Magazine Internet

Il mondo ai tempi di Facebook… dov’è l’inganno?

Da Ciraolo

Questo articolo è di Alessandro.

Il mondo ai tempi di Facebook… dov’è l’inganno?

Foto | Flickr

Il vecchio slogan “Che mondo sarebbe senza Nutella” andrebbe oggi aggiornato: “Che mondo sarebbe senza Facebook?”. Come un abuso di Nutella può causare gravi disordini alimentari, così i social network senza contegno possono causarne di psicologici.

Che oggi ci siano due tipi di realtà è evidente: una reale, naturale, ed una virtuale, artificiale. Tra di esse, ovviamente, ci sono delle sostanziali differenze. Se pensiamo che nell’era del consumismo anche la rete è diventata un bene da consumare per gli utenti e un business per i “produttori”, si comincia a inquadrare la situazione.

Molti articoli, tra cronaca e psicologia, denunciano il fatto che i social network, su tutti Facebook, comportano per molte persone il dispendio di gran parte del tempo della giornata a discapito di impegni ben più urgenti (o comunque arricchenti): lettura, socializzazione vis a vis, educazione dei figli e chi più ne ha più ne metta. Il vivere la rete può diventare un ossessione sino a sfociare in patologie riconosciute dalla psicologia ufficiale (dipendenze,disturbi compulsivi etc… per esempio). Possiamo ben dire che si “cade nella rete”.

Perché a volte si preferisce Facebook ad una chiacchierata?

Facebook (che cerca di fare il suo mestiere: accumulare tonnellate di utenti) causa lo svuotamento delle relazioni interpersonali portandole ad una sempre maggiore “virtualizzazione”. Svuotamento che si riflette anche sul piano intimo e personale. Che differenza c’è, secondo voi, tra conoscere una persona tramite siti web o incontrarla per strada?

Che forse il conoscere in modo facile molte persone ed allo stesso tempo parlare contemporaneamente con più persone porti ad una superficialità anzichè ad un approfondimento? Non si può negare che una differenza concreta nel parlare con una pesona ‘live’ sia di darle tutta l’attenzione rivolgendole tutti i canali comunicativi che madre natura ci ha dato (beh, non a caso abbiamo 5 sensi).

Provo a dare un’idea. Molti avranno visto il film Avatar… proprio questo è il senso della rete, avere un personaggio tramite cui si parla e, come nel caso di Facebook, avere uno schermo davanti agli occhi che renda più “sicuri”, più “protetti” e faciliti la conoscenza (se così possiamo davvero chiamarla). Che ci si stia abituando a una non relazione diretta con gli altri e che per lo più il ‘conoscere e comunicare’ sia diventato un passatempo per non annoiarsi (creando oltretutto molte aspettative disattese)?

Ognuno usa la rete e i social network come ritiene più opportuno, non mi permetto di valutare nè giudicarne l’utilizzo, ma spesso non ci si rende conto delle reali motivazioni che ne portano all’uso, e delle loro conseguenze inevitabili. Come mai una persona che lavora, chi ha figli, una famiglia, una casa a cui badare e tanti impegni riesce a trascorrere molte ore al giorno su Facebook? Oggi si ha bisogno di “un aiutino” per conoscere persone per mancanza di tempo o è diventato una ‘moda’ tanto per? E mi chiedo… ma allora un tempo come si faceva a conoscere persone? Mmm leggo spesso di articoli riguardanti le ‘chat’ virtuali e alcune conseguenze quali licenziamenti, cali di produttività del personale, tradimenti coniugali etc… Tutto è facile ma… si è consapevoli di quale gioco si sta giocando?

Che un rapporto via chat sia più superficiale (senza contatto visivo ed emotivo, “distante” in doppio senso) non credo sia possibile negarlo o si dovrebbe negare che la natura umana dell’interazione, come Dio o chi per esso l’ha creata, sia sempre stata vis a vis, se non nell’ultimo decennio.

Dove andremo a parare?

Questo sistema relazionale sta portando a diventare più superficiali, consumisti anche nelle amicizie: si passa più tempo a parlare e giocare su internet che a leggere un libro o a parlare con un amico/a. Visto che il mezzo è parte integrante del comunicare e che, non poche volte, il mezzo condiziona la relazione… a cosa porterà questo modo di comunicare facile, semplice, economico e multi-persona-contemporaneamente? E poi, per dirsi cosa? Quali sono i REALI bisogni in gioco? Perché si ha la necessità di stare in rete?

È vero che abbiamo possibilità di comunicare con chiunque al mondo in qualsiasi momento, ma, come disse Corrado Guzzanti interpretando “Quelo” : “Oggi la tecnologia mi permette di comunicare persino con un aborigeno!!! Ma la domanda è, Aborigeno, io e te, che cavolo (il termine originale era più esplicito) ci dobbiamo dire??”.

Secondo me questa frase ironico-realistica racchiude il senso che oggi non si comunica più, ma si chiacchiera per passare tempo, perlopiù su argomenti sterili e ben lontani da un interessante scambio culturale utile a crescere e migliorarsi… Non sto demonizzando il mezzo poichè non è il mezzo che fa la comunicazione delle persone nè è responsabile di nulla. Un coltello si può usare perchè si fa il macellaio… o come assassino alla Kill Bill. Dipende dallo scopo per cui si usa lo strumento!

Ai facebookkiani incalliti (e non) cedo volentieri la parola.

;)

Alessandro

Il mondo ai tempi di Facebook… dov’è l’inganno? è stato scritto da Andrea Ciraolo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :