Sono due i modelli di donna che la Tv propone. Quello che più spesso viene criticato è quello della valletta, velina, schedina e quant’altro. L’impatto di immagine di un simile modello è infatti immediato. Non è difficile accorgersi che si tratta di un’immagine sbagliata. In esso è infatti evidente la riduzione ad oggetto della donna. Si percepisce immediatamente l’umiliazione, lo sdegno di fronte a donne trattate come carne da esporre nel business del porno soft. Ma la nostra tv non propone solo questo modello. Nessuno vorrebbe infatti che l’intero universo femminile si trasformasse in un esercito di prostitute senza cervello. E allora ecco qual è la soluzione prospettata per chi non si identifica con queste. Ecco il modello 2 della televisione italiana. Meno evidente qui la discriminazione, meno immediato lo sdegno, almeno per chi non ha l’occhio allenato. Stavo guardando blob l’altra sera, e quando è finito non ho cambiato canale come sono solita fare. Mi sono imbattuta, mio malgrado, in questa “nuova” (in realtà era andata in onda già nel 2008) sit-com con protagonisti Marina Massironi e Flavio Insinna. Qui una puntata chiarificatrice. E qui di seguito la presentazione del programma:
“La famiglia Mancini è composta da mamma e papà poco più che quarantenni, Franco e Silvana, e dai loro due figli,Marco e Alessia, rispettivamente di 22 e 16 anni. Vivono a Milano, in un’accogliente casa di ringhiera.
Franco, interpretato da Flavio Insinna, è un romano con residenza da molti anni nel capoluogo lombardo, dove gestisce un autonoleggio di sua proprietà. E’ un uomo con molti difetti ma in fondo buono e disponibile, ed è un vero talento in battute e goffaggini. Ha sposato Silvana, Marina Massironi, professoressa precaria di Lettere, donna elegante e paziente, moglie e madre aperta, un po’ ansiosa. Marco e Alessia, diversi per carattere e vitalità, portano nel luogo più vissuto della casa i problemi e le leggerezze della loro età.”
Niente di diverso quindi del modello di donna che tanto hanno cercato di combattere le nostre madri. Siamo ancora allo stesso punto. L’unica differenza è che, accanto a questa immagine si è affiancata quella della donna-oggetto-sessuale. Un modello non elimina l’altro. Sono forse complementari. Sono forse il risultato del mondo perfetto per l’uomo, mogli premurose e prostitute pronte a tutto. Chi può volere di più?
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