Il mondo artificiale di Beppe Grillo

Creato il 28 marzo 2013 da Casarrubea

Beppe Grillo

Nessuno può mettere in dubbio il valore della rivoluzione dei mezzi di comunicazione avvenuta nel mondo negli ultimi decenni. Si ha un bel dire, però, come fanno alcuni Soloni che sprizzano saggezza e disprezzo da tutti i pori, che ci dobbiamo apprestare alla guerra dei movimenti emergenti che utilizzano la Rete. La primavera araba ha dimostrato ampiamente dove conduce facebook, e non è per niente vero che tanti messaggi che confluiscono dentro uno scopo, provochino una sorta di intelligenza collettiva. Essi non saranno mai capaci di risolvere i bisogni della gente e persino il diritto di partecipazione di ciascuno alla costruzione del suo destino.

Grillo ha ragione nella valutazione della forza dirompente delle nuove tecnologie soprattutto sul piano dei social network, ma ha torto quando pensa che essi siano i nuovi soggetti del cambiamento e non delle semplici opportunità mediatiche. Difatti è l’uomo il centro dell’universo. La sua identità profonda non è per nulla cambiata e inalterati continuano a essere i caratteri della sua esistenza sociale e biologica. Con le sue pulsioni, la consapevolezza del bene e del male, il suo essere violento o pacifico, il suo essere invariabilmente portato al dominio. Per cui non possiamo certo affermare che è mutata l’”identità pubblica” degli esseri umani e che questa sia ora quella che i sistemi massmediali ci forniscono. Un criminale resta tale anche se i massmedia ne dànno una sopravvalutazione in positivo, e nessuno perde la dignità se è sostanzialmente una persona per bene.

A proposito della reputazione dei politici è vero che essi possono perderla in un attimo, perché la Rete consente di giudicarli, ma è anche vero che se il feticcio delle Rete diventa il metro di misurazione delle cose, gli uomini non avranno una vita facile per il futuro e rischieranno di basare i loro giudizi sul coro di maggioranze che si abituano a sputare sentenze sulla base di simpatie e antipatie, di informazioni distorte, di giochi sotterranei e di notizie campate in aria e incontrollabili. I social network dovrebbero essere perciò solo strumenti di mera informazione, ma non le sedi definitive dove le persone, o i fatti vengono presi in esame. Per tale scopo ci sono le tradizionali sedi istituzionali che nessuno dovrebbe osare di toccare. Ecco perché il feticcio dell’informazione on line deve rimanere solo un elemento grezzo di una certa modalità nel passaggio delle notizie. Esattamente come succede in Wikipedia che non ha, però, l’aggravante della comunicazione impulsiva sotto l’effetto o di una spinta emotiva o di un’induzione più o meno diretta verso ciò che si vuole fare passare come dato.

Se quello che ho detto ha un senso è facile considerare quanto il sistema politico dei grillini sia fragile nella sua impalcatura interna. La sua debolezza principale sta nella sopravvalutazione interessata della Rete privatistica della massa dei blogger, di cui Grillo con il suo blog (il nono nel mondo) è il principale modello di riferimento. Detto in altri termini il suo punto debole è una progressiva paranoia, l’ampliamento universale del mondo ostile e malvagio. Un pianeta che non considera la parte erronea che contiene, i limiti che ha in sè, ma che si struttura artificiosamente creando l’illusione di essere al centro della verità e di considerare il cerchio attorno a sè una realtà fatta da cose e persone estranee, fetide, inservibili e corrotte. In parole povere il grillismo è una malattia da curare.


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