(..) L’Apocalisse, è annunciata e il Giudizio anche, e però ci è stato anche assicurato che abbiamo «un avvocato presso il Padre», ed è uno bravo. Ci è stato detto nei secoli, e tramandato ai figli, che non siamo schegge dentro a un caso cieco, ma invece siamo amati e attesi, uno a uno, da Cristo, che ricapitolerà in sé tutte le cose della Terra e del Cielo. Certo, ad ascoltare gli astrofisici che oggi dipingono un 'multiverso', cioè un Universo innumerevole e in continua espansione, governato da una materia e da un’energia 'oscure', ci si può sentire così irrilevanti: in bilico come siamo su un pianeta di una qualsiasi galassia, in un Multiverso fra i tanti. E forse che lo stesso Vangelo non annuncia che «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte»? Ma, ha insegnato Benedetto XVI proprio un mese fa, bisogna legare questi versi a quello che immediatamente li segue: «Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria». Cristo, dunque, che compie in sé le profezie dell’Antico Testamento: è lui, dice il Papa, «il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile». E tutte le creature, ha aggiunto il Papa, e il Sole e la Luna e il firmamento, obbediscono alla Parola di Dio, anzi esistono in quanto «chiamati» da essa. Da quel Logos che è il Verbo fatto carne. In uno sguardo cristiano dunque le profezie di fini del mondo prossime venture perdono consistenza, e non solo perché ci è stato detto che non sappiamo il giorno, né l’ora; ma perché nella fede si scioglie il terrore di una fine che piomba addosso come una ghigliottina, di un niente che ci inghiotte e ci divora. Perché a governo di tutto, delle stelle come dei capelli del capo di ognuno, c’è un Dio che conosce il cuore di ciascuno, e largamente perdona. (...) Qualunque cosa dicano gli oracoli pagani, per noi è Cristo il vero avvenimento – la roccia, nel ruotare vertiginoso di un ancora sconosciuto universo. Di un mondo che può passare, mentre le parole di Cristo non passeranno.
(..) L’Apocalisse, è annunciata e il Giudizio anche, e però ci è stato anche assicurato che abbiamo «un avvocato presso il Padre», ed è uno bravo. Ci è stato detto nei secoli, e tramandato ai figli, che non siamo schegge dentro a un caso cieco, ma invece siamo amati e attesi, uno a uno, da Cristo, che ricapitolerà in sé tutte le cose della Terra e del Cielo. Certo, ad ascoltare gli astrofisici che oggi dipingono un 'multiverso', cioè un Universo innumerevole e in continua espansione, governato da una materia e da un’energia 'oscure', ci si può sentire così irrilevanti: in bilico come siamo su un pianeta di una qualsiasi galassia, in un Multiverso fra i tanti. E forse che lo stesso Vangelo non annuncia che «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte»? Ma, ha insegnato Benedetto XVI proprio un mese fa, bisogna legare questi versi a quello che immediatamente li segue: «Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria». Cristo, dunque, che compie in sé le profezie dell’Antico Testamento: è lui, dice il Papa, «il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile». E tutte le creature, ha aggiunto il Papa, e il Sole e la Luna e il firmamento, obbediscono alla Parola di Dio, anzi esistono in quanto «chiamati» da essa. Da quel Logos che è il Verbo fatto carne. In uno sguardo cristiano dunque le profezie di fini del mondo prossime venture perdono consistenza, e non solo perché ci è stato detto che non sappiamo il giorno, né l’ora; ma perché nella fede si scioglie il terrore di una fine che piomba addosso come una ghigliottina, di un niente che ci inghiotte e ci divora. Perché a governo di tutto, delle stelle come dei capelli del capo di ognuno, c’è un Dio che conosce il cuore di ciascuno, e largamente perdona. (...) Qualunque cosa dicano gli oracoli pagani, per noi è Cristo il vero avvenimento – la roccia, nel ruotare vertiginoso di un ancora sconosciuto universo. Di un mondo che può passare, mentre le parole di Cristo non passeranno.
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