Nessuno ne parla. Ma in Italia qualsiasi studente di giurisprudenza ha un serio rischio di contrarre il Morbo del Giurista (MdG).
Che cos’è l’MdG?
l’MdG è una seria patologia professionale che colpisce un laureando in legge su tre. Le prime manifestazioni sono sottili e passano spesso inosservate: tipicamente il primo sintomo a manifestarsi è la frase “Lo studio del diritto mi ha aperto un mondo!”
A quel punto se non si interviene subito la malattia può crescere e compromettere seriamente funzioni fondamentali della vita di relazione del soggetto.
Altre prime avvisaglie da tenere d’occhio sono il rapporto di ammirazione e l’investimento libidico nei confronti di un professore di diritto “troppo figo”, la passione quasi maniacale per le discipline che chiunque altro troverebbe come minimo stracciapalle (il diritto civile è un favorito), il desiderio di fare il magistrato.
Col progredire della malattia, vengono via via meno tutta una serie di capacità del paziente. La prima funzione compromessa è quella di giudizio etico autonomo; il soggetto diventa incapace di pronunciarsi sulla correttezza o scorrettezza sociale di un’azione senza il supporto di un buon manuale di diritto e/o di un codice. Per rendersi autonomo, il soggetto è dunque obbligato a riversare il manuale interamente nella sua memoria, scacciando da essa altre nozioni che potrebbero essere ritenute utili, ma delle quali egli sente di poter fare a meno.
Man mano che il suo senso critico si riduce e il ricorso al manuale inizia a mostrarsi inefficace per la risoluzione dei problemi di tutti i giorni, il soggetto affetto da MdG è costretto a trovare delle ancore di salvezza alternative che gli restituiscano la fiducia nell’ordine del mondo. A poco a poco finisce col rimettere interamente tutta la sua vita e le sue opinioni al parere inerrante dei magistrati. L’indipendenza delle toghe, non soggette ad altro che alla legge (anche se, com’è evidente, se la legge potesse assoggettare qualcuno da sola, non servirebbero magistrati pagati apposta per interpretarla) diventa l’unica battaglia politica che valga la pena di condurre. Conseguentemente, un gradito effetto collaterale della patologia è l’antiberlusconismo.
Negli stadi più avanzati, il soggetto manifesta una tipica forma di afasia simile alla Wernicke, diventando progressivamente incapace di formulare un linguaggio non giuridico, il che lo conduce naturalmente a problemi di comunicazione con la comunità dei pari (fatta eccezione per gli altri affetti da MdG). Parallelamente a ciò, nasce il senso di rabbia e snobismo vero gli esterni alla comunità degli illuminati dal diritto; la sola esposizione ad opinioni o formulazioni non coerenti con la dottrina del diritto come si è storicamente sviluppata in Italia causa spesso violente reazioni allergiche e talora “ritirate sdegnose” che potrebbero far scambiare il poveretto per un filosofo da cocktail party, non fosse per il suo tenace attaccamento alla concretezza delle norme.
Tipicamente la causa maggiore di attriti col mondo esterno è la tendenza a spargere giudizi di merito giuridico in situazioni inopportune (ad es.: “mi hai schizzato in faccia senza avvertirmi: direi che ciò può rientrare nella casistica prevista dall’articolo 609-bis sulle violenze sessuali; in particolare, visto che ero chiaramente inginocchiata ed indifesa prima che tu compissi il tuo gesto in mala fede, direi che siamo all’interno del caso ‘abuso dell’inferiorità fisica o psichica dell’individuo al momento dell’atto’. Saresti punibile con la reclusione fino a dieci anni, ma dato che sei mio marito possiamo patteggiare con niente sesso per tre settimane”).
Ciò che non è ascrivibile all’ambito giuridico, in generale, viene presto considerato un argomento inutile e su cui non ci si può pronunciare, a meno di tirarci dentro per i capelli qualche normativa.
Approcci terapeutici
L’MdG allo stadio più avanzato è considerato pressoché incurabile, ma le famiglie possono conviverci imparando le basi del gergo giuridico necessarie per comunicare con l’individuo. La società, inoltre, è fortemente impegnata nell’aiutare l’integrazione sociale degli individui affetti da MdG favorendo il loro ingresso nella magistratura, all’interno della quale le loro peculiari doti possono risultare perfino gradite (tranne a chi passa in giudizio).
Tuttavia c’è ancora molto da fare, e purtroppo non ci sono mai abbastanza risorse per venire incontro ad una problematica che, con la popolazione di studenti di legge che oggi si attesta intorno al 119% del totale dei residenti in Italia, sta diventando un problema sociale che non si può trascurare.
Cosa si può fare.
Tu puoi aiutarci. Fai una donazione all’Associazione Italiana per la Lotta al Morbo del Giurista ONLUS (AILMOG). La nostra è un’associazione di volontariato che risulta a scopo non lucrativo, ai sensi della legge-quadro sul volontariato dell’11 agosto 1991; e svolge esclusivamente attività commerciali e produttive marginali come individuate dal d.m. finanze del 25 Maggio 1995.
Sarebbe senz’altro giusto aiutarci nella nostra lotta, come si ricava dagli articoli 2, 3, 4, 32, 35 e 44 della Costituzione. E ci metterei anche 6 e 18, che mi piacciono come numeri.
Aiutaci ad aiutare. Fai sorridere di nuovo uno studente di giurisprudenza.
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