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Il modello di Nelson. 2 parte

Da Psychomer
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Matteo Radavelli
ottobre 19, 2010Posted in: psicologiaIl modello di Nelson. 2 parte

Quando gli oggetti venivano rappresentati nell’evento come immagini percettive, potevano essere ri-conosciuti, cioè identificati per il ruolo svolto nell’evento; quando vengono concettualizzati come entità a sé stanti, possono essere rappresentati pensati di per sé, per le qualità che li caratterizzano e che li definiscono, anche indipendentemente  dalla loro partecipazione ad un certo evento. La più importante manifestazione di questo sviluppo è la rapida espansione del vocabolario del bambino attorno ai 18 mesi, quando impara a denominare gli oggetti che costituiscono gli slot degli eventi più conosciuti.

In sostanza il percorso evolutivo fino a questo punto può essere così schematizzato: dalle categorizzazioni percettive alla rappresentazione globale e indifferenziata degli eventi, alla enucleazione dei diversi elementi che partecipano agli eventi. Da questo momento lo sviluppo segue due direzioni parallele che concorrono alla costituzione del sistema della memoria semantica: da un lato la conoscenza dello script diventa sempre più completa, astratta, precisa, adatta a predire e interpretare il comportamento altrui e a guidare il proprio; contemporaneamente procede il processo di costituzione del sistema concettuale.

Nello sviluppo del sistema concettuale quando gli oggetti che partecipano ad una classe di eventi cominciano a venire separati dalla rappresentazione d’insieme, non vengono immediatamente conosciuti per tutte le qualità che li caratterizzano, ma ereditano dalla struttura da cui hanno origine un forte legame con l’azione alla quale erano associati. In questa fase, detta nucleo funzionale, la conoscenza degli oggetti è ancora fortemente condizionata dalla situazione in cui sono stati esperiti, e infatti essi sono definiti dalle azioni o dagli aspetti dinamici e funzionali. Progressivamente, attraverso ripetute interazioni, al nucleo funzionale si aggiunge la conoscenza degli attributi percettivi. A questo punto il concetto è costituito: è una conoscenza astratta degli oggetti del mondo fisico, separata e indipendente dai contesti cui essi partecipano. Il passo successivo nello sviluppo della memoria semantica consiste nella messa in relazione dei concetti tra di loro sulla base di relazioni logiche, come quelle di opposizione o somiglianza e soprattutto di relazioni gerarchiche (subordinazione, superordinazione).

Secondo numerose evidenze sperimentali, un siffatto sistema concettuale non viene completato prima dei 6 o 7 anni.

Durante l’età prescolare, fra i concetti si stabiliscono relazioni orizzontali e finalmente nell’età scolare anche relazioni gerarchiche .

Soltanto nell’età scolare appaiono quelle che Nelson denomina categorie concettuali e cioè insiemi di concetti gerarchicamente organizzati: gli oggetti dello stesso livello di astrazione vengono ora assunti all’interno di categorie più ampie gerarchicamente superordinate. Il limite a questa età è che tali categorie sono frammentarie, incomplete e non rappresentano strutture di conoscenza utilizzate spontaneamente: i termini categoriali, anche se posseduti, non sono veri e propri organizzatori di concetti, come avviene invece dopo i 6/7 anni di età.

Per quanto riguarda lo sviluppo dello script in questo caso è graduale e avviene sia per influsso dell’esperienza diretta, sia per l’intervento di operazioni cognitive sempre più raffinate. Già a 3/4 anni gli script dei bambini contengono le azioni e i ruoli dei partecipanti e degli oggetti principale, inoltre le sequenze di azioni sono ordinate spazio-temporalmente e talvolta presentano relazioni causali tra una scena e l’altra. Progressivamente si definiscono meglio gli slot costitutivi dello script e ciascuno slot incorpora una varietà sempre più ampia di esemplari. Gli script dei bambini più piccoli sono caratterizzati da una certa rigidità e stereotipia, cioè sono adatti ad interpretare una realtà molto vicina alle esperienze passate, ma non una realtà inattesa. E’ quindi importante considerare nella valutazione dello sviluppo il ruolo dell’esperienza, i fattori maturazionali e il ruolo svolto dalla trasmissione verbale, anch’esso cruciale nella formazione dell’esperienza diretta.

Nel complesso le ricerche di Nelson e collaboratori hanno condotto relativamente allo sviluppo della conoscenza degli eventi dimostrano che essa costituisce il punto di convergenza di diverse linee dello sviluppo cognitivo: le conoscenze sociali, intese come conoscenza del significato delle azioni umane nel loro conteso culturale (influenza di Bruner e Vygotskij) e le conoscenze di tipo logico intese come conoscenza del mondo degli oggetti, delle relazioni di somiglianza tra essi, delle relazioni temporali nelle sequenze di azioni e dei rapporti causali tra eventi (influenza di Piaget).

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Matteo: ciao, sono laureato in Psicologia Clinica e Neuropsicologia. Attualmente vivo e lavoro a Milano. Puoi vedere il mio profilo completo nella pagina "chi siamo" o contattarmi personalmente: Email: [email protected] Sito personale: www.psicologomonzaebrianza.it

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