>>Il mio sorriso li seppellirà

Creato il 31 ottobre 2012 da Felice Monda

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Una giornata in cui ben cinque persone hanno perso la vita sul lavoro o a causa del lavoro.
Anche oggi una giornata dove sollevato il coperchio della corruzione e della disfatta ideologica di questo paese altri nomi di persone disoneste si difendono dall ‘indifendibile con fare arrogante.
Anche oggi non fa stupore leggere di persone che con gravi danni fisici ,colpite da malattie rare si vedono l’accompagnamento sanitario negato.
Anche oggi polizia violenta contro gli studenti di Via Verdi a Torino, manganelli che si sollevano, voci che si alzano di tono ,mani che si sporcano di sangue e dentro solo desolazione, stordimento, voglia di non vedere davvero cosa stiamo diventando.
Ed allora si, torno indietro ad un commento che mi è stato fatto solo due giorni fa in cui mi si diceva che scrivo tutto cuore e torno a mettercelo questo cuore che è stanco di assistere ad eventi che lo sfibrano,che gli regalano cicatrici, che lo fanno stare male.
Sono qui e mi rannicchio contro i mie pensieri ingarbugliati e non riesco a capire cosa ci sia di male (in questo momento in cui tutti stiamo nostro malgrado vivendo) nel lasciarsi andare e nello smettere di avere il pudore per i sentimenti buoni che invece meritano di essere lasciati liberi di volare e di raccontare senza dover temere per questo, senza dover avere vergogna perché non è delle cose vere e sincere che bisogna vergognarsi .
Bisognerebbe vergognarsi per la non reattività, per il “silenzio urlante” della svogliatezza che ha attanagliato le anime, per le scuse che si accampano pur di sentirsi con la coscienza a posto quando invece in fondo sappiamo che avremmo potuto fare qualcosa in più per evitarci tutte queste delusioni che arrivano freddamente spegnendo il caldo che abbiamo dentro.
Sono qui e non penso a chi leggerà, non penso a cosa penserà di me dopo aver letto, penso solo a far arrivare tutto questo tormento, tutto questo mare agitato che mi porto a spasso da un po’ in attesa della bonaccia che torni a farmi solcare le onde della vita con lo stesso piacere che provavo fino a poco tempo fa, fino a prima che i sogni si infrangessero contro gli scogli dell’indifferenza altrui.
Ora si, occhi come mari ancora da navigare si stanno bagnando perché non trovano le parole per tanta tristezza e per tanto scempio.
Queste non sono solo le lacrime degli occhi ma sono le lacrime del cuore che si tormenta perché questo mondo e questa vita non sono quelle che avrebbe desiderato vivere.
Le sento scendere e bagnarmi il viso, le sento forti e senza vergogna, le sento presenti e soffocate per troppo tanto tempo, le sento scivolare e le lascio andare perché devono trovare la strada e me la devono indicare.
Resto qui nella mia oasi e lo chiudo per un attimo fuori questo mondo che non sa che farsene di persone che si commuovono ancora per cose e concetti a detta di molti superati, banali, non voglio più sentire, non voglio più assistere a scene così, non voglio più tutta questa violenza intorno, non voglio più avere accanto persone che non sanno emozionarsi, non voglio rinunciare alla speranza di avere ancora qualcosa di bello nella vita, qualcosa per cui valga ancora la pena sentirsi vivi nonostante questa grigia sera di ottobre.
Le sento calde queste lacrime che sanno di mare, le sento piene di vita, le sento in sintonia con tutto ciò che non riesco a dire qui.
Voglio guardare il mondo con i tuoi occhi, voglio vedere quello che vedi tu, voglio stupirmi come se fossi ancora una bimba che esprime l’entusiasmo ragazzino per ciò che l’attenderà, voglio capirlo questo mondo, voglio arrivare laddove nessuno è riuscito ad arrivare, voglio credere ancora nell’anima della bellezza delle cose e decido che non avrò paura di farmi male o di sembrare inadeguata a questa nuova vita, ci voglio provare e devo riuscire.
Molte cose sono cambiate nella mia vita come credo in quella di molti di noi.
Ci hanno messo ai margini del mondo senza domandarsi e domandarci se fossimo d’accordo, ci hanno dato come eredità un mondo alla sbando e il concetto di precarietà che si sposa quasi con ogni aspetto della vita ultimamente.
Tutto precario anche l’equilibrio che cerchiamo di trovare quando ogni giorno ci svegliamo all’alba per molti ma per quanto riguarda noi sappiamo benissimo di trascorrere notti insonni alla ricerca di una soluzione che possa tornare a farci sorridere ancora.
Non abbiamo altra scelta se non quella di non consegnarci mai agli altri essendo diventati ciò che non volevamo diventare.
Allora fuggo si fuggo, riesco a fare bene solo quello, fuggo dalle strumentalizzazioni, fuggo da chi non mi accetta per come sono, fuggo da chi mi vuole manipolare, fuggo da chi si arrende senza nemmeno provare, fuggo da chi prova vergogna nel raccontarsi, fuggo da chi scambia l’educazione e la sopportazione per sentimenti dovuti quando fai una fatica bestiale per non lasciarti prendere la mano.
Non posso fuggire da me stessa, non posso non capire che ciò che sento non ha nulla a che fare con la banalità, non posso far tacere questa voce che attraverso queste parole che si stanno rincorrendo si racconta .
Vorrei per una sera non sentire niente di brutto,vorrei vedermi non costretta a mettere da parte il cuore che ultimamente ci vergogniamo di possedere, vorrei poterle spiegare queste ali e sollevarmi verso orizzonti colorati che profumano di buono e dimenticare quanta indifferenza circonda sempre le buone persone, le persone con l’anima buona, quelle che sono la parte migliore di ognuno di noi.
Non dobbiamo e non possiamo permetterci di avere il pudore dei sentimenti buoni e continuare a vedere sbandierare quelli dei furbi senza umiltà.
Dobbiamo viverci ma dobbiamo anche farci vivere dagli altri, dobbiamo avere sempre la gioia di un nuovo giorno fosse anche solo perché inizierà ascoltando la nostra canzone preferita oppure sentendosi dare il buongiorno dalla persona che amiamo.
Dobbiamo sempre trovare un motivo per essere grati alla vita ed ora quelle lacrime che prima scendevano non scendono più. Guardami campeggiare da questa foto, il sorriso che vedi è per te che ora conosci qualcosa in più di me.

di Anna Lisa Minutillo


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