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Il morso del lupo, di Luigi Balocchi

Creato il 16 giugno 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

il_morso_del_lupo _copertinaAutore: Luigi Balocchi
Titolo: Il morso del lupo
Anno: 2015
Pagine: 168
Casa Editrice: GoWare
Collana: Pesci Rossi – Narrativa
Genere: Giallo, Thriller
Formato: Cartaceo, Ebook
Prezzo: € 11,99 in cartaceo, 4,99 in ebook

Trama:
Una città della provincia lombarda è scossa da un crimine efferato: una giovane massacrata in casa.
Il caso è difficile. Un cronista di nera fa sua l’indagine, segue la pista della rivelazione del Male. Un sensitivo conferma l’intuizione.
Unico sospettato il fidanzato della vittima, sul quale si assommano indizi ma nessuna prova. Arrestato, è rilasciato subito.
Il caso assume rilevanza nazionale. Deciso a scoprire la verità, il cronista comprende di percorrere una strada seminata di droghe e sesso estremo. Ricostruisce la doppia vita del sospettato, membro di una congrega che si riunisce per sfogare istinti animaleschi. È questo l’ambiente che ha covato l’assassinio. Ma per esserne certi bisogna andare fino in fondo. Lo farà, fino a comprendere di non poter tornare indietro.

Giudizio:
Balocchi appoggia interamente la sua narrazione su un fattaccio reale, un omicidio avvenuto nella provincia pavese nel decennio scorso (l’ambientazione del romanzo è spostata una ventina di chilometri a nord rispetto a quella della vicenda di cronaca , ma non c’è volontà di nascondere i riferimenti, precisi anche nei dettagli).
Omicidio che ha costituito per anni un menù ghiotto e morboso per i media; tanto che ancor oggi se ne cibano, visto che il processo ha visto prima l’assoluzione in primo e secondo grado del presunto colpevole, poi il rifacimento dell’appello voluto dalla Cassazione, che questa volta ha portato a una condanna.
Gli ingredienti per non mollare l’osso, in effetti ci sono tutti: l’ambiente sociale benestante e perbene in cui vivevano la vittima e il suo fidanzato, shakerato con la giusta quantità di sesso un po’ malsano e qualche ulteriore vizietto assortito, continuano a rendere ben sapida la pietanza così apprezzata da una gigantesca platea di lettori.
Il personaggio centrale del romanzo di Balocchi è l’inviato di cronaca nera del quotidiano locale. Chi ha abitato in provincia sa quanto le vendite di questo genere di stampa traggano beneficio da eventi sanguinosi e possibilmente morbosi (la seconda motivazione per l’acquisto di questi giornali sono i necrologi in ultima pagina, di solito…).
L’evento, che attrae come mosche gli inviati dei media nazionali, è quindi per il nostro cronista una imperdibile occasione di ricavi per il giornale, e al tempo stesso un’occasione per scavare sotto la crosta della buona società “vigevanese”.
E qui si può cogliere un esplicito riferimento/omaggio a Mastronardi, che descrisse con magistrale amarezza il marciume morale nascosto sotto la patina di ricchezza della “città delle scarpe”.
Scava, dunque, il cronista: e quel che trova è non solo putrescente, ma anche assai pericoloso. Al punto che, mentre scende nel sottosuolo, le vittime diventano più d’una, e lui stesso inizia a correre rischi sempre più grandi, ed infine fatali.
La scrittura di Balocchi è fatta di frasi brevi e secche. Un linguaggio accurato, preciso, che si legge come saltando di sasso in sasso attraversando un torrente di montagna: devi esser rapido, ma anche molto concentrato nel non perdere la presa su quel che ti viene comunicato in una manciata di parole, sennò finisci in acqua e ti distrai dal sentiero.
I comprimari a tratti diventano macchiettistici, come il caporedattore Osvaldo o i penosi anziani pornografi: reggono però nel complesso, con una caratterizzazione che di rado sfiora il banale.
Il finale è forse un po’ scontato, e lo stretto legame con un evento reale non lascia all’autore una certa libertà di deviare dal binario della storia con uno scarto imprevisto e spiazzante – che il lettore ad un certo punto si aspetta, per uscire da una narrazione che vorrebbe meno prevedibile.
Ma si resta comunque agganciati alla storia, incuriositi fino alla fine, apprezzando la qualità della scrittura e la indubbia capacità di tessere intelligentemente la trama della narrazione.
Da leggere!

Luigi Balocchi foto
Sull’autore:
Luigi Balocchi nasce il 30 giugno 1961 a Mortara (PV). Nel 2007 pubblica, per Meridiano Zero, Il Diavolo custode, romanzo sulla vita e le gesta del bandito Sante Pollastro; nel 2010, con Mursia, il romanzo Un cattivo maestro; nel 2014, per Divina Follia, la silloge poetica Appunti per la grande carestia. Ha scritto soggetto e sceneggiatura del cortometraggio Il Corpo alla finestra.  (dal sito http://www.goware-apps.com/il-morso-del-lupo-luigi-balocchi/)

Marco Zanette



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