nel mare ghiacciato, spogliato del suo lignaggio e incapace di reggere un’ascia o uno scudo, Yarvi potrà contare su una squadra di compagni improbabili e su un’unica vera arma: la sua mente. Basterà per ritornare a casa e portare a compimento la sua vendetta?
Giudizio:
Joe Abercrombie è il nuovo George R. R. Martin. O meglio, questo è quello che viene detto (e scritto), probabilmente dagli uffici stampa. Un’affermazione sicuramente ‘pesante’, perché il successo e l’approvazione che quest’ultimo ha ricevuto, e sta continuando a ricevere, da un pubblico sempre più ampio sono difficili da raggiungere. E soprattutto sono difficili da meritare.
Potrete ben immaginare, quindi, cosa mi aspettassi quando ho deciso di leggere Il mezzo re, l’ultimo titolo di Abercrombie a giungere sul nostro mercato e il primo a venire pubblicato da Mondadori.
Lo ammetto. In verità non mi aspettavo davvero di trovarmi dinanzi a un autore dalla penna affilata come il buon vecchio (e lento) George, ma per lo meno mi aspettavo un buon romanzo, un racconto che funzionasse bene, magari con un po’ di quella crudezza che caratterizza Le cronache del ghiaccio e del fuoco, quel gusto marcato per congiure e tradimenti… e invece niente. Ok, qualche tradimento c’è, ma poi niente. Niente niente. Anzi, a dirla tutta Il mezzo re, oltre a non essere paragonabile alle Cronache, si è dimostrato una lettura piuttosto inutile.
La pecca del romanzo di Abercrombie è che, essenzialmente, si tratta di un libro dalla storia banale, e questo va un po’ a pregiudicare tutto il resto.
C’è un protagonista un po’ sfortunato di nome Yarvi, che ha una mano informe di Tyroniana memoria che non l’ha reso particolarmente apprezzato dai suoi concittadini, che non vuole essere re ma che si ritrova seduto sul trono a causa dell’omicidio del padre e del fratello maggiore. Ovviamente, al contrario di tutti gli altri maschi del suo popolo, non è un guerriero, ma è un ragazzo intelligente. E questa sua intelligenza, unita a un bel po’ di fortuna, lo salverà da un tentativo di omicidio e lo catapulterà in una serie di avventure. A tenerlo in vita solo un giuramento che prevede di vendicarsi di chi gli ha rovinato l’esistenza e di riprendersi la corona. La stessa corona che non voleva, ma che per il bene della sua terra è pronto ad accettare.
Una storia già trita e ritrita che viene poi narrata in maniera ancor più scialba. Con questo non intendo dire che sia illeggibile, anzi. La storia corre via velocemente grazie a uno stile ‘facile’ (sicuramente non Martiniano) e per un lettore è piuttosto semplice lasciarsi trasportare. Solo che una volta giunti a destinazione, se ci si volge indietro si scorge il nulla assoluto.
Perché non c’è niente di innovativo. Perché quel che c’è è male utilizzato. Perché tutto è troppo semplice e semplicistico.
Lui è il classico sfortunato che però è sveglio, e il viaggio serve solo a dimostrare quanto la sua intelligenza possa essere l’arma migliore. I personaggi che lo accompagnano (il cui passato potrebbe essere interessante ma viene poco approfondito) si rivelano amici praticamente da subito, e sebbene vivano una vita da schiavi e diffidino di chiunque, non hanno problemi a unirsi in gruppo e a credere ai regali natali del loro compagno di viaggi. Anzi, lo aiuteranno pure! E non importa se tra di loro c’è uno che Yarvi ha fatto pestare a sangue, oltre che declassare, no. Perché siccome tutti viviamo momenti difficili, possiamo pure passare sopra a certi episodi!
Per non parlare poi di altri personaggi (sto sul generico per non fare spoiler) che, visti intaccati i propri interessi commerciali, decidono di inseguire Yarvi e company per vendicarsi, piuttosto che salvare il salvabile. O le madri durissimi e freddissime che sono in verità dolcissime e tenerissime e in pena per i figli creduti morti.
Insomma, questa lettura è stata per me un susseguirsi di cliché e idee fin troppo usate, trattate qui con poca energia, scarsa personalità e un po’ troppa faciloneria.
Ne risulta un libretto godibile finché ci si trova sotto l’ombrellone, in riva al mare, ma nulla più. Non c’è potenza, non c’è carattere, non c’è originalità.
C’è da specificare che, se ho ben capito, questo è il primo capitolo di una trilogia Young Adult, e che quindi lo stile è volutamente diverso da quello della trilogia della Prima Legge, sempre di Abercrombie, pubblicata da Gargoyle, ovvero i titoli che l’hanno fatto paragonare a Martin. E inoltre, essendo appunto previsti altri due volumi, alcune cose potrebbero essere volutamente solo accennate. Solo che, a mio modo di vedere, questo non giustifica il risultato finale. Un adolescente non ha bisogno di una storia sciatta per riuscire a leggere un libro, anzi. E siccome Il mezzo re offre comunque una storia autoconclusiva, ci sono troppe cose (personaggi in primis, ma anche alcuni elementi storici come le rovine elfiche, per esempio) che potrebbe essere affrontate più in profondità.
Non credo quindi che affronterò il resto della saga. Se proprio avessi desiderio di un romanzo fantasy che voglia semplicemente regalarmi un po’ di avventura senza grosse pretese, allora recupererei qualche titolo di Terry Brooks, che sa intrattenere con maggior simpatia e più competenza.
Sull’autore:
Joe Abercrombie è nato a Lancaster, in Inghilterra, il 31 dicembre 1974. Laureato in psicologia, ha lavorato per il cinema e la televisione.
Ha scritto la trilogia fantasy La prima legge, di grande successo in Inghilterra. I tre libri che la compongono sono stati pubblicati in Italia da Gargoyle: Il richiamo delle spade (2013), Non prima che siano impiccati (2013) e L’ultima ragione dei re (2014). Nello stesso universo narrativo di La prima legge sono ambientati anche i romanzi stand alone, sempre pubblicati da Gargoyle, Il sapore della vendetta (2014), The Heroes (2012), Red country (2015). Il Mezzo Re inaugura la Trilogia del Mare Infranto e, in Inghilterra, ha venduto più di cinquantamila copie in soli tre mesi. [Fonte: Mondadori]
Andrea Storti