Giuseppe Raineri “Giusepòn” (da Oglio Po News)
Il nostro Giuseppone se n’è andato. Figura caratteristica per Casalmaggiore, artista eclettico, ottimo tenore. Una persona di rara umanità e generosità. Ai tempi della “Corrida” di Corrado creava le sue opere d’arte nella cascina di mio nonno a Vicobellignano e ci si vedeva tutti i giorni. Avevo più o meno quattordici anni e trascorrevo le lunghe ed afose giornate estive in campagna fra partite di pallone con alcuni amici e passeggiate a cavallo. Poi arrivò lui, si sistemò in uno stanzone con l’attrezzatura ed iniziò a lavorare invitandomi ad andare a vedere quello che stava dipingendo. Arrivava in sella alla sua fedele bicicletta e si fermava tutti i giorni fino a tarda sera. Mentre dipingeva cantava e parlava moltissimo. Mi raccontava nei minimi dettagli cosa stava facendo e perchè lo stava facendo con dovizia di particolari ricorrendo a moltissimi aneddoti. Mi spiegava il perchè quasi di ogni singola pennellata. In quel periodo era piacevolmente “ossessionato” dal fiume Po, ma quale artista in fondo resterebbe indifferente di fronte alla maestosità del grande fiume, ai suoi colori, alla sua natura? Molto tempo lo trascorreva a preparare le tele. Le sabbiava con la sabbia delle nostre rive: diceva che rendeva meglio il colore, che fissava bene l’immagine. Curava la preparazione dei materiali con una precisione incredibile. Mi regalò tanto materiale con cui esercitarmi ma personalmente non sono mai stato portato per l’arte. Qualcosa però Giuseppone me l’ha trasmesso durante quei lunghi pomeriggi trascorsi in compagnia: la passione per la nostra terra, per Casalmaggiore e la sua gente, con tutti i pregi e tutti i difetti. Una passione forte e genuina. L’orgoglio con cui raccontava le sue opere era l’orgoglio di un vero maggiorino. E possedeva la simpatia trascinante di un uomo semplice che più semplice non si può. Come disse lo scrittore Charles Dudley Warner, contemporaneo di Mark Twain: “semplicità è fare il viaggio di questa vita con solo il bagaglio necessario”. E Giuseppone seguiva proprio questa regola. Mancherà a Casalmaggiore un personaggio come lui e noi non possiamo fare altro che augurargli un sereno riposo ovunque egli sia, immaginandolo magari in sella alla sua bicicletta mentre girovaga per il Paradiso cercando qualche altro soggetto da ritrarre, mostrando a cherubini e serafini la testa del chiodo su cui aveva scolpito il volto di Garibaldi. La scultura più piccola del mondo creata da un uomo con un cuore grande così. Ciao Giuseppe.
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