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Il Mostro della Palude
Titolo: Il Mostro della Palude
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Genere: Horror fantascientifico, azione, comico
Durata: 91 minuti
Interpreti: Ray Wise, Dick Durock, Louis Jourdan,
Adrienne Barbeau, David Hess, Nicholas Worth
Anno: 1982
di Grove
Wes Craven è uno di quei registi che ho deciso di affrontare andando di film in film. Decisione presa in seguito alla critica che mi venne fatta: “eh, ma se non ti vedi il primo Wes Craven come fai a parlarne male?”. Effettivamente a suo tempo avevo visto solo Nightmare, Scream e qualcos’altro random. Quindi ho preso la decisione di approfondirlo in maniera analitica, partendo dai suoi capisaldi “L’ultima casa a sinistra” e “Le colline hanno gli occhi” e risalendo così piano piano la sua filmografia. Molti dei suoi cosiddetti capolavori sono anche stati oggetto di remake o di citazione da altri grandi del genere (primo fra tutti Sam Raimi che ne “La Casa” ci pone in bella vista nel lugubre scantinato il poster di “Le Colline Hanno gli Occhi”).
Ed eccomi così arrivato a Il Mostro della Palude (in inglese Swamp Thing), sempre più convinto che Wes Craven sia uno dei registi horror più sopravvalutati della storia. La risalita stilistica ottenuta con lo stranamente sottovalutato “Benedizione Mortale” qui si trasforma in una discesa inesorabile verso la mediocrità. Pessima la trama come anche le euristiche registiche delle riprese, talmente scontate e pigre che in più momenti sembrano davvero fatte “tanto per”. Il film vorrebbe essere un horror fantascientifico e allo stesso tempo un film comico, peccato che non riesce né a spaventare né tantomeno a far ridere. Anzi no, vedere il mostro guidare un motoscafo per poi gettarsi goffamente all’ultimo momento, prima di un’esplosione degna di un Die Hard senza budget, è una scena che fa molto ridere da quanto è orrenda! Nelle scene d’azione sembra mancare solo la musichetta di Benny Hill, poi lo spettacolo è servito. Il Mostro della Palude appare ben presto un’indegna scopiazzatura del miglior Raimi, e quello che sarebbe dovuto essere un mix di generi diventa invece una scusante per rendere il film interessante. Il risultato è un’accozzaglia di roba.
La palude, location che di per sé sarebbe potuta essere interessante, diviene solo un campo di batt
aglia per ridicolizzare i pupazzetti creati ad hoc per il film. E non parlo solo del “mostro/scienziato”, ma anche dei militari deficienti, della donna gnégné protagonista, del dodicenne cocacola-dipendente gestore della pompa di benzina e del riccone di turno che vuole conquistare il mondo, appropriandosi della formula segreta e ricattando l’umanità. Personaggi credibili quanto un banano sull’Everest che diventano carne da macello per una trama senza spessore. E il mostro che, nelle scene in cui mette in salvo la ragazza dai militari cattivi prendendola in braccio, tanto vorrebbe sentirsi una citazione al mitico mostro della laguna nera di Jack Arnold, non è altro che un omuncolo in costume. Quella che nel ’54 era un’elegante creatura, padrona del suo habitat e con una propria personalità, qui diviene un fantoccio mascherato che miracolosamente è sempre nel posto giusto al momento giusto per salvare la sua amata, con la sua immancabile grazia da bue muschiato.Il film si ispira non a caso ad una serie di fumetti del 1971 “The Swamp Thing”, ma Craven decide di reinventare gran parte della storia riscrivendone la sceneggiatura, creando così questo supereroe parodia di se stesso, che nel cinema sarà addirittura protagonista di un secondo film. Non basta neanche il futuro padre di Laura Palmer, Ray Wise, a salvare la situazione, il quale si cala alla bell’e meglio nella parte di scienziato sciupafemmine, ma che ben presto verrà sostituito da Dick Durock con il suo orrido costume, in seguito alla trasformazione.
Perciò è pessimo su tutti i fronti questo Il Mostro della Palude, che addirittura fa rimpiangere i già non proprio brillanti primi lavori a basso badget del nostro caro “maestro dell’horror”.
∽Grove.