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"volver" in terra iberica

Creato il 08 ottobre 2010 da Autoridiviaggio

Hotel Silken Puerta Valencia

Aprile. Freddo si, ma non troppo. Sole si, ma non troppo. Voglia di evadere dalla città si, e anche troppa. Penso e ripenso, passo e ripasso. Quale motivazione al viaggio ? Ci sono ! i 35 anni di mio fratello a fine mese. Dopo non più del tempo impiegato da una miscela a fuoriuscire dall'ugello di una caffettiera, mi ritrovo in tasca un "pacchetto" di viaggio completo di 5 giorni in terra spagnola. Ryanair.com, Booking.com e Autoeruope.com sono i miei consiglieri di viaggio on web ormai da anni. Li consulto, acquisto, si parte. Aeroporto di Bari Palese (da qualche anno intitolato a Papa Wojtyla), ore 17 circa. Si decolla. Valencia, ore 19.30, si atterra. Ritiro auto nel parcheggio della National. Destinazione Hotel Silken Puerta ValenciaDesign moderno, camere spaziose, vicinanza all'Estadio Mestalla ed al Palau de la Musica progettato da Calatrava.Valencia è una città del sud, calda, ventilata, moderna, con una zona storica interessante. In quei giorni si tiene la festa di San Vicente Ferrer, santo patrono della città, e per le stradine del centro storico alcuni uomini si apprestano ad installare e ad adornare enormi altari di legno, simili a piccoli palchi da spettacolo, colorati e stilisticamente differenti da quartiere a quartiere. 

Altare in onore di San Vicente Ferrer

Padelle per la paella

Il nostro itinerario ci porta come per incanto all'ingresso del Mercado CentralSolo dopo aver zigzagato tra scure padelle atte alla preparazione della paella appese a ganci, spaghi o sparse per terra nelle bancarelline antistanti, riusciamo ad entrare al suo interno. Profumi speziati con ogni aroma o erba ci danno la sensazione di essere sopraggiunti in un posto dove mettere più volte le mani nel taschino posteriore dei pantaloni (e non per proteggere il portafogli da eventuali furti !!). Il jamon serrano e quello iberico che degustiamo nei chioschi del mercato non ci fanno rimpiangere i nostri Parma e San Daniele. Sapore dolce e forte allo stesso tempo, perfetta stagionatura. 

Prosciutti tipici spagnoli

Ne compriamo alcuni pezzi preparati sottovuoto. Nello stand successivo un signore molto gentile ci offre anguille neonate sotto sale e olio su una fetta di pane. Gradito il gesto, non gradito al palato. Sinteticamente: i locali notturni frequentatissimi, la paella con coniglio e lumache, i rollerblade sul lungomare, il mini tornado ricreato nel museo delle scienze, i ponti di Calatrava, gli scultori della sabbia, l'America's Cup, El Corte Ingles, i trichechi in calore dell'Oceanografico = luoghi comuni ? no, è questa la vera essenza della città.

Museo della Scienza

Non è poco, ma non aspettatevi altro. Giungiamo al terzo giorno del viaggio. Mattina. Saliamo in auto. Madrid ci attende (quantomeno lo speriamo..). La sera si gioca "El Clasico" (Real Madrid-Barcelona) e farò del mio meglio per assistervi. Appena la capitale ci apre le sue porte ci incodiamo ad una serie di auto in direzione "Santiago Bernabeu" lato tribuna.Fila chilometrica, sole cocente, bagherini fastidiosi, l'immagine dei giornalisti di Telemadrid "sfiniti" ed il parcheggio introvabile ci costringono a lasciar perdere i "Galacticos" ed a concentrarci sulle prime tapas in un bar antistante lo stadio. Muy buena. Auto e via. 

Il quartiere di Serrano

Arriviamo presto nell'albergo prenotato, il President Castellana High Tech. Quartiere elegante e centrale (Serrano), suite ultra tecnologica per tre persone situata al piano terra, led di colore blu sotto il letto che si illuminano al buio, ampia sala conferenze con tavolo e sedie in tek (in stanza !), soppalco, due bagni (uno dei quali con jacuzzi), notebook, free internet, lcd da 32 pollici. Cosa chiedere di più ? Un biglietto per la partita !!! Niente da fare. 

Fila all'esterno del Bernabeu

Alla reception mi consegnano una busta contenente i biglietti per un altro evento che si terrà l'indomani a plaza de toros, la novillada, una sorta di corrida con tori di due anni d'età poco intraprendenti e toreros alle prime armi. Ma qui tornerò più tardi. Riprendiamo da dove abbiamo divagato. Calcio d'inizio. Sono nella hall insieme a mio fratello e ad altri ospiti dell'hotel, tifosi sfegatati del Barça (penso: che tristezza..., che sfigati...! vedere la gara in tv in una hall d'albergo a pochissimi metri dal Bernabeu). Comunque, risultato finale 0-2. Vittoria del Barça. Partita deludente, poco spettacolo. Forse è meglio aver risparmiato i 400 euro del singolo tagliando per lo shopping madrileno dell'indomani. Sveglia del telefonino alle 8. Siamo per strada, fermiamo un taxi e ci facciamo accompagnare in pieno centro, sulla Calle Gran Via. Imbocchiamo una stradina perpendicolare al vialone e giungiamo, dopo pochi metri, nel cuore del colorato e stravagante quartiere di Malasana. "Donne" e "ragazze" vestite in modo un pò eccentrico con tacchi alti e minigonna (ricordiamo l'orario: sono le 10 di mattina) accovacciate sui gradini d'ingresso di alcuni palazzi o poggiate con le spalle ai pali dell'illuminazione pubblica catturano la nostra attenzione. Ci chiediamo........: ma chi aspetteranno mai ? Perdiamo il conto degli hostal che incrociamo nel nostro cammino e degli appartamenti che "se alquilan" in Calle de Valverde e in Calle del Barco

Palazzo nel centro di Madrid

Gente in Calle de Preciados

Ritorniamo sulla Gran Via, siamo ai piedi del torrione del Capitol ed entriamo in Calle de Preciados, viale pedonale, paradiso per gli amanti dello shopping. Tra i negozi con "rebajas" tutto l'anno ed i magazzini degni di nota: Fnac, El Corte Ingles Deporte e Libreria, Parma Moda, Sport 2000, Sfera, H&M, Pimkie. Riprendiamo ossigeno in Plaza de la Puerta del Sol, dopo aver camminato (forse è più indicato dire "strisciato") ed essere stati in apnea per circa 40 minuti tra la folla fittissima. Ammiriamo la facciata della Casa de Correos, sede del governo cittadino. Tagliamo per Calle Postas e dopo appena 5 minuti approdiamo nella splendida Plaza Mayor. Ce la gustiamo a 360° seduti sul muretto che circonda il monumento equestre di Filippo III. Ore 13....oh cavolo !!! Apre il rinomato ristorante dei madrileni e per il quale gli stessi abitanti del posto ed i turisti fanno la fila per pranzarvi, la Casa Lucio

Giardino tropicale di Atocha

In poche parole: ambiente caratteristico, cucina tipica, cameriere burbero, sapori gustosi, conto salato. Due uova strapazzate con patatine fritte, una tortilla ai gamberi, vino della casa,  3 coppe di fragole = 75 euro il totale. Tuttavia è un'esperienza che ci arricchisce (o meglio ci impoverisce...). Nel primissimo pomeriggio visita al giardino tropicale all'interno della Stazione di Atocha
24° celsius costanti, umidità da paura e tante, tantissime tartarughe acquatiche. E' giunta quasi l'ora della novillada. Chiamiamo un taxi. Siamo in Plaza de Toros de Las Ventas in meno di 15 minuti. Folle di turisti si accalcano ai botteghini. Noi abbiamo già i biglietti ed entriamo immantinente. Noleggiamo un cuscino in pelle color marrone sul quale accomodarci ed attendiamo il suon di trombe (ta.taaaaa.... ta.ta.ta.ta.ta. ta.ta.ta..taaaaaaaaa .........ta.ta..ta.ta..ta.taa.). Lo spettacolo non ci regala nient'altro che lo squillo di trombe. 

La novillada

Il mercato di El Rastro

Per il resto mera "mattanza". Per la cronaca: mio fratello abbandona il campo dopo 10 minuti (lo "spettacolo" ne durerà altri 100 di minuti). Raggiungiamo la fermata dei taxi e saliamo a bordo del primo in fila a destra. Non l'avessimo mai fatto...l'autista del taxi primo in fila a sinistra o viceversa (difficile ricordare esattamente) inizia ad inveire contro l'autista del taxi nel quale siamo saliti e da lì in avanti un susseguirsi di frasi e gesti incomprensibili del tipo "panchito......" e "toma e nel...." o cose del genere. In ogni caso comprendiamo che i madrileni sono alquanto "incazzati".......sarà a causa della crisi economica globale !!!! Sinteticamente: la movida, gli stuzzicadenti che invadono i marciapiedi la domenica mattina, i torroni di Casa Mira, il carattere orgoglioso e solidale degli abitanti di Vallecas, le parate di Iker Casillas, l'infinito mercato delle pulci El Rastro, beh si è questa la quintessenza della città. Mattina del giorno seguente. Si torna a Valencia, con visita di passaggio obbligata o quasi (allunghiamo il percorso di circa 40 km) a Toledo. Gioiellino medievale con botteghe che vendono ogni genere di accessorio e suppellettile fatto in acciaio oppure ceramiche manufatte nelle cittadine circostanti (Talavera e Puente). Arriviamo stanchi a Valencia. A letto e l'indomani volo di ritorno per l'Italia. Atterrati a Bari Palese, un solo ed unico pensiero "volver" in terra ispanica quanto prima per conoscere dell'altro.Autore: Marco Toscano

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