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il “mio” finalista al Premio Azzeccagarbugli: Roberto Riccardi Undercover

Creato il 17 giugno 2013 da Frmagni

il “mio” finalista al Premio Azzeccagarbugli: Roberto Riccardi Undercover

Roberto Riccardi, Undercover. Niente è come sembra (e/o 2012, € 16,00, pp. 219)

Della selezioni di romanzi candidati al premio Azzeccagarbugli, questo è quello che ho preferito. Mi ha inchiodata alla pagina per tre ragioni. La prima è che descrive il lavoro di un agente sotto copertura e lo fa con cognizione di causa: Roberto Riccardi è carabiniere e ha lavorato per anni nella sezione antidroga in Sicilia e Calabria. Questo gli permette di portare il lettore su quel confine sottile, e spesso cedevole, che separa l’uomo di legge dal malvivente e sul quale l’agente “undercover” si muove come sulla lama del rasoio.
Infatti – e vengo al secondo motivo per cui ho apprezzato questo romanzo – Rocco Liguori, il protagonista, agente sotto copertura, ha un contraltare: Nino Calabrò, amico d’infanzia e ora esponente di spicco della ’ndrangheta. I due personaggi rappresentano il lato buono e quello buio, il loro incontro da espediente narrativo diventa anche una riflessione sulla dualità del destino di due ragazzi nati e cresciuti nello stesso paesino dell’Aspromonte. “Il mondo è fatto così: la stessa luce fa volare il falco e acceca il gufo» scrive a un certo punto Riccardi.
E questo mi porta al terzo motivo per cui l’ho apprezzato. Cioè frasi come questa. All’interno di una scrittura limpida, capace di cogliere i personaggi nei loro tratti essenziali e che ha il giusto ritmo (alterna bene le scene in Italia, in Colombia e in Messico), negli snodi della trama, in quei momenti di calma tra un’azione e l’altra, lo scrittore inserisce piccole riflessioni sulla vita, o similitudini non scontate. Sono quelle piccole preziosità che vien voglia di sottolineare e di ricordare. E che, secondo me, sono il valore aggiunto di un buon giallo.

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Scritto da: Francesca Magni

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