Il “mio” Ivo Illuminati alla Mostra del Cinema di Venezia. Però, son soddisfazioni
Creato il 23 agosto 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Venti anni fa, esattamente nel 1991, stavo compiendo una ricerca sul cinema italiano per un festival che allora dirigevo. Come spesso accade quando si sfogliano libri e tomi (non una pagina di internet), l’occhio cadde immancabilmente su altri particolari della pagina che stavo leggendo. Con una certa sorpresa, e una comprensibile emozione, lessi che il mio paese natio (linguaggio aulico indispensabile), aveva dato i natali nientepopodimeno che a un regista del nostro cinema muto del quale, onestamente, non conoscevo praticamente nulla. Il regista si chiamava Ivo Illuminati, e le 15 righe che ne raccontavano sinteticamente la vita e le opere, mi obbligarono a iniziare uno studio del nostro “periodo muto” che dura tuttora, come succede quando si viene colti dalla sindrome del “ricercatore selvaggio”. Il risultato del mio lavoro interessò gli organizzatori del San Benedetto Film Fest che mi incaricarono di scrivere una monografia sul regista di Ripatransone che venne pubblicata in occasione del festival del 1992, da Maroni Editore, con il titolo: “Ivo Illuminati. Ritratto di un artista del cinema muto”. La ricerca, cominciata nelle parrocchie del mio paese, e presso l’ufficio anagrafe del comune, mi permise di disegnare un quadro della vita dell’artista che, per nulla esaustivo, mi diede però i dati per tracciarne quanto meno una sottile cornice. La ricerca fatta presso la biblioteca del Centro Sperimentale di Cinematografia mi fece conoscere invece buona parte delle opere, e il catalogo della Cineteca nazionale addirittura l’unico film in 35mm restaurato della discreta produzione di Ivo Illuminati. “Selika”, lungometraggio del 1921, chissà come e chissà perché, fu restaurato grazie a un contributo straordinario della Regione Lazio. Mai uscito dal magazzino della Cineteca Nazionale, lo proposi al San Benedetto Film Fest e, l’anno successivo, il 1993, a Ripatransone nella stupenda e suggestiva “Corte delle Fonti”. Per l’occasione, il musicista Arturo Stalteri compose il “Tema di Selika” e quella proiezione, con l’accompagnamento del pianoforte dal vivo, resta una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita. Sarebbe interessante raccontare la discussione fatta con il proiezionista sull’uso del riduttore dei fotogrammi (da 24 a 22 al secondo), ma è una vicenda troppo noiosa e soprattutto tecnica. Proprio in queste ore invece ho saputo che la prossima Mostra del Cinema di Venezia, in “Orizzonti 1961-1978”, proporrà il secondo film ritrovato di Ivo Illuminati, “Il vetturale del San Gottardo” del 1941, riemerso dagli scaffali della Cineteca svizzera. Gli aspetti che più mi hanno colpito di questa benemerita operazione sono due. Il primo è che si tende, come avviene solo in Italia, allo scoopismo gratuito e all’esclusività della scoperta. Affermare che “Il vetturale del San Gottardo”, come hanno fatto i curatori della sezione, non è mai apparso in nessuna filmografia ufficiale non corrisponde al vero, visto che nella nostra (pubblicata) lo è da 19 anni e che nell’Archivio del Cinema Italiano Vol.II dell’Anica, lo è da una vita. La seconda è che, all’improvviso, Ivo Illuminati sembra essere diventato un genio del cinema muto italiano quando fino a ieri non se l’è filato nessuno: potenza della Mostra del Cinema di Venezia che tende a ingigantire tutti i fatti e gli eventi che la riguardano. Ma che Illuminati sia stato un “grande” del nostro cinema io personalmente lo so da lungo tempo solo che, da ricercatore selvaggio quale sono, non ho mai avuto la possibilità di continuare nel lavoro di scavo dell’opera di un regista che lavorò con Francesca Bertini e scoprì, tra le altre, Leda Gys e Maria e Diomira Jacobini. Non hanno parlato, i curatori della sezione veneziana, di “Selika” e non hanno approfondito neppure il perché, nel 1941, Illuminati girò “Il vetturale del San Gottardo” con un regista tedesco, Hans Hinrich, nominato a forza “aiuto”. Ma questa è davvero un’altra storia che però non toglierà nulla al fatto che a Venezia si vedranno, diretti da Ivo Illuminati, Osvaldo Valenti, Giovanni Grasso Jr., Mariella Lotti e Germana Paolieri. Almeno per oggi la soddisfazione è grande. Il “mio” Illuminati esce finalmente dall’oblio.
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