Magazine Cultura

Il mio ospite d’onore

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Il mio ospite d’onoreNo, non ho affatto smesso di scrivere. Diciamo solo che da qualche tempo a questa parte non ero in buoni rapporti con il web e con i contenuti o le forme che, per essere popolare e molto frequentato, un blog richiederebbe. La lettura su Internet pretende tempi brevi, linguaggio semplificato, frasi corte che vadano dritte al punto senza perdersi in troppi meandri. Banditi i punti e virgola che allungano il brodo e sconsigliata ogni forma di subordinata. Non è un granché divertente, per chi ami avere con la parola un rapporto complesso, articolato, fatto di lunghe discussioni, scontri e riconciliazioni a base di tempi diltati e approfondite spiegazioni reciproche. E qui in rete, esattamente come succede per i sentimenti, le amicizie, o le passioni sessuali, anche la scrittura rischia di perdere d’intensità.

Così sentivo il bisogno di disintossicarmi, e di vedere se qualcuno se ne sarebbe accorto, se qualcuno avrebbe sentito la mancanza dei miei frequentissimi post. Ringraziando il cielo, nessuno si è lamentato del mio silenzio, nessuno ha denunciato la mia scomparsa. E questa è una buonissima notizia, perché mi rimette in pace con le mie idee circa la scrittura da blog, confermandomi che essa può anche essere, al pari di quella sulla carta stampata, espressione di un bisogno personale del tutto sconnesso dalle esigenze di Google Analytics.

Pensare al blog come una pagina di appunti liberi in cui non è strettamente necessario preoccuparsi di chi legge mi fa tornar la voglia di esprimermi come meglio mi pare e piace, sgombrandomi la mente dall’angoscia a proposito di quanti “Like” o commenti il mio contenuto prenderà, angoscia che, se una volta identificava lo scrittore, adesso è di tutti, anche di chi scrive tre righe su Facebook riuscendo a farcirle con sette errori di ortografia.

Finalmente, dunque, mi sento desideroso di riappropriarmi del mio spazio, uno spazio in cui ogni potenziale visitatore è costretto, per capirci qualcosa, a passare il tempo biblico di almeno cinque minuti su ogni post.

Chiunque deciderà di adeguarsi alle regole qui vigenti sarà il mio ospite d’onore. Tutti coloro che, invece, si stancheranno già alla seconda riga (peraltro senza mai trovare neanche un errore di ortografia) non saranno mai da me considerati come lettori perduti ma sempre come navigatori che, finendo qui per caso, hanno solo sbagliato indirizzo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines