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Il mio "progetto politico"

Creato il 03 gennaio 2012 da Laperonza

 

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Chiariamo un punto, perché altrimenti sembra che tutti sappiano quello che ho in mente di fare tranne quello che dovrebbe saperlo, cioè io. Sono una persona abituata a dire quello che pensa senza tante mediazioni. Dico quello che penso con estrema tranquillità, spesso senza asti, sempre senza secondi fini. Lo dico come lo direi ad un gruppo di amici ma, dato che lo scrivo su un blog che è pubblico e che chiunque può vedere e leggere, e dato che, ad esempio, quello che scrivo, dico e quindi penso lo scorso dicembre è stato letto, visto e, spero, capito per quasi ottomilacinquecento volte, questo mio esprimere semplicemente la mia modesta opinione diventa qualcosa di più di due chiacchiere tra amici: diventa politica.

 

Fare politica nel senso letterale del termine significa occuparsi della polis, della città, della cosa pubblica, Dato che in questa città e in questa nazione (e, se vogliamo, in questo mondo) ci vivo, mi piace occuparmene piuttosto che subire prono le decisioni degli altri. Che poi tocchi subirle lo stesso è un’altra questione. Quindi quando quelli che tanto mi conoscono e tanto hanno da dire su di me affermano che Luca Craia fa politica dicono assolutamente il vero.

 

Sbagliano invece quando pensano di conoscere i miei programmi. Sbagliano soprattutto quando si dicono certi che il mio “progetto politico” sia un progetto elettorale. Il mio “progetto politico” si limita, appunto, allo scrivere e al condividere i miei pensieri e le mie opinioni con chi abbia la bontà di leggerle, magari sperando di scuotere qualche coscienza, magari sperando di poter cambiare qualche cosa. Non ho velleità elettorali. Non ne ho mai avute, almeno in tempi recenti. Non credo ne avrò in futuro. Non ho alcuna intenzione di candidarmi alle prossime elezioni comunali come tanti pensano e non ho alcuna intenzione di infilarmi in un qualsiasi partito esistente. Tantomeno (ho sentito anche questa assurdità) sto progettando di crearmene uno mio.

 

Quello che voglio fare, sempre che sia consentito, è continuare ad esprimere la mia opinione, conscio che questo possa arrecare disturbo, imbarazzo e, qualche volta, approvazione e condivisione. Quindi i cosiddetti politici, quelli che per politica intendono non solo il bene della polis ma anche il proprio (molto spesso in primis il proprio) possono stare tranquilli: non verrò a togliere loro quella decina di voti che forse prenderei qualora decidessi di candidarmi. Ma cercherò di continuare a dire la mia e, se questa non dovesse combaciare con la loro, beh… ce ne faremo tutti una ragione.

 

Luca Craia

 


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