Vitigno di origine greca, il Moscato Rosa pare sia giunto in Trentino-Alto Adige passando per la Sicilia e trovando nella regione altoatesina le condizioni ideali per esprimere al meglio la sua aromaticità.
Si dice che siano stati i siciliani principi di Campofranco a far conoscere, vero la metà dell'Ottocento, il vino che di lì a poco sarebbe diventato uno dei nettari altoatesini più pregiati: perché in tutto l'Alto Adige i vigneti di Moscato Rosa non raggiungono i dieci ettari, perché per sua natura il vitigno è soggetto a fenomeni - dalla colatura dei fiori all'acinellatura - che ne riducono le capacità produttive, perché, infine, il disciplinare di produzione prevede rese molto basse in vigna e in vinificazione.
Vino prezioso, dunque, questo Alto Adige Moscato Rosa doc, o Rosenmuskateller come lo chiamano in provincia di Bolzano, vino elegante, complesso e persino adatto all'invecchiamento.
Si vendemmia solitamente verso fine ottobre, quando l'uva ha già iniziato ad appassire - con la possibilità di un ulteriore appassimento in fruttaio - e dopo una breve vinificazione in rosso, ossia un periodo di macerazione con le bucce, il vino viene fatto affinare in botti di acciaio con un eventuale passaggio in legno.
Se ne ricavano poche, preziose bottiglie all'anno, scrigni di vetro che custodiscono un'autentica rarità dell'enologia altoatesina, il giusto premio per l'enoappassionato alla ricerca di un prodotto unico e di grande valore.
Zona di produzione.
L'area della doc Alto Adige comprende 34 comuni in provincia di Bolzano, ma la ristretta produzione di Moscato Rosa si concentra soprattutto nella zona del lago di Caldaro, più che altro nei comuni di Caldaro, Appiano, Egna, Termeno, Laives, Magré, Malles, Bolzano, Ora e Cortaccia.
Vitigni e caratteristiche organolettiche.
L'Alto Adige Moscato Rosa doc deve essere ottenuto, per almeno l'85%, da uve dell'omonimo vitigno, con l'eventuale aggiunta di altri vitigni a frutto di colore analogo. Il vino, con una gradazione alcolica minima del 12,5%, si presenta di un colore rosso brillante, con profumo delicato che sprigiona sentori di rosa canina, chiodi di garofano e cannella e sapore dolce e gradevole.
Con le uve raccolte dopo parziale appassimento in pianta e fino a ottenere un titolo alcolometrico naturale non inferiore al 13,5%, si può aggiungere la dicitura vendemmia tardiva, che indica un vino con sapore amabile o dolce, pieno e armonico.
Il Moscato Rosa Passito, invece, si ottiene da uve parzialmente appassite in vigna o dopo la raccolta fino al raggiungimento di un titolo alcolometrico non inferiore al 16%; il vino assume la classica colorazione rossa tendente al granato, un profumo intenso e aromatico e un sapore dolce, aromatico, caldo e di corpo.
Accostamenti a tavola.
Perfetto anche come vino da meditazione, si esalta nell'abbinamento con lo strudel di lamponi o lo zuccotto ai frutti di bosco e accompagna bene dolci in genere, specie crostate, e pasticceria secca. Accostamenti particolari ma seducenti sono quelli con il gorgonzola piccante e il formaggio erborinato fresco. Si serve a una temperatura intorno ai 10° C.
Curiosità.
Il nome del Moscato Rosa, vitigno particolarmente aromatico, pare sia legato alle sue spiccate qualità olfattive: Moscato, infatti, deriverebbe da muscus, termine latino che significa ‘muschio’ e che serviva anche per indicare la secrezione di particolari ghiandole odorifere dei cervidi, utile nella produzione di profumi. Rosa, invece, fa riferimento al caratteristico odore, sia degli acini sia del vino, che ricorda, appunto, quello della rosa.
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