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Il modello di Nelson. 1 parte

Da Psychomer
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Matteo Radavelli
ottobre 18, 2010Posted in: psicologiaIl modello di Nelson. 1 parte

Questa studiosa americana si è occupata dello sviluppo della conoscenza non dal punto di vista delle strutture mentali, come Piaget, né di quello dei processi o sistemi di codifica, come Bruner, ma dal punto di vista dei contenuti. Il suo obiettivo è comprendere l’evoluzione di un particolare sistema di conoscenze, importantissimo per l’uso del linguaggio: il sistema concettuale.

L’ambito teorico è il cognitivismo, al quale fa riferimento con il concetto chiave di Memoria a Lungo Termine.

La MLT è organizzata, in base a quanto proposto da Tulving, in due subsistemi che differiscono per il tipo di informazioni che contengono e per il modo in cui le organizzano. Sono la memoria episodica e la memoria semantica.

La memoria episodica rappresenta la memoria autobiografica, incorpora la storia personale e l’identità dell’individuo e come tale differisce da soggetto a soggetto, immagazzinando i ricordi di particolari oggetti o eventi che si riferiscono ad esperienze personali. Il modo con cui l’informazione viene conservata è: associativo, cronologico, legato ai contesti spazio-temporali.

La memoria semantica contiene le rappresentazioni relative ai concetti e alle loro relazioni, agli eventi e alle situazioni che si ripetono in modo stabile e che hanno significato socialmente condiviso. Pertanto essa contiene la conoscenza sia degli oggetti del mondo fisico sia quella delle relazioni e  situazioni sociali.

La memoria semantica è caratterizzata dal sistema semantico che sottostà a, e rende possibile, l’uso del linguaggio, rendendo le conoscenze concettuali facilmente accessibili. Non è altrettanto facile accedere a tutti i contenuti della memoria episodica. Un’altra differenza importante tra le due memorie è che le conoscenze organizzate nella memoria semantica sono condivise da tutte le persone di una certa cultura, mentre quelle della memoria episodica sono individuali.

La memoria semantica contiene quindi rappresentazioni mentali astratte, tra cui i concetti e gli schemi.

Katherine Nelson muove dal presupposto che i due sistemi di memoria non siano indipendenti e che tra essi avvengano degli scambi: rappresentazioni della memoria episodica possono venire trasferite alla memoria semantica se una particolare conoscenza di tipo episodico è così esemplare o proto tipica da entrare a far parte della memoria semantica e quindi venire utilizzata nella comprensione di input nuovi. Questo presupposto rende legittima l’ipotesi che la memoria semantica derivi nello sviluppo ontogenetico dalla memoria episodica.

Anche tra il concetto e lo script viene ipotizzata una relazione evolutiva, in particolare, lo script (eventi a cui il bambino partecipa attivamente) sarebbe la struttura di conoscenza precedente al concetto.

L’idea originale di Nelson è che la conoscenza basata sullo script preceda la conoscenza concettuale e che dallo script progressivamente si sviluppi il sistema concettuale. Questa ipotesi muove dalla critica alle importazioni, come quelle di Piaget, che prendono in considerazione soltanto la conoscenza del mondo fisico e dall’assunto che la rappresentazione del mondo da parte del bambino include necessariamente esperienze sociali, che costituiscono le esperienze più significative, in accordo con quanto sostenuto da Bruner e Vygotskij.

Dunque la prima vera forma di conoscenza consiste nella rappresentazione di eventi e viene costituita su base esperienziale attraverso la partecipazione a situazioni ripetitive. Essa si manifesta a partire dalla fine del primo anno, ma non è la più primitiva forma di conoscenza,  poiché è preceduta dalle categorizzazioni percettive. Già durante il primo anno di vita il bambino regola il proprio comportamento sulla base di somiglianze e differenze  percepite nella realtà. Nelson ritiene che queste siano semplici categorizzazioni percettive e non veri concetti, poiché non accessibili all’elaborazione mentale non possono essere considerati delle vere forme di rappresentazione, ma semplicemente una discriminazione su base percettiva. Il passo successivo nello sviluppo sarà la capacità di costruire contenuti mentali stabili ed astratti: la prima forma di rappresentazione della realtà e dell’esperienza consiste nello script (o rappresentazione degli eventi).

In una prima fase la rappresentazione dell’evento è globale e indifferenziata poiché gli elementi costitutivi, chiamati slot, non si segregano dalla situazione globale. Affinché la rappresentazione possa venire ricostruita a livello concettuale è necessario che l’evento venga suddiviso nelle parti costitutive e che gli oggetti vengano enucleati dalla rappresentazione globale.

continua…

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