Di Antonio Tomeo il 15 ottobre | ore 08 : 49 AM
Il terremoto giapponese e le preoccupazioni intorno a Fukushima e le esplosioni nelle centrali nucleari in Europa, il dibattito sulla produzione di energia sfruttando l’atomo e le preoccupazioni che si porta dietro si sono riaccesi. Da quanto riportato nel rapporto 2010 di The Blacksmith Institute, un’organizzazione non governativa internazionale impegnata alla lotta contro l’inquinamento, i radionucleidi – gli atomi radioattivi – sono tra le prime sei minacce tossiche.
Valutando i livelli di radioattività presenti è stata stilata una classifica a dir poco inquietante: i dieci paesi più radioattivi al mondo, tra cui si trova anche il Mar Mediterraneo.
10. Hanford, USA
All’ultimo posto della top ten dei paesi più radioattivi, il sito di Hanford, a Washington, luogo in cui veniva prodotto il plutonio necessario alla costruzione della bomba atomica degli USA e per la bomba “Fat Man”, usata a Nagasaki a conclusione della seconda guerra mondiale. Durante la Guerra Fredda, in questa città aumentò la produzione dell’atomo radioattivo: in questo sito era infatti prodotto il plutonio che riforniva plutonio per la maggior parte delle 60.000 armi nucleari americane. Nonostante la dismissione del sito nucleare, sono presenti rifiuti a bassa e media – circa 53 milioni di litri di scorie liquide, 25 milioni di metri cubi di rifiuti solidi e 200 chilometri quadrati di acque contaminate al di sotto dell’area, che lo rendono il sito più contaminato degli Stati Uniti e da cui sono fuoriusciti materiali nquinando le acque profonde.
9. Il Mediterraneo
Anche la ‘Ndrangheta italiana contribuisce all’inquinamento di questo mare ricco di flora e fauna a rischio. L’organizzazione criminale è accusata di aver usato il mare per molti anni come discarica di rifiuti pericolosi – scorie radioattive comprese – tariffando il sevizio e intascando i profitti. In un’inchiesta sulle ecomafie, Legambiente denuncia la presenza da 40 a 100 cargo con rifiuti radioattivi affondati nel Mediterraneo dal 1994. Se tutto ciò dovesse essere vero, le particolarità di questo mare potrebbe scomparire quando le centinaia di barili rilasceranno i loro rifiuti, per deterioramento o se in qualche modo dovessero aprirsi.
8. La costa somala
La ‘Ndrangheta si è rivelata essere una multinazionale criminale. I suoi affari infatti li ha condotti anche all’estero arrivando fino in Somalia, dove sfruttando le acque e il suolo non protetti dello Stato africano, sono state fatte affondare navi o interrati materiali radioattivi. Circa 600 barili, tra rifiuti tossici e nucleari, e rifiuti ospedalieri radioattivi sono stati fatti scomparire in Somalia. Secondo Abdullahi Elmi Mohamed, docente somalo che lavora in Svezia, lo smaltimento dei rifiuti in Somalia costano 8 dollari a tonnellata mentre in Europa il trattamento costerebbero 1000 dollari a tonnellata. Anche le Nazioni Unite hanno denunciato la presenza di contenitori contenenti diversi tipi di rifiuti, compresi i ”Uranio, rifiuti radioattivi, piombo, cadmio, mercurio e rifiuti chimici” ha dichiarato Nick Nuttall, portavoce per il Programma ambientale delle Nazioni Unite dopo la scoperta delle navi nel 2009. I barili arrugginiti contenenti scorie sarebbero stati trasportati durante lo Tsunami del 2004 e scaricati già dagli anni ’90. La Somalia è un’anarchica terra desolata, e gli effetti di queste scorie sulla popolazione impoverita potrebbero essere addirittura peggiori di ciò che questa gente ha già sperimentato.
7. Mayak, Russia
Il settimo luogo più radioattivo al mondo si trova nel nord-est della Russia. A Mayak è presente un impianto nucleare da decenni, destinato alla produzione di materiale radioattivo, soprattutto plutonio. Nel 1957 a causa di un guasto nel sistema di raffreddamento, circa 100 tonnellate di scorie radioattive furono rilasciate nell’ambiente circostante contaminando un’area enorme. L’esplosione è stata tenuta segreta fino agli anni ’80. Le scorie nucleari della centrali, fin dagli anni ’50 venivano scaricate nell’area circostante e nel Lago Karachay contaminando la riserva d’acqua sulla quale migliaia di persone fanno affidamento ogni giorno. Gli esperti ritengono che Karachay è forse il luogo più radioattivo del mondo, e oltre 400.000 persone sono state esposte alle radiazioni provenienti dall’impianto in seguito a diverse serie di incidenti accaduti – tra i quali incendi e micidiali tempeste di sabbia. La bellezza naturale del Lago Karachay nasconde i suoi inquinanti mortali, e i livelli di radiazione nei punti in cui le scorie radioattive scorrono nelle sue acque sono sufficienti ad uccidere un uomo nell’arco di un’ora.
6. Sellafield, UK
Sellafield è il nome di un sito nucleare britannico situato sulla costa del mare d’Irlanda nella contea di Cumbria in Inghilterra. In questa struttura veniva prodotto plutonio necessario per la costruzione delle bombe atomiche, poi riconvertita a usi civili e commerciali. Il reattore è stato chiuso nel 2003, ma ancora oggi quotidianamente vengono sversati nel mare circa 8 milioni di litri di scorie contaminate rendendo il mare d’Irlanda il mare più radioattivo al mondo. Diversi sono gli incidenti avvenuti in questo impianto e oggi due terzi degli edifici è calssificato come rifiuto nucleare. Entro il 2115 è previsto il completo smantellamento.
5. Complesso Chimico Siberiano, Russia
La Russia è un Paese ricco di scorie nucleari: Mayak infatti non è l’unico sito contaminato in Russia. Anche la Siberia ospita un complesso chimico che contiene scorie nucleari accumulatesi per oltre quattro decadi. La città che ospita quello che è il più grande sito nucleare al mondo è Seversk. In questo sito è stata realizzata la gran parte delle decine di migliaia di testate nucleari montate su missili che hanno fatto dell’Unione Sovietica, una superpotenza atomica. I rifiuti solidi, per un totale di 127.000 metri cubi, sono conservati in container mal tenuti e in parte in un bunker nel sottosuolo con elevati rischi di perdite di acqua. I rifiuti liquidi sono invece accantonati in piscine non coperte. Fattori ambientali come pioggia e vento hanno diffuso la contaminazione nella natura e nella zona circostante. Diversi piccoli incidenti hanno riversato plutonio e provocato esplosioni con consegente diffusione delle radiazioni.
4. Il Poligono, Kazakistan
Un tempo, luogo dove l’Unione Sovietica effettuava i suoi test atomici, oggi quest’area fa parte del nuovo Kazakistan. Il sito fu destinato al progetto per la bomba atomica sovietica a causa del suo status di area “disabitata” – a dispetto del fatto che vivessero nell’area 70.000 persone. In questa struttura l’URSS fece detonare la sua prima bomba atomica; il luogo detiene il record di maggior concentrazione di esplosioni nucleari al mondo: 456 test nell’arco di 40 anni dal 1949 al 1989. Mentre gli esperimenti condotti nella struttura – e il loro impatto in termini di esposizione alle radiazioni – furono tenuti segreti dai sovietici fino alla chiusura della struttura nel 1991, gli scienziati calcolano che la salute di 200.000 persone sia stata direttamente danneggiata dalle radiazioni. Il desiderio di distruggere paesi stranieri ha portato allo spettro della contaminazione nucleare che incombe sulla testa di coloro che una volta erano cittadini dell’URSS.
3. Mailuu-Suu, Kirghizistan
Uno dei siti più inquinati si trova ancora in Asia, nella provincia meridionale di Jalal-Abad, in Kirghizistan. Mailuu-suu è una città mineraria ricca di uranio a cui si devono le radizioni. In questa zone erano presenti strutture di estrazione e lavorazione dell’uranio; oggi restano 36 discariche di scorie di uranio – oltre 1, 96 milioni di metri cubi. Il rischio sismico in questa regione è elevato, e un terremoto potrebbe scoperchiare il materiale sversando nell’ambiente i rifiuti nucleari con conseguente inquinamento dell’acqua che disseta migliaia di persone. Questa gente potrebbe non dover mai vivere il pericolo di un attacco nucleare, ciononostante, hanno buone ragioni di temere una pioggia radioattiva ogni volta che la terra trema.
2. Chernobyl, Ucraina
Luogo di uno dei più gravi e devastanti incidenti nucleari recenti, Chernobyl risulta ancora una zona con elevata radioattività, tanto che, dopo 25 anni ancora è consentito rimanere nell’area dell’incidente solo per un periodo limitato di tempo.
All’una e ventitre del 25 aprile del 1986 si concluse l’esperimento che portò alla successiva esplosione del reattore nucleare, provocando l’esposizione alle radiazioni di oltre 6 milioni di persone e un numero di morti stimato da 4 a 93 mila. L’incidente rilasciò 100 volte più radiazioni delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. La Bielorussia ha assorbito il 70 per cento delle radiazioni, e da allora i suoi abitanti devono confrontarsi con un aumento dell’incidenza dei tumori. Ancora oggi, la parola Chernobyl evoca immagini orribili di sofferenza umana.
1. Fukushima, Giappone
E’ di oggi l’allarme di Greenpeace: “Nella capitale riscontrati livelli di radioattività superiori alla zona della centrale nucleare”. Dopo il terremoto e lo tsunami che, oltre ad aver distrutto intere famiglie, ha causato l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima. Questo potrebbe essere la conseguenza più duratura del disatro. A causa dell’incidente sono stati riversati nell’area circostante e nel mare materiale radioattivo rilevato fino a 200 chilometri dall’impianto.
La minaccia radioattiva quindi non deriva solo dalle minacce di un attacco missilistico, ma il pericolo può trovarsi anche in luoghi apparentemente lontani. Quindi, che siano le distese verdi e i paesaggi ondulati dell’Inghilterra o il paesaggio innevato, puro e immacolato della Siberia, il dibattito sull’uso del nucleare resta aperto.