Alessio Boni è il protagonista della miniserie Walter Chiari, fino all’ultima risata, in onda domenica 26 e lunedì 27 febbraio su Raiuno. La fiction, una coproduzione Rai Fiction – Casanova Multimedia di Luca Barbareschi, per la regia di Enzo Monteleone, racconta la vita del celebre attore, dalla fabbrica ai successi televisivi e cinematografici, fino ai tristi giorni della detenzione e della solitudine. «Walter Chiari era un fuoriclasse, elegante e ironico. Ma anche una grande maschera tragica. La sua forza quella di non prendersi mai sul serio. Confesso è stata dura, uno dei ruoli più difficili della mia carriera. Quando rientravo in albergo al termine delle riprese talvolta mi sono lasciato prendere dallo sconforto … quell’uomo è inafferrabile, come il suo sguardo» ha raccontato Boni all’ANSA.
L’attore si è immedesimato anche fisicamente nel personaggio, come ha rivelato in un’intervista a La Stampa: «Me lo chiedono in molti e io non posso che trarne alcune conclusioni. Io sono della provincia di Bergamo e lui di Verona. Quella comicità mi appartiene. Corrugare la fronte in un certo modo, le energie sincopate, quasi jazzistiche che vedevo in famiglia. Un’energia che volevo cogliere. La risata grassa e il doppio senso sono mondi lontani». Walter Chiari ha vissuto una vita a doppio senso, dal successo alla caduta: «Dei suoi ultimi 21 anni si sapeva molto poco. Lui che era il numero Uno, si era ridotto a fare spettacolini in emittenti locali per sbarcare il lunario. Fino al 22 maggio del 1970, poteva tutto. Poi l’arresto e i 100 giorni di carcere. Uscì che suo figlio era già nato, prima del processo che lo scagionò dall’accusa di spaccio e niente fu più come prima. Eliminarono i suoi caroselli. Il Sistina lo cancellò, Alida Chelli lo lasciò, i tanti amici che lui aveva beneficato, sparirono. Additato al pubblico ludibrio, era un uomo solo». Il figlio Simone Annichiarico, conduttore tv attualmente impegnato con Italia’s Got Talent su Canale 5, a proposito della fiction ha affermato: «Alessio Boni mi ha commosso. Ha riportato in vita mio padre. E’ l’unico che poteva farlo».
La narrazione comincia nel 1970 quando, appena tornato dall’Australia, Walter Chiari viene prelevato dalla Guardia di Finanza e portato in galera con la pesante accusa di spaccio di droga. L’incarcerazione è per l’attore un momento per fermarsi e ripensare alle sorti di una vita che, fino a quel momento, era stata un’ascesa continua. La fiction racconta con cura la stagione degli amori chiacchierati con le grandi stelle del cinema e della tv degli anni Sessanta: Lucia Bosè (Caterina Misasi) e Ava Gardner (Anna Drijver), l’amicizia con Valeria Fabrizi (Bianca Guaccero) e poi, prima la conoscenza e poi l’amore con Alida Chelli (Dajana Roncione), una giovane attrice che sposerà e che gli darà un figlio, Simone (Federico Costantini), nato durante il soggiorno in carcere di Walter. E proprio il rapporto con Simone è un’altra delle tematiche che la miniserie non trascura di affrontare e su cui è incentrata la seconda puntata che racconta la depressione di un grande artista tagliato fuori dai grandi palcoscenici e lasciato solo a morire in un piccolo appartamento di Milano. «Walter Chiari ha dato tanto allo spettacolo italiano. Ha divertito generazioni diverse. E’ stato maltrattato e dimenticato troppo in fretta. Con questo film abbiamo cercato di ricordarlo» ha dichiarato il regista Monteleone.