22 GIUGNO – Medico oculista, Ministro dell’integrazione del governo Letta dal 28 aprile 2013 e….congolese.
Cécile Kyenge vive in Emilia con la sua famiglia, è una cittadina italiana molto carismatica e una donna preparata, giustamente fiera delle proprie origini. Ha infatti da subito affermato:”Sono nera, non sono di colore, sono nera e lo dico con fierezza. Bisogna usare le parole giuste.”
Una vita dedicata ai diritti delle persone immigrate, con prese di posizione estremamente critiche verso la legge Bossi-Fini e i Centri di identificazione e espulsione.
Una cosa è certa, la sua elezione ha scatenato non poche polemiche. Non piace alla Lega Nord, a larga parte del Pdl e trova oppositori anche all’interno del Movimento 5 Stelle e dello stesso Pd.
Giovanni Sartori, che in un fondo pubblicato dal Corriere della Sera chiede: “Cosa ne sa di «integrazione», di ius soli e correlativamente di ius sanguinis?”
Toni Iwobi: nigeriano, padano, assessore di Spirano, che ha sfiorato l’elezione in Consiglio regionale alle scorse elezioni afferma: “Io non ce l’ho con la Kyenge, ce l’ho con il ministero di cui è titolare. Istituire il ministero per l’Integrazione è una scelta che non condivido assolutamente. E’ uno spreco inaccettabile in un momento in cui tanta gente deve affrontare sofferenze inimmaginabili”.
Successivamente arriva la critica del segretario Stefano Bellei: “Non può parlare per slogan. Dice falsità, subito un confronto pubblico. Gli stranieri costano e portano via il lavoro agli italiani”.
Bernardini attacca il ministro Kyenge: “Le parole della Kyenge suonano oltreconfine come pericolose lusinghe e allarmanti inviti a raggiungere le coste italiane, dove si paventa un futuro di totale deregulation per l’immigrazione. Questo è, nei fatti, lo ius soli, voluto dal Pd. Una comoda ‘smobilitazione delle regole’ per allargare la platea dei migranti e assicurarsi voti certi nel futuro. Invece, serve subito una politica, decisa, di respingimenti, su modello della virtuosa azione messa in campo dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni. Oltreconfine dev’essere chiaro che l’Italia non è zona franca”.
In seguito non sono mancate le ingiurie. Dolores Valandro, consigliere della Lega a Padova, dopo il tentato stupro di due ragazze da parte di un nigeriano urla: ”Mai nessuno che stupri la Kyenge?”. Il ministro dell’integrazione commenta così: “Non rispondo a questo linguaggio violento perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso”. Il premier Letta, il presidente della Camera Boldrini e molti utenti nella rete prendono le sue difese e Bitonci e Tosi della Lega Nord si dissociano.
Eleonora Gargantini
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