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Il mio caro, carissimo, carissimissimo treno

Creato il 24 maggio 2011 da Autoridiviaggio
C'era una volta....il viaggio in treno. Lungo, ma atteso e rilassante. “Cheap flight”, “Low fares”, “No tax”, costrutti pubblicitari, genialate di marketing, comunicazioni virali che tanto aumentano la propensione all'acquisto di trasporto aereo da parte degli individui quanto rendono lo stesso scevro di qualsivoglia “modus” personale con relativa perdita di entusiasmo legato al “momento della partenza”.“Carletto gioca a fare il capostazione con paletta e fischietto....”. Ricordo sempre quelle “odissee” con enorme piacere nonostante la notte prima trascorsa insonne, il costante “turun..turun....turun..turun....turun..turun”, i puntuali ritardi oppure i bagni quasi mai praticabili o, ancora, lo sfigato che sedeva sul seggiolino chiudibile proprio difronte la tua cabina e ti fissava tutto il tempo instancabilmente con volto compassionevole; beh nonostante ciò solo al pensiero mi sembra di rivivere il brio dell'attesa causato da stato d'animo irrequieto, di riudire il segnale di via del capostazione, di riprovare le emozioni nel concitante momento della partenza. “Carletto ulula ciuf..ciuf....ciuf..ciuf....ciuf..ciuf “.Molteplici sensazioni mi rimbalzano nella mente; ricordo ancora nostalgicamente il profumo di maionese e melanzane sott'olio che la mamma adoperava per la rituale preparazione delle fette di pane al sacco. Per il viaggio in treno non si dimenticava quasi mai il “fatidico” thermos contenente il “fatidico” caffè semi-ciofeca (per usare un neologismo defilippiano); all'edicola della stazione centrale si faceva la scorta di quotidiani e riviste con la speranza potessero alleviare le lunghe ore trascorse nello scompartimento, e, proprio quest'ultimo, dopo poche ore di tragitto diveniva un mini-loft, un rifugio ideale con ampio finestrone sul mondo.“Carletto bucherella con un arnese centinaia di libri, quasi si senta un controllore....”I più bei momenti di viaggio li ricordo a bordo di un treno che, partendo dalla Calabria, mi condusse fino in Francia, a Parigi. Dai monti della Sila alla collina di Montmartre; dalla "nduja" alla "andouille"; dal sole alla pioggia; dai Bronzi alla Tour; dalla stazione alla gare. “Palatino” mi pare fosse la denominazione del locomotore con vagoni letto che mi portò, in “sole” 12-13 ore, da Roma a Parigi. I barboni infreddoliti della stazione di Genova, i signorotti elegantemente impettiti di Torino Porta Nuova, gli emigranti italiani di ritorno in Francia che affollavano i corridoi del treno in attesa di scendere alla stazione di Digione.“Carletto ritorna a casa dopo una lunga giornata trascorsa al bar del paese”.Chi è Carletto ? Un bambino voi direte ! No, Carletto è un povero folle ubriacone alto quasi due metri che si rifiuta di credere al fatto che l'uomo, oggi, ha a disposizione mezzi in grado di volare.Viaggia(u)tore: Marco Toscano

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