L’aspetto partecipativo del singolo giocatore al gruppo è stato il confine tra lo star dentro o fuori al discorso intrapreso quest’anno: chi sta dentro chi sta fuori dal discorso. Riferendosi a Cassano, Gattuso informa: “… deve capire che nello spogliatoio si è in tanti, ma la testa deve essere una”. Nella ritrovata leadership viscerale di Gattuso -tornato Grande Capo, con Ibra “Uno che è sempre incazzato come me”-, porto a galla tre nomi che hanno trovato una dimensione diversa in questo Milan . Per alcuni nuova, per altri neppure sperata.
Sempre proposto come terzino: "il biondo" ha trovato una definitiva collocazione nella quale poter crescere
Difesa:
Abate è un terzino destro, è ufficiale. Provato ovunque -intermedio di centrocampo, trequartista –!-, attaccante laterale -come nell’Under-, ha trovato un allenatore che “lo ha preso e lo ha messo là”. Con continuità, perseveranza: pare evidente che la crescita nel ruolo -concreta- non sia stata lasciata al classico “Impara mentre fai”, no… la puntualità delle chiusure nell’1 vs 1 contro Eto’ò e Ronaldo non si improvvisano. L’avversario lo cerca meno: non è più lui l’anello debole che fa saltare la difesa. Sul 20 si è ripreso un lavoro: numerose le diagonali difensive eseguite non solo recuperando lo spazio in corsa, ma sulla presa di posizione corretta al momento che il traversone partiva. Diagonali interne ed esterne, quindi ragionate… ma è proprio l’istinto del terzino che ancora manca in Abate, la spazzata da difensore e non da centrocampista nella situazione di pericolo vicino alla porta-mai verso l’interno del campo!-. Al contrario del suo collega della mancina è giovane, elettrico e veloce… sintonizzato con “l’anima tamarra” -la sua mimica della reazione su Pandev- di questo nuovo Milan. Crescerà perché un calciatore di 23 anni non deve accontentarsi…e neppure noi, sia chiaro.
"Il Principe dinamite": con le sue caratteristiche dinamiche che strizzano l'occhio alla tecnica, incarna alla perfezione il trequartista atipico che Allegri vuole per questo Milan
Centrocampo: Boateng lo sapeva già da sé, forse lo abbiamo dovuto scoprire noi: fa il trequartista atipico. Allegri strada facendo si è reso conto pure lui che si è ritrovato “tra le mani” un giocatore differente da quel che si era immaginato: acquistato mezzala non ha fatto bene lì… ingenuo, spesso fuori-giri e fuori posizione, ma nessuno meglio di lui ha saputo unire la quantità alla quantità sulla trequarti. I suoi gol non sono solo numeri, “li pesiamo”; non disdegnare il colpo di tacco, la giocata smarcante, anche pretenziosa, è prova non di tecnica certa per il ruolo, ma di “testa” pronta a pensare “il calcio” che richiede ricoprirlo.
A quanto si era visto il dinamismo di Boateng è stato quasi un fattore limitante nella sua veste di interno sinistro: lo portava ad esporsi al torello avversario, a farsi portare a spasso; al contrario; da trequartista è questa stessa vigoria fisica a portarlo a pressare l’avversario in uscita su tutto il fronte offensivo, favorire gl’inserimenti ed essere in buona sincronia con Ibra in fase di realizzazione. Un ritorno al passato per lui -Portsmouth-, rivisitato e corretto, che di certo si sposa con l’idea di dare pochi riferimenti in avanti per assorbirne il movimento di gioco sulla 3/4. Una colonna dell’equilibrio della squadra.
Il Capitano del Brasile, con la sua voglia di esserci: trequartista, seconda punta, "uomo più" per il Milan di quest'anno. Ci chiediamo... correre meno per gli altri lo porteranno a fare più gol?
Attacco:
Robinho secondo me è quello che più si è dimostrato disposto a tutto per far parte di questo progetto. Il nostro 70 non è un giocatorino arrivato per caso a giocare a calcio. Di lui mi stupisce non solo la quantità di energie che spende, ma il fatto che nella corsa sacrifica la lucidità -e quindi la qualità- per “star dentro al discorso”. ”Sacrificando” qualche gol si è posto come “giocatore offensivo universale”. Ad inizio stagione andava così forte che, se era vero per l’avversario, pure i compagni avevano difficoltà a trovarlo. Credo due cose: con il tempo, lui non ha più permesso che il suo movimento diventasse frenesia, ma tutto il resto della squadra si è assestata su un ritmo di calcio “più pronto”.
Eccezionale l’aiuto che offre ai compagni del centrocampo: spesso lo vediamo al limite della nostra area e dopo 40’’ in avanti a proporsi. La mia curiosità più grande vederlo impiegato a ¾ con Ibra a Pato davanti, quando la squadra godrà di una condizione atletica più brillante (‘sta settimana Allunghi & C. dovran iniziare a far riaffiorare lo smalto)
Provocando, per un certo verso, ho citato tre giocatori omettendo volutamente i nomi di Flaminì e Ibrahimovic, ad esempio… perché al Milan Night non piace “farsi le pippe da sé”. Alla fine del girone d’andata ci pareva corretto fare un focus su alcuni interpreti dell’11: chi vuole proporre il suo cammeo su un giocatore troverà ampio spazio nei commenti, chi più semplicemente vuol scambiare le sue idee con gli amici del blog e noi che lo curiamo sarà a casa sua come solito.