In Italia come altrove ci si interroga sulle cause della crisi economica e studiosi e politici cercano di trovare le soluzioni migliori per uscirne. Purtroppo non sanno che lo studioso di religioni Massimo Introvigne ha già la risposta pronta: «Gli attacchi alla famiglia e la confusione fra modelli diversi di famiglia e matrimonio sono una delle cause principali della crisi economica». Così come riporta Tempi «il sociologo (sebbene Introvigne sia laureato in giurisprudenza e non in sociologia, ndr) evidenzia come in Italia da anni nascono troppi pochi bambini, fatto che mette in pericolo la struttura dell’intera società: dalla produttività alla possibilità di un welfare sostenibile».
Quindi, si continua su Tempi, una parziale responsabilità sarebbe «di un clima culturale ostile al matrimonio e alla famiglia, con la promozione di modelli alternativi – dalle convivenze alle unioni omosessuali – che fanno diminuire i matrimoni e quindi le nascite». Risulta un po’ difficile pensare che in Italia la causa della diminuzione delle nascite sia da imputare alle unioni omosessuali considerato che nel nostro Paese non solo non esiste il matrimonio omosessuale ma neanche le unioni civili per le persone dello stesso sesso.
Fuori dalla semplice osservazione della realtà anche pensare che sia colpa delle convivenze considerando che – come riporta l’Istat – aumenta la percentuale dei bambini nati fuori dal matrimonio: insomma i conviventi non solo fanno figli ma “guadagnano terreno” rispetto alle coppie sposate.
La spiegazione di Introvigne è illuminante: «Ovviamente una donna non sposata ha le stesse probabilità di avere figli di una donna sposata dal punto di vista della fertilità naturale. Ma dalla fertilità naturale va distinta la fertilità effettiva. Benché alcuni studiosi abbiano cercato di sostenere il contrario, il mio esame dei Fertility Files dell’ufficio nazionale di statistica degli Stati Uniti, la più vasta collezione di dati di questo genere al mondo, mostra che le donne che vivono all’interno di un matrimonio sono inequivocabilmente più feconde». Forse Introvigne dovrebbe comunicare i suoi illuminanti studi ai ricercatori della School of Community Health presso la Portland State University che, in uno studio pubblicato sulla prestigiosa ricerca scientifica Plos One, così affermano: «L’effetto deleterio sui matrimoni tra persone di sesso opposto è stato considerato un fattore chiave per la riduzione e l’eliminazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Tali affermazioni non appaiono credibili di fronte alle prove esistenti, e concludiamo che i tassi di matrimoni tra persone di sesso opposto non è influenzato da unioni civili o matrimoni tra persone dello stesso sesso». I ricercatori si erano domandati se «il matrimonio tra persone dello stesso sesso andasse a detrimento del matrimonio tra persone di sesso opposto» e le loro conclusioni sono nette: «Abbiamo scoperto che non ci sono effetti a breve né a lungo termine dei matrimoni gay o di leggi, forti o deboli, sulle unioni gay, rispetto al tasso di matrimoni etero».
Una posizione non nuova quella di Introvigne che continua: «Il dato statistico non è poi così sorprendente. Fare un figlio non è un semplice fatto biologico. Senza prospettive di stabilità e sicurezza per allevarlo ed educarlo, è più difficile che una donna decida oggi d’intraprendere quest’avventura, ed eventualmente resista alle sirene dell’aborto». E pazienza che l’Istat smentisca lo studioso mettendo in luce invece che le donne non sposate fanno sempre più figli. Non è solo l’Istat a smentire lo studioso delle religioni Introvigne ma anche Daniela Del Boca (professoressa di Economia Politica presso l’Università di Torino, già consulente dell’OCSE, della Commissione Europea, dell’Isfol e direttrice del Centro CHILD) afferma che «nei paesi dove la proporzione delle unioni di fatto è aumentata di più, come per esempio in Svezia e Norvegia, anche la fertilità è cresciuta di più. È salito il peso dei figli nati fuori dal matrimonio in percentuale delle nascite. Dove le unioni di fatto sono riconosciute e sostanzialmente trattate alla pari delle famiglie coniugate, il declino dei matrimoni non implica dunque la diminuzione della fertilità (un fenomeno che invece interessa Italia o Grecia)».
In ogni caso, donne sposatevi! Sarete più feconde ed usciremo dalla crisi: parola di Massimo Introvigne, studioso di religioni e militante di Alleanza Cattolica.
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