Magazine Sessualità
90 giorni. 90 notti. Di tempo ne è passato tanto. Di tempo ne è passato poco. La sera in cui me ne andai mentre cercavo di tenere quel dannato trolley dritto, mi voltavo e ho perso il conto di quante volte l'ho fatto. Sbuffavo perché la valigia mi faceva solo perdere tempo e ogni buca che prendeva sembrava solo essere una scusa per guardarti. E sei stata nella mia visuale per molto tempo. La mia parte razionale mi ha guidato fino alla stazione, mi ha riportato ai problemi e le schifezze che per due giorni avevo accantonato. La mia parte irrazionale era di un altro parere ma non ha vinto.
Quando sono arrivato avevo invece sperimentato il peggio dei trasporti italiani: autobus, metro, treni, taxi. Mi sono trovato a fare tante di quelle cose alla prima volta, che credevo di non farcela e se fossi stato un seguace degli dei avrei avuto ragione a sentirmeli tutti contro, visto che per più di 600 km non smise mai di piovere a dirotto con raffiche di vento impossibili da spiegare con le parole.
Ti ricordi la faccia della portinaia? Una che era stupita di vedere due persone normali vestite in modo normale perché forse credeva che in albergo ci andassero solo i magnaccia in abito da gran cerimonia. E ricordi la faccia del barista che ci serviva la vodka corretta con il succo quando avevamo chiesto l'esatto contrario?! Quante risate... penso di non aver mai riso di gusto come in quegli istanti. Avevamo da poco finito di fare l'amore eppure avrei voluto farlo ancora.
Ogni secondo ho cercato di respirare, di capire, di afferrare ogni dettaglio. La mente mi sorprende giorno dopo giorno perché fa riaffiorare cose a cui inizialmente non avevo dato peso. La mente è anche uno strumento di tortura, perché non può far materializzare niente. Allora ogni tanto impreco contro la memoria. Oggi cosa è rimasto di concreto? Nulla. Probabilmente quell'incontro resterà l'unico, probabilmente non mi ritieni degno neppure della tua amicizia. Quante illusioni amore mio. Io aspetto e intanto questo cervello non smette di pensare che in quei giorni non c'erano rumori, non c'erano fastidi, non c'erano fattori esterni a complicare le cose. Il mondo era diventato improvvisamente ovattato.
Mi dispiace non averti detto che sei bellissima.
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