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Il mio Pane Integrale

Da Tatianadigrazia
Il mio Pane Integrale

Sono mesi che non faccio altro che impastare farina integrale, variando le farine e cercando quella migliore. Non credo di averle provate tutte quindi evito di darvi suggerimenti su marche usate in questa settimana, non vorrei pentirmene la prossima quando ne avrò sicuramente provata un’altra! Ciò che non varia in questi miei esperimenti è senza dubbio la ricetta, che devo ammettere essere molto banale e poco innovativa, ma non modificandola mai mi consente un confronto alla pari tra le diverse farine che adopero.Chi mi segue sui social media avrà certamente notato anche il fatto che mi sto appassionando all’argomento sale e ai diversi tipi di sale. Oggi vorrei porre l’accento sul sale rosa dell’Himalaya. Non mi dilungherò in un articolo vero e proprio ma vi lascio qualche informazione per incuriosirvi. Il mio Pane Integrale
Il sale rosa dell’Himalaya proviene dall’estrazione delle miniere di sale presenti sulla catena dell’Himalaya che si sono formate durante un processo durato 250 milioni di anni. Sembra che l’estrazione di questo sale sia in netto aumento, vista la domanda del mercato.Il sale rosa dell'Himalaya diverso dal comune sale da cucina composto sostanzialmente da cloruro di sodio e soggetto all’inquinamento dei mari e degli oceani. Il sale himalayano è primitivo e puro, proprio come quando si era depositato nel suolo migliaia di anni prima, ricco di sali minerali (ne contiene più di 80), del tutto mancanti nel sale da cucina.  Il colore rosa del sale è dato dalla presenza di ferro, oltre al fatto che non viene sottoposto a nessun tipo di trattamento sbiancante. Ha un sapore delicato e in qualche modo diverso rispetto al sale da cucina comune, forse più tenue, non tende a coprire e snaturare il piatto, anzi a parer mio sembra che ne esalti il sapore e gli aromi. Ha diversi effetti benefici sull’organismo; innanzitutto limita molto la ritenzione idrica e crea minori problemi agli ipertesi. Questi sono gli aspetti più importanti. Poi sembra avere un potere equilibrante sul livello di pH cellulare, controlla dei livelli d’acqua presenti nell’organismo, favorisce la salute dei reni, riduce i crampi e l’invecchiamento cellulare.Essendo un prodotto che certamente non è a chilometri zero ed essendo la sua domanda nettamente in ascesa è possibile immaginare che le condizioni di lavoro, per ciò che concerne il trasporto e l’estrazione, non siano sostenibili; sembra che il sale venga spostato a mano in sacchi pesantissimi da forze lavoro prevalentemente femminili e per distanze ragguardevoli. Inoltre in molti pongono l’accento anche sul fatto che l’estrazione imprevidente possa andare ad intaccare e, alle brutte, ad abbattere, un vero e proprio patrimonio naturale.Vorrei porre l’accento su quest’ultimo dato, perché se è vero che ha moltissimi benefici per la salute è altrettanto vero che spesso questi fenomeni portano ad un degrado ambientale o comunque, ad un impoverimento delle risorse ambientali, sfruttamento del lavoro, inquinamento nel trasporto ecc. Considerato che l’uomo è molto bravo a scoprire i prodotti e il seguito di utilità, ma poi quando si tratta di consumo/consumismo e soldi perde letteralmente la testa provocando danni irrimediabili, è il caso di consumarlo con molta parsimonia e monitorare questa risorsa, come in teoria andrebbe fatto con tutte le risorse limitate che madre natura ci offre.(Per maggiori informazioni vi lascio un link che chiarisce in modo approfondito questo argomento: http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/13064-sale-himalayano-benefici-controindicazioni) Dose per 6 pani1.5 kg di farina di grano tenero integrale macinata a pietra possibilmente biologica15 g di lievito di birra disidratato 2 cucchiai di miele 800 ml di acqua a temperatura ambiente (quantità soggetta a variazione, dipendente da diversi fattori, il primo è l’umidità della farina)3-6 cucchiai di olio extravergine d’oliva estratto a freddo possibilmente artigianale18 g di sale rosa dell’HimalayaIn una terrina capiente mescola la farina con il lievito. Aggiungi il miele, l’olio, l’acqua e in ultimo il sale. Impasta per qualche minuto. Lascia la pasta a lievitare in una terrina pulita per 3-4 ore coperta con un canovaccio e al riparo da correnti.Una volta che la pasta è lievitata forma i pani, io ho fatto dei tagli verticali che durante la cottura hanno dato vita ad un pane a ventaglio. Cuoci per 60 minuti circa (i primi 15 minuti a 220°C, poi cala la temperatura del forno a 180°C e mantienila costante fino a fine cottura). alla prossima, Tatiana

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