Mandiamo Michele Fazioli alle Svalbard
Stamattina sul “Corriere del Ticino” Michele Fazioli, a una settimana esatta da un precedente commento dello stesso tenore, ci allieta con le sue acute riflessioni sul riscaldamento globale. Ahimè, il suo pregevole commento non è on line, sicché posso citarlo solo parzialmente.
Stendiamo un velo pietoso sulla menata dei 16 scienziati, della quale abbiamo già detto. Torniamo piuttosto sul tormentone dell’inverno freddissimo:
Scrivevo la scorsa settimana che il surriscaldamento del pianeta (per il quale figura fra i maggiori imputati l’uomo malvagio) non ha evitato l’arrivo di un inverno freddissimo, come quelli di una volta. E dicevo dello sgomento nostro di profani di fronte alle artiglierie scientifiche e mediatiche che da anni ci bombardano con la tesi del mondo a cuocimento lento.
Lo sgomento Fazioli, per opporsi al “dogma pregiudiziale” (così lo chiama lui), sviluppa un ragionamento formidabile:
In quanto poi al CO2 famigerato, si pensi che nell’800 tutto il mondo si scaldava e produceva a legna e a carbone, stendendo un velo fuligginoso e inquinante nell’aria globale. E proprio allora ci fu tuttavia la famosa “piccola glaciazione”.
Arrivato a questo passaggio, lo ammetto, ho strabuzzato gli occhi. Onestamente non potevo crederci. Giuro: una fesseria di questo calibro non me l’aspettavo proprio. Vale la pena, allora, smontarla punto per punto.
- Notiamo anzitutto che mette sullo stesso piano la combustione della legna e quella del carbone. Come se entrambe avessero le stesse conseguenze sull’arricchimento dell’atmosfera in anidride carbonica. Mai sentito parlare di una cosa chiamata “ciclo del carbonio”, evidentemente.
- Poi c’è il riferimento al velo fuligginoso e inquinante. Che c’entra con i gas serra, che provocano il riscaldamento globale? Boh! Semmai, la fuliggine raffredda.
- Infine, la “piccola glaciazione”. Ma dai? Ci fu una piccola glaciazione nell’Ottocento? Se Fazioli si riferisce alla Piccola Era Glaciale, sappia che ebbe il momento di massima intensità nel Sei-Settecento e che proprio nell’Ottocento la temperatura riprese a salire.
La Piccola Era Glaciale si situa nel Sei-Settecento. E quando ricomincia a far caldo? Nell'Ottocento. Vorrà dire qualcosa? (Cortesia: R.A.Rhode)
Insomma, una simpatica collezione di scempiaggini inanellate una dietro l’altra.
Neanche a farlo apposta, proprio in questi giorni ricevo due comunicazioni.
La prima da Luca Mercalli, che mi segnala la risposta di 38 climatologi alla lettera dei 16 scienziati. Si noti bene: sono 38 e sono tutti climatologi. Tutta gente che con il clima ci fa colazione, pranzo e cena.
La seconda da un amico che mi invia le foto scattate dalla figlia di un suo conoscente in un fiordo delle Isole Svalbard.
Isole Svalbard: così il fiordo si presentava un anno fa, nel febbraio del 2011. L'oceano è coperto da una coltre di ghiaccio.
Lo stesso fiordo pochi mesi fa: siamo nel novembre del 2011.
Ora. Di ghiaccio nel fiordo non se ne vede. Ma secondo Michele Fazioli fa più freddo. Sì, certo: a casa sua.
Solo un aneddoto? Evidentemente no. La cartina pubblicata dal National Snow & Ice Data Center, pure segnalatami da Mercalli, lo conferma.
Questi sono i fatti. E adesso chi glielo dice a Fazioli? (Cortesia: NSIC)
Michele Fazioli conclude:
Mi ricorda un sapientone che diceva: se la realtà smentisce il mio giudizio, tanto peggio per la realtà, io mantengo il mio giudizio.
Pervicacemente concentrato sul proprio ombelico perché convinto che sia il centro dell’universo mondo, Fazioli conclude che, siccome qui e ora fa freddo, allora il paradigma climatico del riscaldamento globale va messo in dubbio. Per ampliare il suo sguardo sulla realtà (quella vera, non solo quella che vede lui), gli consigliamo un soggiorno di almeno un anno alle Svalbard, in compagnia di un termometro e di qualche buon testo di fisica dell’atmosfera. Se poi si porta dietro anche Zichichi è pure meglio.