Alan Turing, cioè l'uomo che, negli anni della guerra contro Hitler, riuscì a trovare la chiave per decodificare i messaggi generati da Enigma, la macchina che i nazisti ritenevano inviolabile: risultato di gran lunga superiore a una vittoria sul campo. Ma anche l'uomo che in molti indicano come il padre - uno dei padri - del computer. L'uomo che si è posto - e ci ha posto - domande che ancora danno le vertigini e che sanno di film di fantascienza, tipo: si può dire che una macchina calcolatrice automatica sia in grado di pensare?
Per saperne di più mi sono procurato L'enigma di un genio di Nigel Cawthorne (Newton Compton), rapida biografia che sa di libro fatto uscire in occasione del film, e che pure sa restituire, almeno in alcune pagine, il fascino del personaggio. Non solo lo scienziato, anche la persona: il ragazzo scontroso sui banchi di scuola, il giovane che correva quasi per punire il proprio corpo e che doveva arrivare fino alle Olimpiadi, l'omosessuale che la (sedicente) giustizia britannica condannò a una sconcertante castrazione chimica, l'uomo scomparso con morte prematura e misteriosa (suicidio? omicidio? incidente?), pare per una mela all'arsenico.
Non è un gran libro, ma c'è Alan Turing. In attesa del grande romanzo che merita.