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Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.

Creato il 19 luglio 2011 da Gturs
Domenica 24 luglio alle ore 10 e 30 nel corso della manifestazione dedicata ai Druidi che si svolge a Bajardo,  qui il programma, Alfredo Moreschi presenterà il suo nuovo libro scritto con Claudio Porchia. Il mondo verde celtico, questo il titolo. Chi mi segue sa che Alfredo Moreschi collabora con il mio blog fornendomi le schede relative alle specie di fiori che incontro passeggiando nei boschi e che fotografo. Chi mi legge sa anche che queste schede sono molto ricche di contenuti infatti, non si limitano alla descrizione e alla famiglia a cui appartengono i vari fiori ma, si articolano facendo riferimento alla mitologia, alla cultura popolare, descrivendo l'utilizzo nella medicina naturale e tanto altro, insomma schede complete per tutti i gusti. Il libro, che sicuramente acquisterò, è dedicato ai Druidi Celtici. Quella che segue è l'immagine della copertina che Claudio Porchia mi ha inviato.

Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.


Quella che segue è un'immagine che riproduce le pagine del libro dedicate all'agricoltura, ci viene spiegato la tipologia delle coltivazioni e le dimensioni delle zone coltivate.
Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.
Scoprire il mondo verde celtico mi incuriosisce...come mi ha incuriosito, perché sono ignorante in materia, scoprire che il Vischio è considerato la pianta sacra dei Druidi Celtici. Ho letto che per tagliare il vischio si doveva usare solo un falcetto d'oro. Potremo scoprire molto di più su questo parassita, leggendo la scheda di Alfredo Moreschi.
Viscum album (Vischio) 

Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.

Viscum album


È conosciuto con l’antico nome usato dai latini per indicare una pianta veramente snob che nonha mai messo un piede a terra, ma si dimostra capace di nascondere, sotto la sua fredda e distaccata bellezza un ozioso sfruttatore, esperto nel fissare i suoi austori, simili a radici, neltronco del malcapitato ospite per depredarlo delle sostanze che è incapace di sintetizzare autonomamente. 
I suoi semi o sono direttamente deposti sulle cortecce degli alberi dagli uccelli dopo averli gustati, mentre si ripuliscono il becco. Oppure li spargono sui rami, assieme agli escrementi,dopo essere passati indenni attraverso le fasi della digestione.Il seme germina emettendo una radichetta ed insinuandola rapidamente nei tessuti con funzione di austorio;successivamente avviene una diffusione più o meno ampia nel libro della pianta ospite con la formazione di un gran numero di succhiatoi in grado di intercettare la linfa; infatti, il Vischio èunicamente autotrofo per il carbonio, mentre gli mancano tutte le altre sostanze minerali, compresa l’acqua. 

Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.

Viscum album fiori


Il significato beneaugurante oggi attribuito alla pianta deriva da antichissime credenze popolari; siamo soliti, infatti, scambiarci rami di Vischio a fine d’anno nella speranza di proteggere in tal modo noi e la nostra casa dai guai.Eppure tutte le parti della pianta sono tossiche; particolarmente pericolose le bacche, per laloro capacità di attrarre i bambini. Una decina di queste possono infatti causare vomito, abbassamento della pressione e disturbi nervosi; una quantità maggiore può provocare la morte per arresto cardiocircolatorio. Le foglie contengono colina e acetilcolina, sostanze che agiscono sul sistema neurovegetativo, e saponine; le bacchesono ricche di alcaloidi e di altre sostanze tossiche, per cui oggi se ne sconsiglia l’uso medicinale casalingo.Ne sono immuni i merli e i tordi che se ne nutrono e contribuiscono così alla disseminazione.Oltre alle proprietà magiche e simboliche, il Vischio, se viene amministrato da persone capaci, notevoli proprietà terapeutiche che i Celti sfruttavano ampiamente.Plinio il vecchio riferisce:”I Galli credono che il vischio, preso come bevanda (la chiamano acqua di Quercia), dia fecondità e operi da antidoto contro tutti i veleni.Credono che il vischio, macerato in forma di bevanda, doni la fertilità a ogni animale sterile, e che sia un rimedio contro tutti i mali.Alcuni pensano che il vischio sia più efficace se colto sulla quercia all’inizio della luna, senza usare arnesi di ferro e senza che tocchi terra; che guarisca l’epilessia, faccia concepire le donne che ne portano addosso e che, masticato e applicato sulle ulcere, le guarisca completamente”.Si sostiene, che i druidi, al pari degli Egizi, fossero a conoscenza delle sue proprietà antitumorali perché gli estratti di Vischio sembrano avere delle proprietà stimolanti sul sistema immunitario dell’organismo, in particolare sull’attività del timo. Infusi di rami e foglie combattono l’ipertensione, depurano il sangue e calmano lo stress. Inoltre le sostanze contenute sono un cardiotonico efficace nella cura del sistema circolatorio a patto che i dosaggi siano adeguati alla situazione. 

Il mondo verde celtico, le piante dei Druidi, il nuovo ibro di Alfredo Moreschi e Claudio Porchia.

Viscum albom frutti


Una leggenda celtica magnifica le pozioni a base di bacche di Vischio preparate dalla già citata Airmed, specializzata nella cura fitoterapica delle affezioni genitali.Si parla anche di cataplasmi utili per rimediare danni alle ossa e articolazioni.Una delle ricette di Airmed per curare la menopausa prevedeva la macerazione di una parte di Vischio in venti parti di bevanda alcolica.Il decotto di Vischio in un quintuplo d’acqua, addolcito con miele, veniva proposto per disintossicare l’organismo e curare la ritenzione idrica.Il Vischio, disidratato e ridotto in polvere, infuso nel periodo degli ultimi tre giorni della luna nuova, era considerato un potente rimedio contro l’epilessia. Airmed curava anche l’asma convulsiva, l’itterizia e la pazzia: laricetta dell’infuso era di quattro parti di Vischio secco e dieci di acqua.Per i Celti la Natura era la matrice sacra di tutti gli esseri viventi, anche nelle sue manifestazioni più distruttive, vistequale prova di un’energia che tutto crea e tutto può annientare. Materia e spirito, corpo e mente, sacro e profano facevano parte di un unico principio non esistendo, nel loro immaginario alcun mito di creazione originaria; il loro mondo divino era costituito da una successione di eventi ciclici in continua evoluzione. 
Quercia e Vischio rappresentavano anche la centralità della medicina celtica: la prima connessa al principio maschile mentre il secondo a quello femminile, simboleggiando la rigenerazione della vita perché conserva le fogliedurante l’inverno quando tutti gli altri vegetali chiudono bottega. 
Lo stretto ed austero rituale osservato per la sua raccolta osservato per la sua raccolta fondeva il potere della medicina con quello della magia.Secondo gli esegeti Celti il ciclo vitale del Vischio si fondava su tre inusuali attori: un soggetto capace di andare oltre la morte (Vischio), l’annunciatore della vita (uccello trasportatore), l’intervento divino della nascita e dello sviluppo successivo (l’esistenza solo aerea della pianta).L’eccezionalità di questi elementi imponeva il Vischio quale pianta d’eccellenza dell’erboristeria celtica che i druidi, vestiti di bianco, raccoglievano nel giorno, il più corto dell’anno, quando il sole inizia ad aumentare la durata dei suoi raggi, ed inizia il cammino verso la rinascita primaverile.Il cerimoniale per la raccolta, scandito da azioni arcaiche ed immutabili, imponeva di far cadere il Vischio dall’albero, colpendolo con un bastone o con una freccia e di afferrarlo al volo senza fargli toccare terra; sicuri che il contatto avrebbe privato del magico potere una pianta considerata “appartenente al cielo”. 
La funzione terminava con il sacrificio di due tori bianchi e, per salvaguardare la completezza della liturgia, l’officiante trattava il Vischio, toccandolo con una falce dorata. Assieme agli altri druidi lo esponeva all’adorazione popolare, immerso in un bacile pieno d’acqua. Il liquido si divideva in seguito fra tutti i presenti, quale antidoto contro possibili malattie, malefici o sortilegi, perché il Vischio vi aveva trasfuso i suoi poteri contenuti negli umori ricevuti dalla pianta ospitante; la linfa, pregna dei principi positivi della sacra Quercia era un elisir di conoscenza.Plinio scrive che il Vischio venerato dai Celti nasce sulla Quercia, considerata anche l’albero del Dio dei cieli e delle tempeste; perciò si credeva che i tralci caduti al suolo durante i temporali, avessero incorporato la potenza della folgore.La pianta in questione appartiene ad un altro Genere che si chiama Loranthus europaeus e si differenzia dai Viscum per avere le bacche gialle ed essere privo di foglie durante l’inverno. 
Altra risorsa naturale diffusamente a disposizione del “Dottor Druid” era quella delle acque termali; innumerevoli erano anche le sorgenti, dichiarate sacre, frequentate dai Celti per risolvere sterilità, aumentare la lattazione, guarire epilessia ed eritemi. Restano da citare “tecniche di guarigione” a base di musica e danza o del combattimento rituale dal quale, a sentire i cronachisti latini sembra che si traessero benefici effetti.

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