Il mio giardino zen
Non è come fare il letto e nemmeno pulire il tavolo, ma ci insegna che possiamo farli diversamente.Inizialmente nell'immagine della scatola al momento dell'acquisto ti fanno vedere questo giardino perfetto, però già quando si apre e si versa la sabbia, pareggiarla ci vuole un po', senza contare che pareggiarla perfettamente... quasi non è possibile. "Per fortuna" col giardino sono inclusi due piccoli rastrelli di legno e sei sassi.
Ho cominciato a pareggiare, a fare le righe col rastrello e non me ne andava bene una, ho cominciato ad arrabbiarmi! Volevo che fosse perfetto, cercavo un modo per cancellare le imperfezioni mettendoci su i sassi, poi toglievo, rimettevo, cancellavo del tutto (perché se la mano trema o si blocca rovina i percorsi nella sabbia)... mi dicevo che non ero nemmeno capace di fare un "fottuto giardinetto zen" e stavo per lasciar perdere. Senso di incapacità, voler arrivare alla perfezione.
Solo quando ho accettato il fatto che ero all'inizio e che mi ci voleva tempo per prenderci un po' la mano, ho creato un ambiente nel mio giardino che mi è piaciuto, promettendomi di non avere fretta, rimanendo al mio posto... cosciente di ciò che ho provato, volenterosa di migliorarmi.
Fare il giardino zen significa per me presenza, concentrazione e introspezione. Poter portarlo fuori in ogni cosa che si affronta nella quotidianità sarebbe un grosso passo avanti, per riconoscermi e capire meglio le persone che mi stanno intorno... essere cosciente che la persona o la situazione esterna non è la vera causa di una emozione spiacevole, ma che ciò avviene dentro di me e per questo ci posso lavorare per risolverlo.
Prendersi la responsabilità di ciò che siamo e ciò che proviamo, "senza giustificazioni"... per noi stessi, per stare bene!
"Non ignorare ciò che stai facendo" mi hanno detto a zazen... ebbene, non ignoriamo tutto ciò che proviamo.