Costretta a casa dalla febbre, mi sono sorbita – così per passare il tempo – buona parte della conferenza di Renzi, il che ha confermato quanto ho scritto l’altro giorno.
Ottimo affabulatore, parla a braccio, risposta sempre pronta, nessuna esitazione e, ogni tanto, qualche battuta spiritosa: ecco il piazzista che vende il suo prodotto, consistente nella sua propria persona.
Ma tutto l’ottimismo che sparge attorno a piene mani non trova riscontro nei fatti.
L’aumento del PIL? Certo, c’è stato, ma in misura irrisoria, e siamo comunque ultimi tra i paesi europei.
Consenso? Beh, per raggiungere la maggioranza ha dovuto comprare una parte dell’opposizione (poi tutti a scandalizzarsi per Scilipoti… Quanti ne ha comprati il Premier?).
I rapporti con la Merkel? Ottimi a livello personale. Ma Frau Angela lo ha spesso snobbato…
Il “capolavoro ” dell’Italicum? Votando adesso il PD vincerebbe al primo turno. Sicuro? Per mio conto sente il fiato del M5S sul collo, e probabilmente prima della fine del suo mandato qualcosa cambierà. Lui si vanta di aver preso il PD al 25% è di averlo fatto salire al 40%, però gli ultimi sondaggi lo danno al 32% con tendenza al ribasso.
Le “mance” elettorali? Un investimento sulla cultura, con i 500 euro elargiti ai giovani che nel 2016 avranno l’età per votare. Ma le spese per la messa in sicurezza delle scuole sono saltate.
La pubblica amministrazione è ancora in ritardo con i pagamenti (uno dei suoi punti programmatici).
Ha bloccato le pensioni, anche quelle non certamente d’oro, nell’ordine di circa 3000 euro LORDI. I contratti di lavoro sono fermi da anni, ma in compenso c’è il Job act, e non so quanti vantaggi abbia portato se L’ISTAT invece lo contraddice. Poi con l’aumento dell’età pensionabile ci sarà sempre meno spazio per i giovani, che quindi preferiscono emigrare.
Il debito pubblico poi è aumentato in misura abnorme.
In tempo di congiuntura favorevole, con il prezzo del petrolio in continua discesa, il “quantitative easing” , il cambio favorevole con il dollaro ed il traino che avrebbe dovuto provocare l’Expo, si sarebbe potuto fare molto, ma molto di più.
L’ultima chicca? “Sono fiero di appartenere alla prima generazione di politici senza vitalizio”. Ma pure qui c’è l’inghippo, spiegato molto bene nel trafiletto di Fabrizio Boschi.

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