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Il mio "68"

Creato il 08 giugno 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Certo, a ripensarci, la straordinaria la pagina di storia vissuta dalla mia generazione, quella che nel sessant'otto e dintorni aveva vent'anni, diventa memoria di una quotidianità e di una presa di coscienza con ripercussioni nel comportamento politico, persino nelle vicende personali. 
Acqua passata? Mica tanto.  Oggi ho la sensazione che se riuscissimo in tempo reale a riflettere e a scrivere sull'ambiguità del potere (e del contropotere), se riuscissimo a carpire le confidenze di chi lo esercita, se riuscissimo a cogliere dietro la crosta della ufficialità qualche frammento della loro autentica natura, solo allora riusciremmo a penetrare, sia pure per poco, nel mistero del potere che, sia chiaro non è l'immaginazione al potere ma è diventato struttura di potere, e la struttura è congegnata in modo tale da condizionare quel tanto di libertà e di benessere di cui ognuno di noi può godere.
Si, il '68:  slogan, linguaggi, leader, gruppi, canzoni, i primi amori,  manie... l'esproprio proletario, le “molotov” ... e ancora, Togliatti, i fascisti, la fine dei tabù sessuali,  la "dolce vita", Fellini, B.B., il Vietnam, Mao, i colonnelli in Grecia, Fidel, il Che, Feltrinelli, Mara Cagol, il tutto in un crescendo dove trova  spazio, e giustificazioni, anche il delirio terrorista ad esempio, Piazza Fontana, e l'agguato assassino sotto casa, uno per tutti quello di Calabresi.
Sono trascorsi oltre quarant'anni, ed ecco, così, dal niente, ogni tanto riemergono episodi nostri, fidentini, figli di quegli anni: sessantotto e dintorni. Ricordo bene l'energia e il clima del tempo. Certo, il mio sessantotto ha ricordi spettinati, non in linea con gli umori della mia generazione, quella che alzava nei cortei, dopo aver fatto a botte per prenderne la testa, le immagini di Marx, Lenin, Stalin, Mao Tse Tung e dove "basco nero" faceva rima con "cimitero".
A Fidenza il sessantotto arrivava di rimbalzo e, mentre a livello nazionale decine di intellettuali firmano a favore della lotta armata ... qui a Fidenza le firme sono contro il reato di vilipendio e di solidarietà per Joe Delnevo e Giorgio Monteverdi, entrambi assurdamente denunciati, processati e condannati per il testo di un volantino antimilitarista.
A conclusione, il mio sessantotto inizia prima. Inizia con l"Ich bin ein Berliner" di John F.Kennedy e le rivolte razziali negli Stati Uniti, la colonna sonora porta le firme di Mick Jagger, Jhon Lennon, Blowing in the wind, al cinema Corso arrivano "Fragole e Sangue", "Easy Rider", "Indovina chi viene a cena" , e, disordinatamente, la guerra del Vietnam, On the Road, Fernanda Pivano,  la prima morosa, l'invasione di Praga, bandiera gialla di Renzo Arbore, Valle Giulia, le festine, Pier Paolo Pasolini, la Cederna, il Borghese, la Loren che per 15 giorni si barrica in un albergo di Salsomaggiore per una delicata cura ginecologica, Rita Pavone che si sposa con Teddy Reno, e ancora, all'inizio degli anni 60,  "non ho l'età" della Cinquetti, "24mila baci" di Celentano" e ancora Carmelo Bene esordisce al cinema con “Nostra Signora dei “Turchi”, Marcuse è in vacanza a Venezia, lo Statuto dei lavoratori è legge dello Stato, quelli del Manifesto vengono espulsi dal PCI, Michelangelo Antonioni si divide da Monica Vitti, Montale nominato senatore a vita, Paolo VI promulga l'enciclica Humanae Vitae, Bunuel gira “La via lattea”, Bertolucci “La strategia del ragno”, Tamara Baroni dichiara che legge Pavese, Solzenitzyn prende il Nobel, e poi Martin Luther King, lo sbarco sulla luna, i frikettoni, la legge sul divorzio, il Teatro Magnani occupato, la tenda in piazza Verdi, Woodstock, i fumogeni a Miss Italia, piazza Fontana, Valpreda e Pinelli, i figli dei fiori, Marco Pannella, la nonviolenza, i diritti civili... e tanto d'altro ancora.
Mi fermo qui. Voi, se potete, andate avanti.
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