Racconta un mito, probabilmente molto antico, che una volta Posìdone, Era e Atena congiurarono contro Zeus per spodestarlo; Posìdone stesso avrebbe dovuto prendere il suo posto. La titanessa Teti e il centìmane Briareo svelarono però il complotto a Zeus, il quale corse ai ripari; Posìdone,per punizione, fu condannato a servire presso il re di Troia, Laomedonte, e a costruire per lui le mura di quella città.
Secondo alcuni anche Apollo avrebbe partecipato a quella congiura ricevendo poi lo stesso castigo, così che le mura di Troia sarebbero state costruite in comune dalle due divinità. Portate a termine le mura e scontato così il castigo, Posìdone chiese al re la ricompensa che avrebbe dovuto ricevere, ma Laomedonte non solo gliela rifiutò: osò perfino schernirlo e minacciarlo. Si può dunque immaginare la rabbia del nume.
Naturalmente Posìdone non si rassegnò a quell'offesa e, poco dopo, mandò contro la città un mostro marino che divorava tutti coloro che si avventuravano sulla spiaggia dinanzi alla città. In Troia vi fu una generale costernazione, i cittadini pretesero che si interrogassero gli oracoli per sapere quel che si poteva fare per allontanare quel flagello, e gli oracoli risposero che l'unico mezzo per liberarsi dall'orribile bestia era di darle in pasto la stessa figlia del re, la bella Esìone.
Vedremo più avanti come Eracle giunse in tempo a salvare questa fanciulla quando già era stata incatenata e offerta al mostro. Ma questa è tutta un'altra storia...
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