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Il miglior Galles fermato dal cinico Sudafrica

Creato il 12 settembre 2011 da Rightrugby

Il miglior Galles fermato dal cinico Sudafrica

Westpac Stadium, Wellington

South Africa 17 - 16 Wales

(Qui gli highlights). Il "metodo Brera-Tosatti" non inganna: la partita numero uno del primo giro per peso specifico (somma dei punti Irb) era Galles-Sudafrica, e lo è stata anche per intensità e tutto sommato anche spettacolo.
Non nel senso del numero di mete e drop (inarrivabile in quel senso Fiji-Namibia, meglio di All Blacks-Tonga), nè di pathos (anche tratti di Francia - Giappone e quasi tutta Inghilterra- Argentina ne hanno presentato quantità industriali): semplicemente, alla fine della prima giornata di Coppa del Mondo abbiamo avuto un assaggio di partita da fase finale, disputata alla morte su un piano di parità da due grandi compagini, ognuna coi suoi pregi e i suoi difetti, e conclusa a favore della più cinica per una incollatura.
L'inizio è da incubo per i Dragoni: pronti via i Boks vanno in percussione come ai vecchi tempi, il momento cruciale è l'errore di placcaggio di Warburton su Jaque Fourie (il ragazzo si rifarà dopo). La ferita è profonda, gli avanti in verdeoro sono a ridosso della linea di meta, orchestrati con la solita maestria da Fourie DuPreez una , due, tre volte, fin che l'ovale arriva diretto lungo l'out destro, ai 100 chili di Frans Steyn: Shane Williams un filo in ritardo, piccino, gli si immola addosso ma fa l'effetto di una mosca spiaciccata sul sederone di un rinoceronte; anche James Hook viene travolto dritto per dritto, è una marcatura pesante nel vero senso della parola, e non sono passati tre minuti sull'orologio.
Mornè Steyn trasforma dalla riga laterale, a lui la "sindrome Wilkinson" gli fa bao, pur essendo il Westpac Stadium esposto al vento e pioggia di questo fine inverno dell'Isola del Nord: 7-0.
Son tornati i veri Boks e il Galles è sempre lo stesso, capace di tutto ma in fondo un po' troppo leggerino per competere con le australi? Dopotutto ha vinto una volta sola in 25 incontri col Sudafrica.
I gallesi guadagnano possesso (tanto) e territorio (un po' meno), pilotati da Phillips che coi suoi passetti laterali consente alla difesa di sistemarsi, mentre Priestland si mette in luce con un paio di iniziative. I sudafricani difendono con ordine senza bisogno di scramblare, ma al 9' arriva la punizione per una caduta dalla parte sbagliata di Spies, centrata da Hook per il 7-3. Il pallino è dei Dragoni, agevolati da qualche indecisione di DuPreez non è ancora al meglio; al 15' altra punizione guadagnata, per presa alta di JP Pietersen su Phillps, Hook la spedisce troppo alta sul filo del palo e l'arbitro Wayne Barnes la nega senza interpellare il Tmo; qualche dubbio in effetti resta, ma tant'è.
Il Sudafrica usa la bombarda di Steyn il Grosso per rispedire indietro i gallesi, al 18' si rifanno vivi nell ametà campo avversa guadagnando punizione con Schalk Burger per fuorigioco in ruck, che Steyn il Piccolo piazza per il 10-3: due affacci oltre metà campo, due volte a punti.
Il Galles riprende a costruire pazientemente la sua tela larga tutto il campo, ma è un gioco troppo compassato nonostante le iniziative di Shane Williams e dei ball carrier (Paul James, Lidyate, Jonathan Davies) per scalfire la fisica difesa Boks: mira a guadagnar punizioni. Al 25' i sudafricani cominciano a perder pezzi: esce infortunato Jean DeVilliers, al suo posto Butch James.
L'intento gallese si concretizza nuovamente alla mezz'ora, di fronte ai pali, Schalk Burger non rotola via (bah, dico all'arbitro Barnes, che pure contrariamente al suo insopportabilmente didattico collega Rolland, quello di Italia-Australia, lascia giocare). Hook stavolta non può sbagliare, 10-6.
Passettin passettino sono lì, mentre i Boks pensano di campare coi "punti facili": al 38' ci prova Steyn il Piccolo con un drop, bissato da uno molto più velleitaro di Priestland a primo tempo scaduto, tanto per bruciarsi il credito guadagnato a inizio del tempo.
I Boks lasciano l'iniziativa ai Gallesi, per uscire solo ogni tanto, a procacciarsi un po' di punti; i Dragoni dal canto loro aspettano gli errori difensivi, viaggiando al 75% del loro potenziale per non perdere il controllo. A questo punto il secondo tempo sarà una lotta col il cronometro per ambedue le contendenti. Salvo imprevisti.
L'imprevisto arriva molto presto, al 43': dopo un paio di incursioni infruttose nelle rispettive aree dei 22 metri, deve uscire anche Matfield. La seconda linea Boks è ora Danie Roussow-Johann Muller: dopo tutti questi anni di "attenti a quei due", datemi un pizzicotto.
I sudafricani attaccano ma non hanno più certezze nelle fonti, non solo la rimessa anche la mischia non domina; nel frattempo Warburton inizia ad accumulare work rate e qualche rubata: alla fine avrà totalizzato ben 20 placcaggi.
Tra il 45' e 48' tre minuti di alta pressione sui 5 metri da parte dei gallesi: dopo un bel calcio profondo, i Boks sono ridotti in fondo ma difendono col solito ordine: scardinanano una maul, lasciano regolarmente un solo uomo assorbito nelle ruck. Fino al fuorigioco di Butch James, che procura il 10-9 a Hook ed esalta ulteriormente i Dragoni.
All'azione successiva, siamo al 53', è Toby Faletau finalmente a sfondare la difesa Boks, dopo una ulteriore sequenza di tentativi giunti fino alla soglia dei 5 metri. Al 55' è 16-10 per il Galles che pare aver trovato la strada, spingendo sull'acceleratore rispetto al primo tempo.
Attorno all'ora di gioco coach P.Divvi fa i cambi giusti: Francois Hougaard all'ala per uno spento Habana, Willem Alberts al posto di Spies poco propositivo, Steenkamp al posto di un esaurito Mtawarira ma sopra a tutto, basta col regalo agli avversari di tener fuori il ball carrier più devastante che ha, Bismark du Plessis: entra la posto di capitan John Smit.
Gli effetti si vedono subito, anche se prima di metabolizzare detti cambi c'è l'ultima fiammata potenzialmente letale del Galles: grande dritto per dritto ancora di Faletau, sostenuto da Jamie Roberts, i due arrivano a due metri dalla meta ma sono fermati per un in avanti a terra.
Con Bismark frontrunner la partita gira nuovamente: è ora la difesa Boks a guadagnar metri all'attacco gallese, sono i Boks a mettersi in percussione invece di calciare e Hougaard comincia a farsi vedere sul lato sinistro. Al 62' i Boks sono installati dentro ai 22 metri gallesi e nel giro di tre minuti, dopo una rimessa laterale, una maul e un paio di set piece a dire il vero un po' frenetici, è DuPreez ad alzar l'ovale a Hougaard in un canale sgombro come la pista di un aeroporto, tant'è che l'ala dei Bulls (e mediano vice DuPreez della nazionale) trionfalisticamente si lancia in meta in mezzo ai pali a volo d'angelo. Steyn il Piccolo trasforma, è un instabile 17-16 per i Boks.
Nonostante manchi ancora un quarto d'ora, i gallesi paiono accusare il colpo, forse s'erano illusi di avere la gara in tasca. Prima del 70' Priestland svirgola un tentativo di drop chiaramente fuori luogo.
Tenere il gioco nella metà campo sudafricana alla fine parrebbe pagare: al 72' i gallesi guadagnano una punizione sulla linea dei 10 metri spostata sulla destra dell'attacco, impegnativa ma non difficilissima per Hook, che invece la stringe e la spedisce fuori. Qui il pallone mi sa c'entri poco, molto la pressione e non mi riferisco a quella di gonfiaggio.
E' l'ultima opportunità significativa di ribaltare il risultato: i Boks provano a seppellire l'ovale e ci riescono per lunghi minuti, il tempo che rimane è insufficiente ai bravi gallesi per provarci ancora.
La sensazione alla fine non è tanto quella dell'irripetibile occasione perduta per i Gallesi, come pare orientata a sostenere la stampa anglosassone. L'idea che si forma è sicuramente quella di un Galles come non s'era mai visto prima - solido e concreto, senza frilli, che c'è andato giustamente vicino - contrapposto a un team di navigatissimi marpioni ancora in fase di leccarsi le ferite, oltre che pericolosamente vulnerabili per via del fattore anagrafico.
Più che dello stato di forma dei Boks - o del gioco, secondo gli altri australi: fa venire in mente il "non juego" degli Azzurri del calcio ai mondiali 1982), i gallesi sono stati abili ad approfittare di una serie di concause: lo scardinamento del chiavistello che da sempre regge il Sudafrica cioè la seconda linea, Habana sfavato, De Villiers fuori, Fourie visto una volta sola al primo minuto, Broussow ancora lontano dalla splendida forma di Warburton, Bismark tenuto in panca. E' bastato un quid - l'ingresso di Bismark e Hougaard, sostenuti molto bene da Alberts, a farli tornare i cinici sudafricani di sempre: massimo risultato col minimo sforzo.
C'è un solo appunto negativo in questo Galles assolutamente concreto ed efficace, come del resto l'avevamo visto nei warm up premondiali - solo forse un po' "latino" nel disunirsi nel momento in cui viene controsorpassato: dove s'è nascosto George North? Ah, il peso dell'esperienza ...

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