Immagine di Francisco Farias Jr
Prima o poi tutti gli aspiranti scrittori sentono il bisogno di misurarsi con gli altri, partecipando a concorsi letterari più o meno prestigiosi.
Noi di È scrivere abbiamo redatto una piccola guida, una specie di vademecum per aiutare gli scrittori a barcamenarsi fra la marea di opportunità e scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze.
La quota d’iscrizione:
Innanzitutto, è bene distinguere i concorsi letterari in due tipologie: quelli che richiedono una quota d’iscrizione e quelli gratuiti. Vi sono infatti concorsi che chiedono ai partecipanti di versare una quota (che va dai 5 fino ai 50 euro) al fine di sostenere le spese di segreteria del concorso. Spese che a volte comprendono solo il materiale di cancelleria utilizzato, altre includono la spedizione del romanzo vincitore o di una scheda di valutazione a casa di tutti i partecipanti (per esempio il Premio Odissea), altre ancora servono per i premi in denaro spettanti ai vincitori.
Se sia il caso di partecipare a questo tipo di concorsi dovete essere voi scrittori a deciderlo, e dipende sia dalla portata e dall’importanza del concorso, sia dall’entità del premio in palio. Ce ne sono molti di gratuiti, comunque, ed è da questi che secondo me è meglio cominciare per farsi le ossa. A meno che non abbiate in mano il romanzo del secolo, è bene iniziare a “rodare” le proprie capacità coi concorsi gratuiti, prima di spendere fior fior di quattrini in quote di partecipazione e raccomandate.
Narrativa Inedita, Narrativa Edita e Poesia:
Esistono concorsi letterari per la Narrativa e concorsi per la Poesia. Quelli sulla Poesia sono spesso gratuiti, mentre fra quelli per la Narrativa (o Prosa) ce ne sono molti che richiedono una quota partecipativa. Spesso uno stesso concorso prevede più sezioni, sia di poesia che di narrativa. In questo caso molte volte (ma non sempre) si può partecipare a entrambe le sezioni pagando un’unica quota d’iscrizione.
La maggior parte delle volte, nei concorsi per la Poesia è possibile inviare più di un componimento (fino a 5), purché questi non superino un tot di versi.
È bene comunque leggere attentamente i bandi prima di partecipare perché queste non sono regole fisse.
Un discorso a parte va fatto per i concorsi di Narrativa Edita. Per parteciparvi è necessario inviare più di una copia del libro stampato (da un minimo di 2 fino a un massimo di 15) all’indirizzo del concorso. Una spesa non indifferente da valutare con cura. In questo caso consiglio di utilizzare il piego libri per spendere meno e di valutare attentamente se è il caso di parteciparvi. Inutile spendere centinaia di euro se non si è abbastanza certi della validità del proprio lavoro. Qualche volta sono le Case Editrici stesse a inviare alcuni dei propri titoli a questi concorsi, ma è una cosa assai rara visto che la CE in questo modo prenderebbe in carico tutte le spese del caso.
I Premi e le Modalità di Ritiro:
I Premi in palio vanno dalla pubblicazione in antologia (che dovete comprarvi da voi se la volete in caso di vittoria, tranne in rarissimi casi che prevedono sconti agli autori o l’ancor più raro invio gratuito del libro a casa di tutti i selezionati), ai premi in denaro (davvero variabilissimi), ai premi “fisici” quali targhe, attestati, buoni libri, addirittura quadri (a seconda di chi indice il concorso). Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Il mio consiglio è, però, quello di valutare attentamente i premi in palio prima di decidere se è il caso di partecipare e, soprattutto, di valutare le modalità di ritiro.
Vi sono infatti concorsi che obbligano i vincitori e i finalisti a presenziare alla serata di premiazione, pena la perdita del premio e del “titolo”. È quindi ovvio che se abitate in Sardegna e partecipate a un concorso la cui serata di premiazione è prevista in Trentino… dovete mettere in conto di andare dall’altra parte d’Italia in caso di vittoria. E se il premio è solo un attestato e il concorso magari prevede anche una quota di partecipazione, forse il gioco non vale la candela.
Insomma, ricordatevi di valutare bene tutti gli aspetti di un concorso prima di parteciparvi, in modo da non perdere tempo voi stessi e non farne perdere agli organizzatori.
Lunghezza e formattazione dei testi:
Ogni bando che si rispetti prevede un limite massimo (e a volte minimo) di battute. Queste vanno contate sempre considerando gli spazi, quindi dovete vedere la voce “caratteri spazi inclusi” del vostro documento di testo.
Alcune volte i concorsi richiedono un numero specifico di Cartelle, invece che di caratteri/battute. In questo caso sappiate che una Cartella corrisponde a 1800/2000 caratteri spazi inclusi.
Per quanto riguarda la formattazione dei testi, è meglio inviare materiale il più pulito e ordinato possibile. Quindi evitate testi scritti in formati strani (Tunga, Vivaldi e altri mai sentiti) solo perché “sono fighi”. Questo perché non è detto che chi va ad aprire il vostro documento di testo abbia quel determinato carattere nell’elenco e, soprattutto, “perché figo” non è quasi mai sinonimo di “leggibile”. Utilizzate quindi formati standard quali Times New Roman, Arial, Verdana. E fate attenzione anche a non usare testi colorati e di dimensioni assurde (niente Harrington 15 in rosso, per capirci). Scrivete in nero, dimensione 10/12. Se usate le impostazioni standard (quelle che vi appaiono appena aprite il documento) andate sul sicuro, così non dovete neanche impostare l’interlinea e la spaziatura che sono cose un pochino più complesse (a meno che non sia il bando stesso del concorso a richiederne di specifiche).
Infine, differenza fra concorso letterario e casa editrice a pagamento:
Può sembrarvi assurdo, ma c’è ancora chi confonde le due cose. Un concorso letterario NON ha niente a che fare con una CE a pagamento. È un concorso, punto. Se richiede una quota d’iscrizione è semplicemente un concorso che richiede una quota d’iscrizione. Non significa che state pagando per pubblicare, significa che state pagando le spese per il concorso a cui scegliete di partecipare. Se poi si tratti di un concorso più o meno valido, questo dovete valutarlo voi. Faranno una selezione? O i testi vincenti verranno pubblicati tutti? Se la risposta alla prima domanda è sì, allora quel concorso non è per nulla assimilabile alle EAP. Perché, ripeto, son due cose diverse.
Però, e questo ci tengo particolarmente a sottolinearlo, quando partecipate a un concorso che prevede la pubblicazione delle opere vincitrici, DOVETE informarvi sulla Casa Editrice che le pubblicherà. Questo perché anche le EAP e le CE Miste indicono concorsi o li coordinano. E, a meno che non vogliate associare il vostro nome a quello di case editrici di questo tipo, beh… dovete informarvi prima di inviare qualcosa.
Inoltre, qualora fra i premi fosse prevista la pubblicazione dei romanzi vincitori e finalisti, dovete leggere bene tutte le clausole e cosa comportano. Non fatevi prendere dall’ansia di vedere il vostro testo pubblicato. Assicuratevi che siano previste per gli autori delle royalties (a meno che i soldi ricavati non finiscano in beneficenza). Non permettete ad associazioni e CE di approfittarsi della vostra buona fede e di utilizzare i vostri romanzi per fare soldi alle vostre spalle, senza darvi quanto vi spetta dalla pubblicazione.
Per le antologie di racconti il discorso è diverso perché si tratta di racconti brevi e, se dovessero dividere le royalties per tutti gli autori, vi dovrebbero accreditare cifre irrisorie (intorno ai 50 centesimi totali, per intenderci). Diciamo che le antologie vanno bene perché rimpolpano i curriculum ed è bello vedersi pubblicati anche senza un ritorno economico. Ma per i romanzi interi questo sistema è da evitare come la peste, perché sarebbe come se voi (e gli organizzatori del concorso) non deste un valore al vostro lavoro, al tempo speso e al prodotto finito (e la CE si intascherebbe tutti i guadagni su una cosa che avete scritto voi).
Luna
Chi sonoSono una una persona profondamente lunatica. Un giorno sono la donna più felice del mondo, quello dopo vedo tutto nero. Amo leggere, scrivere e lamentarmi di quello che mi circonda.