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Il Monaciello e i guardiani dei tesori

Creato il 13 agosto 2014 da Alessioscalas

Leggendo un bellissimo libro sulla classificazione dei folletti, ho trovato la descrizione di un essere fatato presente anche in Sardegna. Il nome Monaciello forse qui non significherà granchè, ma si tratta fuor di dubbio del nostro “Pundacciu“, o “Baottu de Setti Berrittas“. Leggiamone la descrizione.

Il sottosuolo rigurgita di tesori: vitelli d’oro, galline e pulcini d’oro, capre d’oro, botti d’oro, giare d’argento, pietre e gioielli, granate, perle e corone, corallo, scrigni zeppi di scudi. Tutti questi tesori si trovano nel fondo di grotte, scogliere, montagne, voragini, fiumi, mari; sotto tumuli, menhir, piramidi di erosione, rocce, ruderi di castelli abitati da spiriti malvaggi, o di monasteri..ancora più infestati!
Si conoscono persino alcuni luoghi, indicati con precisione e catalogati, dove basta chinarsi per raccogliere qualcosa di prezioso…Almeno così sostenevano parecchi temerari… che nessuno ha mai visto tornare.
Infatti non basta trovare il luogo fortunato, usare pala e piccone per raggiungere lo scopo, ma è anche indispensabile conoscere tutti i segreti e le astuzie dei guardiani.

Chi vuole tentare l’avventura deve anzitutto rifarsi una purezza morale (cioè un’anima innocente, uno sguardo da bambino), lasciarsi guidare dall’istinto e dalla direzione del vento. Nonostante tutto, è bene sapere che è preferibile cercare dove l’erba spunta più verde e fitta, dove abbondano il muschio e le erbe di san Giovanni (erbe aromatiche), dove ricadono i file della Vergine (le ragnatele) e la coda dell’arcobaleno; dove le Dame Bianche e le fate si intrattengono per parlare di moda.
Il suono delle campane, l’insistente canto dei grilli, il mormorio di un ruscello, voci sconosciute sono tutti elementi che possono condurre il ricercatore sulla buona strada. Ma è presto per cantare vittoria!
Di porte invisibili da aprire ce ne sono parecchie. Si racconta che iscrizioni e disegni incisi sulla roccia indichino il cammino che si deve seguire… ma per decifrarne il messaggio è necessario conoscere la lingua e la scrittura degli Altri.
Bisogna sapere che un cacciatore di tesori di Nani, di Elfi e di Fate si espone a tutti i tiri mancini, a tutti i rischi e ad ogni genere di pericolo, a meno che non sia un prescelto o uno nato con la camicia o che non sia protetto da qualche talismano; altrimenti sono guai… Per prima cosa occorre affrontare i guardiani. Ma il rischio vale la candela.
Qui si può far man bassa delle ricchezze dei Sorgues, dei Tan Noz e dei Tud-Gommon che provocano naufragi. Ma per riuscire a prenderli è indispensabile estrarre le chiavi di fuoco trattenute fra i denti, trasparenti ma taglienti, della Fata Milandra e dalle grinfie del Demone Gaziel; eludere la vigilanza di Zwergla’cher, Signore di Harz, oppure attendere il momento propizio… E qualcuno ce n’è.

Quante delusioni, quanti rischi e quanti fastidi per il cacciatore di tesori… a meno che non riesca a catturare un Monaciello e a sottrargli il cappuccio rosso – dove è concentrata la sua gioia di vivere – obbligandolo così ad aprire le porte delle casseforti alfiche.
Il Monaciello, o piccolo monaco, protegge, a quanto si dice, i tesori dei Nani, ma non è un buon guardiano… Ci sono tante altre cose da fare in Italia che non restare eternamente sotto la tetra rubinetteria delle stalatitti a intorpidirsi il deretano su uno scomodo spigolo di cassa, per quanto dorata sia!…

Aspetto: Paffuto e rubicondo, grassotello come un tordo, con un bel pancione su gambe corte. triplice pappagorgia, naso grosso e all’insù; glabro, bocca a salvadanaio e gioviale; occhio vivace ma cerchiato di blu. Calvo

Abbigliamento: Frac e cappuccio da monaco, tutt’è due rossi; anche i sandali e la mitra vescovile, che porta nei giorni di pioggia, hanno lo stesso colore.

Vitto: Buongustaio, si ripizza di tutto, dalla polenta alla carne. Apprezza il vino e i liquori. Disprezza le verdure smorte e anemiche.

Habitat: A volte occupano abusivamente case vecchie e graziose, dove fanno un tale baccano che la maggior parte delle persone non osa andarle ad abitare; i Monacielli  sono però obbligati a resatre trecento giorni all’anno accanto ai tesori nelle caverne e nelle grotte. Nei rimanenti sessantacinque giorni scorrazzano per tutta l’Italia, la Grecia, in Sardegna e qualche volta in Svizzera.

Stile di vita: Il Monaciello, o Manchetto napoletano, il Mamucca siciliano, il Monachicchio lucano, il Monacheddu calabrese non hanno del monaco se non l’abito; sono tutti famosi sacripanti, ladri, bricconcelli, pizzicatori di sederi, terrore dei conventi di monache, che essi molestano fin dal primo mattino durante le preghiere e sopratutto nelle ore notture.

Attività: Custodiscono (malamente) i tesori dei Nani e delle Fate. I Poulacres o “piccoli monaci grigi”, vigilano sui gruzzoli che i defunti hanno lasciato nascosti. Il Pundacciù ha il compito di vigilare sull’oro dei Tomte. Hawitz, “piccolo monaco verde” fa la guardia ai beni dei Nani della montagna. Crispino il guardiano dei tesori sotterrati dagli avari. Frosta e Fjalar vegliano sui tesori degli eroi-dei della mitologia nordica. Grobelhlon sorveglia l’oro degli Elfi della Svizzera Romanda.


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